Claws and fangs

a capitoli | horror, fantasy, yaoi | rosso

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    Ok! prima di leggere l'ultimo capitolo, commento quello di prima che non avevo ancora visto!
    Come Hayls, questa parte mi è piaciuta particolarmente! *^*
    CITAZIONE
    L'anello forte della catena sono le streghe, dominanti, registrano sempre il numero della nuove nascite di entrambe le specie, ne esistono tre: corpo, cuore e anima. La prima è quella che si occupa di noi, dei licantropi, la seconda degli umani ed infine l'ultima dei vampiri.

    è un'idea molto particolare!
    Il capitolo mi è piaciuto, la fine mi ha intrigata, per cui non commento oltre perché sono ansiosa di continuare a leggere, casomai aggiungo qualcosa dopo XDD
     
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    Ok, per l'ultimo capitolo sfornato ecco gli errori da correggere e i suggerimenti XD
    CITAZIONE
    si rilevava essere solo un'estraneo "Uscite di qui"

    un estraneo
    CITAZIONE
    Leo mi dispiace, credo sia l'unico modo per fermarti" non avevo prestato molta attenzione su Steve

    a Steve
    CITAZIONE
    impedendomi di uscire o per meglio dire, di stare fermo mentre Alexander mi assaggiava il sangue elencandone le qualità,

    Siccome 'stare fermo' dipende ancora dal verbo 'impedendomi' devi aggiungere qualcosa come 'o per meglio dire, obbligandomi a stare fermo', altrimenti si capisce che gli impediscono di stare fermo ed è una contraddizione XD
    CITAZIONE
    Ripensai al morso e una corrente elettrica mi percorse per tutto il corpo, non solo avevo provato un dolore tremendo quando le sue zanne mi avevano morso il collo

    secondo me è meglio se cambi e metti qualcosa come 'reciso il collo' oppure 'le sue zanne erano affondate nel mio collo'... perchè 'morso' l'ahi usato anche prima e si ripete a troppa breve distanza ^^

    CITAZIONE
    bè, la sorpresa c'era ed eccome,

    togliere 'ed'

    CITAZIONE
    al fine di intravedere i suoi muscholi scolpiti,

    meglio mettere 'che lasciava intravedere'
    CITAZIONE
    Mi fissava interdetto, non si aspettava di sicuro che avrei respinto le sue avance, sa di essere bello, lo si vede da come parla e si muove

    cambia 'sa' con 'sapeva' oppure, meglio, 'era consapevole';
    CITAZIONE
    un leggero bacio a stampo

    togli "a stampo" siccome hai messo leggero, lo si sottointende ^^
    CITAZIONE
    mi ricorda i tempi quando io ero un semplice umano

    anche qua puoi togliere 'io' perché è sottointeso dal discorso diretto, ma se intendi porra l'accento sull'identità allora sarebbe meglio mettere 'anche io' oppure cambiare la frase così: "Mi ricorda un lontano passato in cui anch'io sono stato umano"

    Il commento finalmente!
    Ecco che si approfondisce il rapporto tra Alexander e Leo! Ricordano davvero Jean-Claude ed Anita *ç*
    Spero solo che Leo si ammorbidisca molto prima di quanto non abbia fatto Anita! Avrei voluto strangolarla per il suo puritanesimo!!!
    Se Leo si comporterà davvero da 'muraglia cinese', devo dire, Jess, che tu, al contrario della Hamilton, sei quasi a portata di mano, quindi potrei assillarti per avere scene piccanti >.<
    ahahah comunque, vediamo che succede! XDDD
     
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  3. sylvain.
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    l'idea delle streghe mi è venuta un momento prima di addormentarmi, me la sono segnata su un fogliettino sennò ma la dimenticavo xD
    CITAZIONE
    Ecco che si approfondisce il rapporto tra Alexander e Leo! Ricordano davvero Jean-Claude ed Anita *ç*

    hahahahah si infatti! ho voluto rendere omaggio a quel fustacchione di JC!
    CITAZIONE
    Se Leo si comporterà davvero da 'muraglia cinese', devo dire, Jess, che tu, al contrario della Hamilton, sei quasi a portata di mano, quindi potrei assillarti per avere scene piccanti >.

    qualche scena piccante ci sarà al sicuro! devo solo far abituare l'idea a leo di avere alexander un pò intorno a lui, anche se ci sarà steve a mettersi in mezzo qualche volta, da vero terzo incomodo hiihihihih


    grazie per avermi segnalato gli errori, come sempre siete tutte gentili ad aiutarmi
     
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    Ehehehe.... sì sì hai assolutamente ragione! Prima deve abituarsi alla sua presenza *^* e poi.... *coniglio-time* bwuahahahaha!!!!
    Uhm... allora mi sa che Steve mi starà sui cosìdetti.... U.U
     
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  5. sylvain.
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    haahahahhahah mi piace il "coniglio-time" comunque sto scrivendo il capitolo e può darsi che possa succedere qualcosa di piccante ihihihi
     
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    CITAZIONE (sylvain. @ 8/9/2011, 19:15) 
    haahahahhahah mi piace il "coniglio-time" comunque sto scrivendo il capitolo e può darsi che possa succedere qualcosa di piccante ihihihi

    Uaaah! Ti pregoooo *çç*
     
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    Ok, hanno già commentato per gli errori quindi non mi sono soffermata a vedere se ce ne erano altri XD

    una piccola farfalla rinchiusa in una gabbia di vetro, senza via di uscita.
    Questa frase mi è piaciuta da impazzire *_*
    Molto poetica <3
    Secondo me il processo di quasi trasformazione è stato descritto molto bene u.u
    Anyway, bel capitolo, penso sia un capitolo di transizione.
    Intendo dire che nel prossimo mi aspetto succeda qualcosa di più :D
    Finalmente si inzia ad intravedere lo yaoi u,u
    (mi sà che qua non aspettiamo altro, LOL)
     
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    CITAZIONE (H a y l s` @ 11/9/2011, 16:28) 
    (mi sà che qua non aspettiamo altro, LOL)

    Ahahahaha ben detto X°D
    :love: :love:
     
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  9. sylvain.
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    nuovo capitolo, scusate l'attesa >.<


    CAPITOLO 7 - aggiornato -

    Quando svoltammo per raggiungere il vicolo che ci avrebbe poi condotto alla famosa piazza Heartwitch, nome più che azzaccato, pensai che la mia vita non era mai stata così rocambolesca. Benchè fossi un licantropo e quindi per mia stessa natura la normalità non faceva parte del mio dna, i miei ultimi giorni trascorsi erano la prova che tutto poteva cambiare, improvvisamente e decisamente in peggio. Perchè durante questa improvvisa e non desiderata gita notturna non ero solo. Per mia sfortuna ero stato costretto ad accompagnare Alexander, il signore dei vampiri, nonchè Nosferatu, Lestat, Angel, Edward Cullen. In qualsivoglia si desidera chiamare, sempre nonmorto era. Costretto, perchè se non avessi accettato quel generoso invito, avevo la netta senzazione che avrebbe usato un ricatto per convincermi, ed era meglio non rischiare di mettere in pericolo nessuno.
    Con indosso la sua solita camicia di lino semi abbotonata e i famosi pantaloni di pelle sembrava più preparato per un concerto rock che alla disperata ricerca di una strega.
    Ad ogni passo che percorrevamo, l'uno a fianco dell'altro, mi isolai un attimo tra i miei pensieri.
    L'incontro che si sarebbe svolto tra una manciata di minuti, era avvenuto nel mio caso. Perchè l'avevo già conosciuta. Sapevo com'era fatta. E credetemi, non era vestita di nero, con un ridicolo cappello e una scopa. Era tutt'altro. Sembrava più un angelo, perchè quando sette anni fa le protezioni mi respinsero dalla mia stessa casa, lei apparve, in tutta la sua magnificienza, di una bellezza devestante, con quei capelli rossi e mossi che le arrivavando fino ai piedi, il viso lentigginoso, gli occhi verdi, la carnagiona olivastra, con indosso un'abito bianco di chiffon immacolato, e quando mi sorrise, distruggendo in secondi l'iceberg che si era appena formato nel mio cuore, afferrai la sua mano, che mi aveva porto con delicatezza e scomparimmo come lei era apparsa, catapultandomi in una nuova famiglia, che mi avrebbe accettato per ciò che ero diventato.
    << Siamo arrivati >> affermò Alexander d'un tratto.
    Mi guardai attorno disorientato. Non venivo spesso da quelle parti. Anzi, a dirla tutta, in quelle pochissime e rare volte erano sempre avvenute alle ore del giorno. Adesso aveva un tocco spettrale. Esisteva solo un piccolo lampione che ci illuminava a stento e il mio io interiore non ne era contento, anzi, mi gridava di darmela a gambe.
    << La strega non ha una dimora fissa. Lei è ovunque, in ogni dove. Ma se la si vuole contattare e chiedere un consulto, è qui che riceve le sue chiamate >>
    Guardai la piccola fontana. Al centro, una donna di marmo con le braccia allargate e un sorriso radioso. Poi tornai a incrociare gli occhi di Alexander.
    << Chiamare, intendi telefonargli? >> domandai.
    << No, lupo >> scosse il capo divertito << Serve un invito, e guarda caso, tu lo possiedi >>
    Mi guardai attorno circospetto.
    << Io non ho nessun invito. La strega non mi ha chiesto di raggiungerla al suo party esclusivo riservato a vip >> replicai sarcastico.
    << La tua mano sinistra. Porgimela >>
    Allungai la mano controvoglia e lui la ribaltò in un attimo, con il palmo rivolto verso l'alto.
    << Vedi questi due piccoli nei? Ci porteranno alla festicciola in riva al mare >>
    Si portò la mano alla bocca e la morse, lasciandomi in un primo momento spiazziato. Solo che la sorpresa durò poco, perchè con l'altra mano lo respinsi e afferrai la mia mano sanguinante portandomela al petto.
    << Ma sei pazzo?! >> gridai senza fiato.
    << La senti? >> domandò, guardandosi attorno.
    << Certo! Tra un po mi staccavi la mano con quei canini pungenti! >> ribattei scocciato.
    << Non intendo la mano, il potere attorno a noi, lo percepisci? >> chiese incoraggiante.
    In effetti qualcosa nell'aria era cambiato. Prima c'era una calma piatta, adesso un vento freddo e il lampione, l'unico bagliore, emanava luce ad intermittenza, infastidito da qualcosa. Poi arrivò quello strano formicolio che mi percorse le spalle, che di solito era il campanello d'allarme per segnalarmi che c'era un pericolo a pochi passi da me.
    << Di cosa avete bisogno? >>
    Ci voltammo simultaneamente di scatto. Sul bordo della fontana, la strega era seduta, con le mani in grembo e un sorriso sghembo, come di chi aveva combinato un guaio e sapeva benissimo che non l'avrebbero mai dato la colpa del misfatto.
    Alexander la raggiunse a passi lenti e si inginocchiò ai suoi piedi. Lo osservai stupefatto da quel gesto.
    << Mia cara strega. Anni fa ho rinnegato il vostro potere, credendolo solo un semplice mezzuccio per incutermi paura. Ma adesso, quando la sua profezia è qui accanto a me, non posso fare altro che scusarmi per il mio vile comportamento e chiedervi le mie più sincere scuse >>
    La strega non si scompose, io avevo ancora gli occhi sgranati. Non capivo una singola frase.
    << Sei perdonato, perchè nonostante ti avessi messo in guardia, hai comunque lasciato che accadesse, e questo, caro mio, è il più grande dono che potessi farmi >>
    Si alzò, ravvivandosi i lunghi capelli e alzando leggermente la gonna, per facilitarsi i movimenti. Con un gesto della mano mi fece cenno di raggiungerla. Mi sentivo strano, ma non impaurito. Raggiunsi Alexander, che nel frattempo si era alzato anche lui. L'uno accanto a l'altro. La strega allargo le braccia, assomigliando sempre più alla statua alle sue spalle.
    << Siete entrambi destinati a stare insieme, è scritto nel destino. Due corpi, un cuore e un'anima, uniti vinceranno e divisi periranno. E' tutto scritto nella pergamena da secoli e secoli. Finamente si sta per compiere la profezia. Non fidatevi di nessuno miei cari amici, e aiutatevi a vicenza, solo così potrete sopravvivere >>
    E scomparve, così com'era apparsa. Passarono minuti prima che trovai il coraggio di parlare.
    << Cosa intendeva con il discorso di prima? >> sibilai a denti stretti.
    Si voltò a guardarmi e i suoi occhi smeraldo brillarono di luce nuova, carica di mistero e strane aspettative.
    << Voi umani non vivete a pieno la vostra vita >> sussurrò << Ogni giorno, ogni mese, ogni anno che passa per voi è un faticoso labirinto che vi conduce ad una morte triste e solitaria. Come si fa ad amare una creatura con un miserabile destino, quando dinanzi a me, si prospetta una vita eterna? >> rispose. Non sembrava rivolto proprio a me, ma più a qualcuno che era dietro di me. Scrollai le spalle.
    << Alexander, fidati. Tu non mi piaci. Io sono un licantropo, tu un vampiro, siamo nemici dai tempi dei tempi, vogliamo passare sopra anche al fatto che siamo entrambi uomini? >> dissi, scherzandoci sopra. Mi fulminò con lo sguardo.
    << Pensi che per me sia divertente sapere che il mio destino è stato scritto ancor prima della mia nuova vita? Non possiamo fare niente al riguardo. Le nostre vite ormai sono intrecciate da un filo invisibile. Sapevo che eri tuo, dal nostro primo incontro e nonostante lo sapessi, non ti ho ammazzato, vuoi sapere il perchè? Non lo so nemmeno io al momento >>
    Quella inaspettata confessione mi turbò. Era difficile per un vampiro sciogliere lo scudo che aveva faticosamente costruito, ma Alexander sembrava come volesse rendermi partecipe di qualcosa di suo personale. Come permettermi di conoscerlo. Rabbrividii. La situazione era strana. Forse se sarebbe atterrato un ufo da un momento all'altro non ne sarei rimasto sorpreso.
    << E' davvero tardi, ricorda che uno di noi due ha la possibilità di uscire alla luce del sole >> gli ricordai, perchè aveva ancora quella faccia da cagnolino bastonato, che stonava alla grande con tutto il resto. A discorso fatto si riprese subito, certo che i vampiri non avevano di questi problemi di cambio di umore. Mi sorrise e tornò con quel suo atteggiamento sfrontato, che era meglio di quello di prima. Non mi faceva sentire in colpa.
    << Portami al locale, onestamente non me la sento di farmi una corsa all'aria aperta >>
    Il tragitto di ritornò fu silenzioso e imbarazzante. Alexander guardava fuori dal finestrino e io cercavo di concentrarmi sulla guida, focalizandomi solo sulla strada. Quando raggiungemmo il retro, Alexander uscì, senza degnarmi di uno sguardo. Stavo quasi per rispondergli per le rime, quando si voltò di scatto, osservandomi attentamente.
    << Buonanotte Leo >>
    Ed entrò dentro, così, senza aggiungere altro. Strinsi con forza il volante, battendoci la testa. Si sentì un brevissimo rumore di clacson. Il mio cuore batteva forte, più del normale. No, non era una cosa umanamente possibile. Primo era un vampiro. Secondo acerrimi nemici. Terzo e non trascurabile, un uomo. Non avrei permesso che potesse accadere una cosa del genere.




    Edited by sylvain. - 9/5/2013, 23:05
     
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    Oh, che bello un nuovo capitolo! XD
    L'ho letto tutto in un sorso perché vado un po' di fretta ma non volevo perdere altro tempo per leggere la continuazione xD
    Comunque mi è piaciuto C:
    Sono sempre curiosa di sapere qualcosa di più ^O^
     
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  11. sylvain.
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    nel prossimo capitolo succederà qualcosa di inaspettato e sicuramente ti piacerà molto uhuhuhu spero di non deludere le tue aspettative!
     
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    Ma questo?! Me l'ero perso X°D LOL
    Bel capitolo, mi è piaciuta la fine :D
     
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  13. sylvain.
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    CAPITOLO 8 - aggiornato -

    Quando aprii gli occhi, madido di sudore, mi sfiorai il collo e sospirai sollevato. Quella notte avevo sognato Alexander. Si perchè adesso il mio aggressore aveva un nome, perchè quando correvo impaurito dalla creatura incappucciata alle mie spalle, correvo con la consapevolezza di chi mi dava la caccia, eppure non potevo fare in modo di evitare di farlo. Era un movimento meccanico. Non potevo evitare di ripensare al suo sguardo sprezzante nei miei confronti e più ci pensavo, più non capivo perchè doveva trattarmi con così tanta freddezza. Mi issai a sedere sbadigliando. La luce filtrava dalle tende ed erano da poco passate le sette. Mi passai una mano tra i capelli scarruffati dopo la breve dormita. Quando tornai a casa dalla piccola escursione, erano le tre e mezza passate. Mi ci volle tutta a raggiungere il mio appartamento senza che il saluto di Alexander mi tornasse in mente, costringendomi a mettere una mano sul petto e calmare il cuore che sembrava un toro impazzito. La strega. Sembrava mi avesse lanciato uno strano incantesimo addosso, oppure, era stato Alexander a soggiogarmi. Aveva affermato che entrambi eravamo legati. Alexander sapeva di tutto ciò. Un'idea mi balenò in mente, percutendomi da quello stato semisveglio. Sognare Alexander non era un caso, era destino. Due corpi, un'anima e un cuore. Scossi la testa e mi alzai da letto. Non avevo il tempo di soffermarmi a pensare a predizioni, quella notte avevo un'importante missione da svolgere.
    ***
    << Sicuro di voler venire? Ieri ti sei preso tutto il giorno libero perchè non ti sentivi bene >> disse Nick dall'altra parte della cornetta.
    << Si, ero solo un po stanco, ma adesso sto meglio, una bella dormita mette tutti in salute >> risposi scherzando.
    << Leo, sai che non sei costretto a farlo. Sappiamo entrambi quanto il tuo dominio sia sempre in bilico >>
    << E' un modo carino per dirmi che non ho abbastanza autocontrollo? >> ribattei sarcastico.
    << E' un modo carino per dirti che ci tengo a te e che non posso preoccuparmi anche della tua sicurezza. Non sappiamo cosa ci sia la fuori Leo. Potremmo imbatterci in qualcosa di pericoloso. Sulla mia lista da persona da salvare, dopo la mia famiglia, sei il primo, e saperti la fuori con me non mi è di aiuto >>
    Scossi la testa. Per fortuna eravamo al telefono, perchè sennò avrebbe notato le lacrime che si formavano e che già rigavano il mio viso.
    << Non sai quanto questo mi renda felice, ma non posso stare con le mani in mano o girarmi i pollici mentre voi rischiate la vita mentre io, da codardo, me ne resto a casa aspettando. Passami a prendere Nick, non ti sto chiedendo se posso, passami a prendere e basta >> risposi deciso.
    << Leo, questa tua testardaggine non ti porterà lontano. Passo verso le sette e mezza, a dopo >>
    Sentii il bip di chiusa della conversazione e riattaccai. Mai avrei accettato di rimanere in disparte. Essere lupo non era solo una maledizione, era anche avere delle responsabilità verso chi è simile a te, proteggerlo e offrire un luogo dove stare, come aveva fatto tempo addietro Nick con me, ospitandomi quando la mia famiglia mi aveva rifiutato. Mi aveva accolto come un figlio, e mi sentiva tale.
    ***
    La mattinata trascorse lenta. Avevo evitato di uscire di casa per quel giorno. Quando c'era la luna piena, percepivo sempre uno stato di irrequietezza addosso. Solo il minimo cenno di rabbia mi avrebbe fatto scattare come una iena. Con la televisione accesa, cambiavo canale con rapidità, senza prestare attenzione a chi, o cosa, c'era riflesso. I rumori esterni all'appartamento si erano a mano a mano che la giornata passava, più intensificati. Durante i giorni di luna piena i nostri sensori si moltiplicano come formiche. Sembrava di essere un supereoe, solo che Superman volava, io trotterellavo a quattro zampe.
    Verso metà pomeriggio, la mia vista si fece più acuta. Concentrandomi su uno spazio definito, i miei occhi si trasformavano in due grossi lenti di ingrandimento, capaci di osservare anche il più piccolo granello di polvere. Stropicciai gli occhi. Poi arrivò il rumore assordante dell'appartamento accanto al mio, la televisione doveva essere sintonizzata su un canale che trasmetteva ricette di cucina. Mi tappai le orecchie, era veramente troppo. Mi stesi sul letto e aspettai ansioso l'arrivo della sera. Desideravo che fosse già mattina.
    ***
    Fuori era già buio. Erano da poco passate le sette. Ero già pronto per uscire. Indossavo gli indumenti da "battaglia". Vecchie felpe, tute, che una volta consumate a dovere, erano riutilizzate per le mie trasformazioni. Qualche volta capitava che non arrivavo in tempo a spogliarmi e i vestiti si strappavano. Almeno, prima di disintegrarsi, avevano servito bene il paese. Risi della mia stessa battuta.
    ***
    Qualcosa bussò alla porta. E quel qualcosa non era umano. Mi precipitai alla porta.
    << Chi è fuori? >> esclami a denti stretti.
    << Steve >> rispose la voce.
    Guardai dallo spioncino. Bene, ora anche il mio ex migliore amico sapeva il mio indirizzo.
    << Cosa vuoi? >> domandai, senza lasciar trapelare nulla, con un tono neutrale.
    << Adesso sai anche tu >> rispose.
    << Cosa dovrei sapere? >>
    << Niente >> concluse, con un'aria afflitta.
    Spalancai la porta di scatto.
    << Ascoltami bene, tutti questi giochi enigmistici li lasciamo a gli appassionati. Perchè sei venuto? Cosa ti ha portato qui? >>
    Non cercò di varcare la soglia ed entrare. Questo mi permise di capire che solo Alexander era entrato. Evidentemente, ero stato cos' sciocco, da dare il privilegio solo al Signore dei vampiri. Puntavo sicuramente in alto. Speravo solo di non fare la fine di Icaro.
    << Ho cercato di tenerti lontano da lui >> confessò << Ma al destino non si può sfuggire, vero? Quando Alexander ha scoperto di te, quando lui voleva nient'altri che te, ho realizzato che era la fine di tutto >>
    Feci un passo indietro.
    << Tu sai della profezia? >> chiesi.
    Steve sapeva. Eccome se sapeva. In quel momento assunse un'aria impassibile, quasi impenetrabile. Mi aveva offerto un piccolo scorcio di emozioni, ma le aveva subito chiuse con un lucchetto.
    << Non so di cosa tu sia parlando >>
    << Oh, ed invece lo sai! >> gli puntai un dito contro << Ne ho abbastanza di tutti voi. Ma specialmente di te. Tu che mi hai mentito per tutto questo tempo, facendomi credere che eri morto, mentre invece dov'eri? A sorseggiare cocktail aspettando il momento adatto in cui ti avrebbero fatto diventare un succhiasangue? Vattene, non voglio vedere la tua faccia >>
    Le mie parole lo colpirono come un macigno. Tremò un'attimo prima di ricomporsi.
    << Leo, io ero con te, non accanto a te, ma ti ho sorvegliato per tutto questo tempo! Quando ho visto che stavi bene, che eri in una nuova famiglia, che ti amavano, che ti sei fatto strada, che sei diventato adulto! Io c'ero, credimi! >> allungò il braccio fin dove gli era permesso. Lo fissai. Non sarebbe stato difficile stringere la sua mano, pochi metri ed era fatta.
    << Ma al tuo funerale? Quando i tuoi genitori mi fissavano sperando che ero io rinchiuso in quella bara vuota invece che te? Ho passato l'inferno invece. Certo, era bello stare con Nick, però mi mancava casa mia. Dopo tre anni, ho dovuto rassegnarmi che non avrei più rivisto la mia famiglia, la mia casa, la mia collezione di francobolli, la mia altalena, i fumetti che nascondevo sotto le assi del pavimento. Non è stato rose e fiori come pensi te. Ho sofferto, e adesso vattene, o chiamo rinforzi >
    Mi elargì un'occhiata profonda. Non abbassai lo sguardo, se lo avrei fatto, avrebbe vinto, e non glielo avrei lasciato fare. Pochi secondi, come se in realtà fossero ore. Che mi soggiogasse! Arrivati a questo punto, niente aveva più senso. Abbassò la mano indietreggiando di un passo, poi di un altro ancora. Sembrava che stesse per piangere, ma si tratteneva dal farlo. L'orgoglio per un vampiro aveva dimensioni catastrofiche. Poi, scomparve nella notte. Chiusa la porta, mi ci appoggiai, scivolando col sedere a terra.
    Dopo un tempo imprecisato, due colpi di clacson. Uscì senza guardarmi dietro.



    Edited by sylvain. - 11/5/2013, 16:31
     
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  14. sylvain.
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    CAPITOLO 9 - aggiornato -
    Quando scese dall'auto anche l'ultimo arrivato, ci riunimmo tutti in cerchio, aspettando che Nick parlasse, una strategia prima di trasformarci.
    << Il piano è questo >> cominciò << Dobbiamo trovare la strega. Setaccieremo la zona da cima a fondo. Partiremmo tutti insieme, poi a gruppi di due, prendendo direzioni diverse. Non sappiamo cosa potremmo trovarci davanti, occhi vigili mi raccomando >> finì il discorso guardando specialmente me.
    Eravamo all'incirca una ventina di persone. Iniziai a spogliarmi, abbandonado vestiti e scarpe sul sedile dell'auto.
    I più anziani, quelli che ormai avevano pieno controllo del potere, stavano iniziando a trasformarsi, mentre io, Jhonny e altri tre giovani, acerbi a tale tecnica, attendevano che la luna fosse pienamente alta nel cielo.
    Quando la nuvola spogliò la luna riflettendo la sua luce fredda, ciascuno di noi cinque la fisso intensamente, aspettando impaziente che facesse il suo effetto.
    Accanto a me, i miei compagni si accasciarono a terra, con il corpo pieno di fremiti, emettendo urla di dolore. Li guardai e fissai poi le mie mani, che erano ancora le mie mani, niente unghie lunghe o pelo fitto a ricoprirle. Alzai di nuovo il viso con gli occhi che riflettevano una palla grigia luminosa, e non accadde niente. Poi riflettei. Non è solo la luna, è qualcosa di più profondo che grazie ad esso ti permette di trasformarti. Come la prima volta, quando la rabbia di essere abbandonato mi travolse completamente. Così vagai tra i miei ricordi. Quelli più recenti, che avevo deciso di accantonare e chiuderli a chiave in un cassetto in fondo all'armadio. Ripensai a quelle persone morte, senza più un briciolo di vita, senza dignità, lasciate a putridire una sopra all'altra, prima di essere ridotte in polvere. A Steve, che mi aveva tradito, che mi aveva taciuto molte cose e che mi aveva fatto soffrire, e infine ad Alexander, perchè grazie a lui, andavo a morte certa. Lasciai che questi ricordi mi bombardassero da dentro. Sembravo una mina pronta ad esplodere. Caddi in ginocchio. Poi all'indietro, con il rumore di foglie e rami che scricchiolavano sotto il mio peso. Troppe emozioni, dovevo fermarmi ad un solo spiacevole ricordo. Ma era come se stasera, tutto l'odio, il rancore e la disperazione si fossero amalgamati insieme, così mi riempii di loro, fino a traboccare, fino a che non prendessero pieno controllo.
    Sentii un urlo provenire da vicino. Un urlo straziante, così doloroso che dovetti tapparmi le orecchie. Poi mi accorsi che non erano gli altri, ero io ad emetterlo. Quindi mi sigillai insistivamente la bocca. Ma qualcosa me la morse e la scacciai via d'istinto. Perchè mi ero morso la mano? Quindi capii. Non ero stato io. Era la bestia. Indietreggiai impaurito, ma stavo fuggendo da cosa? Dal me stesso? Guardai attorno disorientato. Avevo la vista annebbiata. Il corpo che si spezzava, con le vertebre che si flettevano, assumendo una forma animale. Le mie mani, che possedevano grandi artigli, pronti a cacciare. Quel pensiero mi fece sobbalzare. Stavo pensando a come sarebbe bello affondare i miei denti in un corpo caldo, assaporare quella tenera carne, masticare rumorosamente. Ma quel pensiero non era mio. Io non potevo trarre piacere a un atto così disgustoso. Si stava impossessando anche dei miei pensieri. Tentai di cacciarlo via, di farlo uscire dalla mia testa, di rinchiuderlo. Ma aveva trovato un varco, un punto debole, e si era infilato viscidamente, come un serpente, prendendo il posto al comando.
    ***
    Quando riemersi dall'oscurità, ero solo una voce dentro un corpo. Di solito mi lasciava addormentato, fino a che la mattina seguente non mi risvegliavo coperto di sangue. Altre volte, si divertiva a lasciarmi vedere. Era sadico.
    Ci eravamo riuniti attorno. I lupi avevano la facoltà di parlarsi mentalmente. Così chiesi aiuto, li implorai di rinchiudermi da qualche parte o attaccarmi, ma parlavo a vuoto.
    Ci scambiavamo delle occhiate, ognuno aveva scelto il proprio compagno per la ricerca. A me fu affidato Simon, uno dei lupi vecchi. Ci sistemammo in fila, pronti a partire. Ma noi avevamo un altro piano, più divertente di andare a cercare una misera strega. Noi avevamo sete di sangue, di carne, di divertimento. Mentre gli altri avrebbero corso a nord, noi ci saremmo diretti a sud, lontano dai giochi. Gli chiesi come avrebbe fatto ad evitare di farsi inseguire. Simon non era uno scemo. Mi rispose che non avrebbe abbandonato la missione per uno smidollato come me.
    Poi un ordine secco, dentro la nostra testa, e scattammo indietro, inoltrandoci nei boschi, scappando con tutta la forza che avevamo in corpo. Correvamo, lasciandi i miei compagni dietro le spalle. Mi sentii un cordardo. Mi ero lasciato sopraffare dalle emozioni. Nick mi conosceva fin troppo bene, sapeva che sarebbe successo e non gli avevo dato ascolto. Sei troppo occupato a pensare solo a te stesso per vedere i segnali che ti indicano gli altri, annuii abbattuto.
    Un rumore alle nostre spalle ci fece sobbalzare. Ci guardammo attorno. Sopra le nostre teste, gli alberi ci coprivano la visuale. Poi un ramo spezzato alla nostra sinistra. Gli ringhiammo contro. C'era qualcosa attorno a noi. Stavolta eravamo noi le prede. Lo staneremo e lo uccideremo, qualunque cosa sia, banchetteremo con la sua carne, disse, mi percorse un brivido di paura. Volevo scappare da quella cosa. Ma la bestia voleva sfidarla, era così orgogliosa.
    << Leo >>
    Una voce roca giunse in un punto imprecisato sopra la nostra testa. Ma era troppo buio e nonostante la nostra vista, non riuscivamo a capire da dove provenisse. Poi, la voce si alzò di un tono e riconobbi quel tono saccente e impertinente. Stavolta, anche la bestia iniziò a tremare. Non sempre un lupo ha la meglio su un vampiro. In gruppo siamo invincibili, il gioco di squadra gioca a nostro favore, ma individualmente siamo indifesi. Noi non ragioniamo, è la preda a farci da guida.
    Vuole ucciderci? mi chiese, io scossi la testa. Non lo sapevo nemmeno io cosa ci facesse Alexander tra i boschi. Proteggermi? Ridacchiai. Come se un vampiro avesse tempo da perdere a stare dietro ad un licantropo.
    << Leo >>
    La voce giunse come un ordine secco. Ancora prima che potessimo pensare a qualcosa, ci trovammo stesi per terra, con il fianco destro che ci doleva, un pungo o un calcio, non lo sapevamo. Cercammo di alzarci, ma avevamo la vista annebbiata. Poi ci sentimmo sollevati da terra, sbattuti contro un albero e incontrammo lo sguardo di Alexander. Ci scrutava attentamente. Noi intanto ringhiavamo e cercavamo di divincolarci dalla sua presa. Cercava di vedere dietro i nostri occhi. Cosa sta cercando di fare? urlò la bestia, e io, ridendo, gli risposi, sta cercando di vedere chi sta controllando il gioco. Alexander, che nel mentre aveva aggrottato le sopracciglia pensieroso, strinse ancora più forte. Quel dolore, unito a quello pulsante del fianco, gli permise di captare qualcosa, perchè uno strano lampo negli occhi lo attraversò un secondo. Allargò gli angoli della bocca in uno strano ghigno, e prima che potessi comunicare con la bestia, vidi arrivare un pugno dritto in faccia.
    ***
    Aprii lentamente gli occhi. C'era solo oscurità intorno a me. Sbattei le palpebre un'altra volta. Mi doleva tutto il corpo specialmente il fianco e mi sentii disorientato. Ero disteso, su quello che doveva essere un materasso. Allungai una mano sul viso e con i polpastrelli mi sfiorai il naso. Era sicuramente rotto, il sangue era raggrumato. Provai ad alzarmi, ma ero un sasso pesante. Ero distrutto sotto ogni forma. Riordinai i pensieri. Partendo dal viaggio in macchina con Nick, la trasformazione e poi il nulla. Avevo rimosso gli ultimi ricordi. Qualcosa di freddo mi sfiorò la guancia. Cercai di scacciare via quella sensazione, ma mi intrappolò entrambe le mani. Ora ero più che sveglio, con il cuore a mille e la paura che cresceva. Non ero solo. La mano scese fino al mio petto che scoprii nudo, fino allo stomaco. Con un leggero movimento passò sul fianco dolorante e lì emisi un rantolo di dolore. La mano lasciò perdere subito dopo. Scese fino al linguine, fino a che non capii dove volesse arrivare. Dissi qualcosa di incoerente, con la bocca impastata, il mio tentativo di liberarmi doveva non avere avuto effetto, perchè con un gesto secco, circondò il mio membro. Con movimenti lenti, avanti e indietro. Adesso aveva tutta la mia attenzione. Piano. Lento. Piano. Quel movimento mi provoca fremiti in tutto il corpo. Dovevo odiarlo, ma non potevo, con le mani bloccate e tutto il resto. Morsi la lingua prima ancora di emettere un qualsiasi urlo di piacere. Poi la mano si fermò e sospirai, ma la mia felicità durò poco. Sentii qualcosa di più caldo prenderne il loro posto e un lieve rossore avvampò sulle mie guance. Stava usando la lingua?! Con movimenti sicuri, da esperto. Mordersi la lingua non era sufficiente. Il piacere sovrastava il dolore. Il fianco e il naso non erano niente in confronto a quello che succedeva nel mio basso ventre. Avevo il respiro accellerato, dentro cresceva quel desiderio che si muovesse più in fretta. Mossi il bacino avanti e indietro accompagnandolo. Quando raggiunsi il culmine, persi i sensi poco dopo.


    Edited by sylvain. - 18/5/2013, 18:45
     
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  15. {Germoglio di Soia}
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    User deleted


    o mamma *O*
    Stupendo!!
    Non so come fai a scrivere storie così belle Jess!!
    *.*
     
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142 replies since 3/8/2011, 21:16   1973 views
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