Seven Deadly Sins

Storia a capitoli conclusa || arancione || giallo/thriller

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    Ahha Giuls xD
    Ho già risposto su EFP ù,ù
    Mi sento mooooolto lusingata dalle tue parole *_*
     
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    greed
    5. Greed!






    Incenerì con lo sguardo la mano affusolata di Lisbeth che si allungava verso la sua borsa, pronta a rubarle il portafoglio da sotto il naso.
    -Dai ti prego Emma, solo dieci dollari, mi servono!-
    Alzò gli occhi al cielo e sospirando chiuse il libro di storia. Era inutile anche solo provare a leggere due righe con la presenza di sua sorella accanto.
    -A cosa ti servono?-
    -Cose personali...-
    -Se permetti quelli sono i miei soldi, quindi non esiste che ti servano per cose personali-
    Lisbeth sbuffò e tentennò guardandosi attorno; lo sapevano entrambe a cosa le servivano e sapevano entrambe che lei, Emma, non gli avrebbe dato neanche un centesimo, come al solito.
    -Almeno abbi la decenza di ammetterlo-
    -E tu non torturarmi quando sai già che i soldi non me li darai!-
    Si alzò dal divano con uno scatto e recuperò la borsa sottraendola dalle grinfie di sua sorella.
    -Non è giusto, quelli sono anche i miei soldi! L'eredità di nostra madre è da dividere a metà!-
    Si voltò verso di lei con sguardo ferino e ci volle tutta la sua buona volontà per non azzannarle la giugulare, come avrebbe fatto un cane rabbioso.
    -Si da il caso che i soldi di nostra madre siano chiusi in banca fino ai nostri diciotto anni e che fino ad allora sono manovrati da nostra nonna, quindi ,questi, sono i miei soldi!-
    Lisbeth sbuffò prima di buttarsi, letteralmente, ai suoi piedi con un'espressione implorante.
    Odiava quelle inutili scenate da attrice provetta.
    -Non ti darò i soldi per la droga, Lisbeth-
    Non importava quanto ora provasse a negare, anche solo il fatto che non riusciva neanche a inventarsi una scusa decente per quei dannati dieci dollari era indice che le servissero proprio a quello scopo.
    -Finiscila! Non ti darò un bel niente, hai 17 anni porca miseria! Se proprio vuoi sfondarti di marijuana trovati un lavoro del cazzo. E non farti vedere in questo stato dalla nonna. Con tutti i soldi che spende per quella merda di clinica!-
    Si strinse la borsa al petto ed uscì dalla stanza lasciando in terra sua sorella.
    Tutte le cose di valore erano nascoste talmente bene che lei non sarebbe mai riuscita a trovarle, soprattutto nello stato penoso in cui riversava.
    Non ricordava neanche quando fosse iniziato esattamente.
    Le sembrava un'eternità che doveva badare a quella spina nel fianco. Le sembrava un'eternità che lottava contro di lei nel tentativo di farle capire.
    E dire che la sorella minore era lei.
    Lisbeth avrebbe dovuto farle, in un certo senso, da madre, o quanto meno da guida decente ed invece era lei a fare la parte della maggiore.
    I loro genitori erano morti in un'incidente stradale cinque anni prima.
    Probabilmente era iniziato allora.
    Lisbeth era sempre stata irragionevolmente attaccata ai loro genitori, cosa che non si poteva dire per Emma.
    Aveva sempre voluto scappare da quella casa, non si era mai sentita parte di quella famiglia di perfettini. Probabilmente il suo essere stata adottata non aveva fatto altro che peggiorare la situazione.
    Aveva ricercato a lungo le sue origini senza successo e, un giorno aveva semplicemente deciso che compiuti i 18 anni sarebbe scappata da quella vita a cui era stata costretta.
    Da quel giorno aveva iniziato a mettere da parte i propri risparmi, aveva fatto mille lavori part-time e praticamente ora si manteneva da sola, sperimentando in parte la sua vita futura.
    Non le interessava una carriera in particolare, aveva sempre pensato di decidere quando ce ne sarebbe stato bisogno. Ma ora si ritrovava in una situazione in cui il futuro non esisteva più.
    Si era chiesta più volte, da quando quella storia era cominciata, a cosa fosse servito conservare a lungo tutti quei soldi, negarsi mille cose che avrebbe potuto permettersi.
    Eppure continuava a metterli da parte, nonostante tutto.
    Probabilmente era solo diventata quella la sua vita, vivere in funzione di un futuro migliore.
    Uscì di casa senza neanche guardare dove andava e si ritrovò a scontrarsi contro un ampio petto proprio sul portone di casa.
    Alzò lo sguardo e si ritrovò a fissare il bellissimo volto di Brandon.
    -Brandon! Ciao!-
    Sorrise teneramente inclinando la testa di lato, mossa inutile per sembrare più carina.
    -Ciao, c'è Lisbeth?!-
    L'indifferenza di lui la uccideva, come sempre.
    Annuì e si fece da parte lasciandolo entrare in casa.
    Non riusciva a spiegarsi come quel bellissimo ragazzo potesse stare con una drogata come Lisbeth.
    Era uno dei grandi interrogativi a cui non avrebbe mai trovato risposta, probabilmente,
    Si voltò per fissare, senza ritegno, il fondoschiena del ragazzo ed infine si avviò verso il molo.
    La vibrazione del cellulare la colse di sorpresa a metà strada; nessuno la chiamava mai, se non in caso di emergenza.
    -Pronto?-
    -Sono io-
    -Io chi?- chiese alzando le sopracciglia.
    Non aveva mai sopportato quella risposta del cavolo.
    "Io" poteva rappresentare un milione di alternative. Ok, non un milione, non conoscendo così tanta gente, ma almeno un centinaio.
    -Envy!-
    La voce da scoiattolo della ragazza la invase e si ritrovò a fissare il cielo sbuffando, pentendosi di aver risposto al telefono.
    -Ti hanno già chiamato i poliziotti?-
    -Eh? No, perché?-
    -Stanno indagando per la scomparsa di Lust, credono che Gluts c'entri qualcosa, essendo sparita a sua volta....-
    -Ok, non mi pare il caso di parlarne a telefono, ci vediamo al solito posto.-
    Tagliò corto e senza aspettare risposta le attaccò in faccia.
    Aveva visto abbastanza televisione per sapere che i loro telefoni potevano essere controllati, e quella era l'ultima cosa che dovevano dirsi al telefono.
    Sbuffando arrivò al molo e vi trovò solo Pride.
    -Envy mi ha chiamata, sta dando di matto-
    -Lo immaginavo.-
    La guardò attentamente per qualche secondo e poi si sedette su una sedia, senza aggiungere altro.
    Non riusciva a capacitarsi di aver considerato Pride un'amica un tempo.
    Le aveva sempre dato immensamente fastidio il suo modo di credersi superiore, non era l'unica intelligente del gruppo, anzi.
    Spesso si ritrovava a saperne più lei, ma non apriva mai bocca conoscendo la sua suscettibilità. A lei non piaceva discutere, lo faceva già abbastanza in casa.
    Per questo non si era ribellata neanche quando aveva deciso di chiamarla Greed, Avarizia, neanche ne sapesse qualcosa lei del perché teneva così tanto al denaro.
    Osservò una per una le ragazze entrare e stava per parlare quando Pride le mise davanti il cappello, pronta a ricevere il suo biglietto.
    Alzò un sopracciglio e la guardò interrogativa:
    -Non dovremmo parlare prima delle indagini della Polizia?-
    -No, questo è più importante-
    Annuì con poca convinzione ed aspettò che il solito "rito" arrivasse ad una fine.
    Un brivido le corse lungo la schiena mentre Pride srotolava un foglietto.
    Non aveva mai notato prima lo sguardo sadico nei suoi occhi, la sua folle gioia nel decretare la morte di qualcuno.
    O forse quello sguardo non c'era mai stato prima di quella sera.
    Per un momento le venne il dubbio che fosse stato già tutto deciso da lei, che loro fossero solo delle stupide marionette.
    Le morì il fiato in gola nel momento stesso in cui lei voltò il biglietto verso di loro.
    I loro sguardi si posarono sul suo volto sconvolto e capì: era veramente la fine.

    Da EFP:
    Bene, nel prossimo capitolo vedremo ancora come si delinea senza incongruenze il piano folle di Pride.
    Come detto e lasciato intendere lei non sta lasciando assolutamente nulla al caso!
    Nel prossimo capitolo capirete meglio D:


    Edited by silent•ƒieber - 27/12/2012, 15:53
     
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    Che dire anche questo capitolo è veramente fantastico. Le storie delle vite di ogni personaggio diventano via via più interessanti. Bavissima come sempre. :heartblue:
     
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    Grazie Sanda *_______*
     
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  5. .Butterphil
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    amo amo e amo qeusta storia! le storie delle ragazze sono così reali, così intense e interessanti** bea ormai un pò mi conosci e sai che non sto sempre a fare complimenti, sono una tipa parca in questoXD anche da vivo non li faccio mai persino se li pensoXD ma in questo caso io ribadisco che la storia è veramente ben pensata, è originale, è intelligente ed è realissima, molto schietta, concreta e affascinante! Gli spaccati della vita delle sette ragazze li trovo sempre meravigliosamente descritti e ogni volta mi immedesimo con quella di loro che morirà. Il fatto di sapere dall'inizio che sarà il suo turno impregna tutto di una certa tristezza e amarezza, però è geniale. Sono sempre più contenta di come il tutto stia procedendo credo che tu stia facendo un lavoro davvero apprezzabile ♥
    bacvi
    giuls
     
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    Non posso che quotare Giuls. :heartpink:
     
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    Giuls *.*
    ahahah, ho già risposto di là :D
    Ovviamente ti ringrazio anche qua, e ringrazio ancora Sanda *__*
    E' bello sapere che c'è qualcuno che apprezza.... quasi mi commuovo çOç
     
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  8. .Butterphil
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    è un bel lavoro secondo me merita^^
     
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    Grazie mille *.*
    Devi mettere qualcosa di tuo qua *.*
    Sono sicura che le ragazze ti adoreranno *°*
     
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  10. .Butterphil
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    speriamo^^ inizio a mettere qualcosa poi se non vi piace mi fermoXD
     
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  11. lee‚
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    CITAZIONE
    Ma più di tutto la faceva sorridere l'idea

    le.
    CITAZIONE
    fantasma che svaniva svaniva difronte agli occhi incuranti di chi aveva difronte.

    svaniva è ripetuto due volte, e va: "di fronte". Nel secondo "di fronte" ti consiglio di cambiare e mettere "davanti".
    altro capitolo:
    CITAZIONE
    Era uno dei grandi interrogativi a cui non avrebbe mai trovato risposta, probabilmente,

    Li ci va il punto.

    Letti entrambi, e devo dire che mi sono piaciuti tutti e due! Il personaggio di Greed mi piace parecchio sinceramente, è un peccato che debba morire..>_>
    Ah bè, che Pride fosse particolarmente pazza o malata lo si era capito, dato che ha voluto iniziare lei tutto e che a quanto pare ha programmato tutto, per un qualcosa più semplice della sola morte di loro sette...sono davvero curiosa di sapere perchè ha voluto fare tutto questo! u.ù Per ora aspetto il prossimo capitolo, sono curiosa di vedere che farà Greed! ^^ Complimenti come al solito Bea, davvero!! :heartblue:
     
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    Perché "le"? O.ò
    Per il resto correggo domani :D

    Grazie Lau *.*
    Sono convinta che Pride vi stupirà :D
    Gh, nel prossimo capitolo, come detto mi pare, verrà fuori un altro pezzo del suo folle piano ùmù
     
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    greed
    6. Give me all the things I need that money can't buy




    Allungò le mani verso la borsa e quasi distrattamente ne estrasse la corda che si era procurata una settimana prima.
    Solo in quel momento si rese conto di quello che effettivamente fare; non che la sua vita fosse così piena di cose da perdere, eppure sentiva di non aver neanche iniziato a vivere veramente. Le sembrava un'enorme spreco.
    Ma non si era mai tirata indietro, lei; non aveva mai infranto un patto, una promessa, un impegno. Quella maledetta sera di sole due settimane prima lei aveva annuito, ora doveva pagarne le conseguenze.
    E neanche lei sapeva spiegarsi perché avesse acconsentito. Ma lo aveva fatto.
    Sentì gli occhi inumidirsi e si costrinse a guardare il soffitto per non piangere, non voleva regalare un pezzo di sé a loro, non quella sera. Era troppo tardi. E non sarebbe morta da codarda.
    -Prima di andarmene voglio una risposta, Pride. Devi giurare che risponderai sinceramente.-
    Riportò lo sguardo sulle altre e lo fissò sulla bionda ragazza che sembrava sovrastarla dalla sua posizione.
    -Non si nega a nessuno un ultimo desiderio- rispose questa inclinando lievemente la testa di lato, con aria incuriosita.
    -Lo hai fatto a posta, vero? Tu hai già deciso chi deve morire e quando farlo.-
    Osservò le altre sgranare gli occhi e spostare lo sguardo su Pride, colpite da un'eventualità che non avevano considerato.
    Pride scoppiò a ridere scuotendo la testa.
    -Non sapevo fossi paranoica, Greed. Ti sbagli, non hai capito proprio niente.-
    "Ma ci sei andata vicino", pensò fra sé e sé la bionda.
    Emma abbassò lo sguardo a terra, pensierosa. Le parole di Pride non la convincevano, affatto. Sapeva che c'era qualcosa sotto, qualcosa che sfuggiva a tutte loro. Iniziò a sentirsi come una marionetta manovrata alla perfezione e si maledisse per non essersene resa conto prima.
    -Se è una farsa per non rispettare il patto dillo- intervenne nuovamente la bionda, con aria di sfida.
    Rialzò gli occhi su di lei e si sorprese di leggervi tutto quell'odio dentro.
    -Cos'hai veramente in mente?- chiese di nuovo, questa volta alzandosi per fronteggiarla.
    -Nulla che includa te, a quanto pare- rispose l'altra incrociando le braccia al petto.
    -Sappi che non la farai franca- sussurrò fra i denti Emma, avvicinandosi a lei, con aria minacciosa.
    -Lo vedremo- rispose l'altra quasi ringhiando, dimezzando la loro distanza.
    Non si era mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, non avrebbe iniziato quella sera.
    Sperava quanto meno che Greed decidesse di farla finita al più presto o sarebbe stata costretta ad ucciderla da sé.
    Era una prova scomoda che camminava e respirava, qualcosa da estirpare.
    Emma spostò lo sguardo sulle altre con aria supplice. Possibile che non vedessero?
    -Va bene, state ancora al suo gioco, come stupide marionette- disse infine recuperando una sedia a caso.
    Avrebbe dato tutto il suo denaro per non morire davanti a loro, a quei sguardi vuoti che la osservavano.
    Avrebbe dato tutto pur di non essere guardata mentre esalava l'ultimo respiro.
    Si chiese che fine avrebbero fatto fare al suo corpo. Dopotutto da morta non le serviva, a cosa serviva pensarsi di questo?
    Fissò la corda alla trave del soffitto e la tirò più volte per assicurarsi che non si sciogliesse.
    Con lentezza ed apparente freddezza fece anche il cappio e salì sullo schienale.
    Prese fiato e chiudendo gli occhi si strinse il cappio attorno al collo.
    Stava per alzare i piedi dalla sedia quando qualcuno le diede un calcio a posto suo, liberandola dal suo ultimo sostegno.
    Non dovette aprire gli occhi per sapere che era stata Pride, probabilmente desiderosa di liberarsi di lei al più presto.
    -Oh Dio, Pride così è come se l'avessi uccisa tu!-
    Sentì la voce isterica di Envy rompere il silenzio e riuscì ad immaginare perfettamente la faccia seccata di Pride. Si chiese perché non l'avesse ancora uccisa, considerato quanto poco la sopportasse.
    -Fatti gli affari tuoi.- rispose dura senza neanche voltare lo sguardo verso quell'inutile esserino urlante che le stava al fianco.
    Aver ucciso una persona era l'ultimo dei suoi pensieri.
    Malignamente cercò lo sguardo di Greed che invece si ostinava nel tenere gli occhi chiusi, soffocando in silenzio.
    Si stava trattenendo con tutte le sue forze per non chiedere aiuto. Non voleva morire, non aveva ancora visto nulla del mondo.
    Calde lacrime iniziarono a sfiorarle il viso e si maledisse, sarebbe morta da codarda, stava piangendo davanti a persone che non meritavano affatto le sue lacrime.
    Sentiva l'aria mancare, la gola dolere, i polmoni reclamare aria.
    Il dolore era accecante, il dolore mortale, insopportabile. Si ritrovò a pregare che finisse presto mentre con le mani cercava di allargare il cappio, per prendere aria.
    Senza che potesse farci niente suoni gutturali senza senso iniziarono ad uscirle dalla bocca; le gambe si muovevano spasmodicamente nell'aria rendendo la stretta ancora peggiore.
    Non era quella la fine che avrebbe voluto. Aveva fallito, la sua vita era appena stata buttata al vento per nulla. Maledisse Pride e tutte le ragazze che la stavano guardando morire. Maledisse se stessa ed il mondo che le aveva ridotte a quel modo.
    Eppure sapeva che non c'era alcuna scusante per il gesto che stava compiendo, che tutte loro avrebbero compiuto. Sapeva che non importava quanto dura fosse la vita, valeva sempre la pena di viverla. Sapeva che non ci sarebbe mai stata pace per chi come lei aveva scelto quel cammino.
    Ma più di tutto si rese conto che quel gesto non era da coraggiosi o da codardi, era un atto disperato di una persona terrorizzata dalla vita. Qualcosa che non le apparteneva.
    I pensieri si rincorrevano veloci, sempre più incalzanti mentre il terrore l'attanagliava, mancando sempre più l'aria.
    Senza rendersene conto i pensieri iniziarono a scemare, la mente a farsi silenziosa.
    Quando le gambe smisero di muoversi in modo convulso e senza senso Pride seppe che non esisteva più Greed. Che il suo scomodo testimone era stato tolto di mezzo.
    Envy si fece avanti per aiutarla a tirare giù il cadavere di Greed ma lei la bloccò con un braccio.
    -Non ti azzardare a toccarla- ringhiò fra i denti.
    Fece cenno a tutte loro di seguirla fuori dal ritrovo.
    -La lasciamo lì?- chiese Envy appena furono fuori da quel luogo di morte.
    -Sì. Chiama la polizia- ordinò perentoria Pride, shockandole.
    Senza aggiungere altro rientrò nella casetta ed estrasse dalla sua borsa il foglio che in precedenza aveva preparato a casa.
    Con una calligrafia praticamente identica a quella di Greed aveva scritto le "sue" confessioni.
    Aveva scritto semplicemente che si era uccisa non riuscendo più a sopportare il peso del suo folle gesto. Aveva ucciso Nicole e poi Caroline, quando l'aveva scoperta.
    Lasciò il foglio in terra, sotto i piedi di Greed, dopo averlo accartocciato leggermente, dando l'impressione che l'avesse impugnato prima di morire.
    Quando uscì nuovamente all'aria aperta fu accolta dalle domande di Envy.
    -Perché mi hai detto di chiamare la polizia? Cos'hai in mente? Ci farai finire tutte in prigione?!-
    -Cosa gli hai detto?- chiese in risposta col tono più calmo del mondo.
    -...Che abbiamo trovato il corpo di Greed...- rispose l'altra senza capire.
    -Perfetto. Ora fingete un'aria shockata- aggiunse chiudendo gli occhi.
    Qualche istante dopo comparve sul suo volto il terrore puro, come per magia.
    Si era allenata per anni nell'assumere diverse espressioni del viso. Era praticamente un'attrice provetta. Era una bugiarda che nessuno avrebbe mai scoperto. Si era allenata per anni anche per ingannare il poligrafo, ed era convinta di poterlo fare tranquillamente.
    -Troveranno un foglio con scritto che ha ucciso Lust e Gluttony, non avete nulla da temere- sussurrò mentre la Polizia le raggiungeva.
    Ottenne l'effetto sperato. Lo stupore e lo shock apparve su i loro volti. Sapeva che non sarebbero riuscite ad essere credibili altrimenti.
    Nessuna di loro sapeva che era in grado di imitare alla perfezioni ognuna delle loro calligrafie. Altra specialità che aveva migliorato negli anni.
    Il suo piano era perfetto e senza punti scoperti.
    La Polizia le superò entrando nella casa e lei trovò il tempo di aggiungere:
    -La prossima volta sarà tra due settimane, al campeggio.-
    Poi entrò e recitò la sua parte di amica sconvolta.
    Quella sera scrisse tutto alla perfezione sul suo diario e poi raggiunse i suoi genitori nel salotto di casa.
    La Polizia aveva chiesto alle loro famiglie di mandare le ragazze dallo Psicologo.
    Sorrise sotto i baffi, le loro mosse erano fin troppo prevedibili. Cosa speravano di ottenere?
    Più tardi quella sera mandò un sms alle ragazze ancora in vita, dovevano prepararsi ad essere analizzate, rivoltate come dei calzini dallo strizzacervelli.
    L'unica falla nel "piano" della Polizia era che, qualunque cosa quelle ragazze avessero detto allo Psicologo, sarebbe rimasto fra le quattro mura dello studio perché detto in via confidenziale e non divulgabile.

    Edited by silent•ƒieber - 27/12/2012, 15:54
     
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    ok Pride mi sta facendo sempre più paura..è veramente un personaggio contorto e diabolico.
    Mi dispiace un sacco per la povera Greed. Mi sà che la prossima che morirà sarà Envy..ho come questa sensazione.

    Bel capitolo come sempre!! Brava Bea!! Attendo presto il seguito!! :heart:
     
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    Grazie Sanda *.*
    Essì, Pride è inquietante >O<
     
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