Zohas

Storia a capitoli

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Sakiko-Chan92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Grazie dell'attenzione che hai dedicato a Zohas *^*
    Al momento è in fase di correzione ^^ , appena posso metto il resto giuro *^*
     
    .
  2. Sakiko-Chan92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Buon annoooooooo.
    Eh sì! Vi porto una chicca!
    Ringrazio ancora Lee per essere diventata la mia Beta in prova çwç....grazie , grazie , grazie , grazie.... *andrebbe avanti all'infinito*
    Spero che anche questo piccolo capitolo possa piacervi, aspetto come sempre i vostri commenti e le vostre critiche (se ne avete) ...>w< un bacione!
    Saki


    CAPITOLO 2



    2.Sguardi




    Cara Liana

    4 Luglio 1781



    Ti chiedo scusa per non averti scritto in queste tre settimane.
    Appena arrivata purtroppo sono stata male. Mia madre voleva farmi tornare a casa, ma io ho insistito affinché mi facesse restare.
    Qui è bellissimo! L'aria è fresca e pulita.
    Il panorama è incredibile. Royol si trova sopra un'enorme e alta scogliera quasi interamente circondata da un mare blu cobalto.
    Il terreno si divide in due parti: verso il centro si estendono dei splendidi prati di un verde accesso, i fiori riempiono buona parte di questi e profumano tantissimo; verso il mare invece si innalzano fieri, dei pini marittimi dal tronco chiaro e fine.
    Vicino alla villa dei miei zii c'è un piccolo bosco che separa appunto la campagna dal mare.
    Non conoscendo ancora bene la zona, onde evitare di perdermi o di precipitare dalla scogliera, gli zii non mi fanno mai andare in giro da sola. Infatti sono sempre accompagnata dai miei cugini Tiod e Josh.
    Lo sai? Sono cresciuti tantissimo. Il primo ha tredici anni, mentre il secondo ne ha già venti.
    Sono molto intelligenti, mi aiutano coi compiti e mi spiegano tutto di quella terra: delle sue piante, del suo terreno, dei suoi animali....A proposito! Nelle tue lettere precedenti mi dicevi che i tuoi genitori per il tuo compleanno ti hanno regalato un gatto.
    Stupendo! Anche io ne voglio uno, ma mia madre dice che come prima cosa bisogna pensare alla mia salute, tutto ciò che è superfluo può aspettare.
    Quindi mi accontento degli animali dello zio; due poni, tre cavalli e un vecchio cane, Billy.

    Ti ricordi che nella precedente lettera ti avevo accennato di quella strana famiglia, adiacente alla nostra villa?
    Ecco! Ieri ho incrociato uno di loro.
    Era un ragazzo alto, magro e.... sì, lo ammetto! Era davvero bello!
    Ma aveva un non so che di... sinistro, diciamo!
    I suoi capelli erano neri come il buio, gli occhi invece color ghiaccio,spaventosi e freddi.
    Non dimenticherò mai lo sguardo che mi rivolse. Era un misto fra odio e disgusto, sembrava vi fosse la morte celata dietro a quelle pallide iridi.
    Forse si sentiva infastidito dalla mia presenza, o forse era una giornata storta. In ogni caso, credo che lui mi piaccia, ne sono attratta.
    Poi lo sai come sono fatta io, quando una cosa mi viene proibita, infrango le regole. Perciò la “caccia” si fa interessante!
    Ho anche scoperto che ha un fratello di pari bellezza, ma non ti so dire con certezza quanti anni abbiano entrambi o addirittura i loro nomi.
    L'unica cosa che so è che la loro villa è bellissima e anch'essa rispecchia la loro immagine.
    Da lontano sembra una di quelle case infestati dai fantasmi, da vicino invece ha un fascino particolare.
    Per chi ama queste cose, si intende. Cioè io!
    Una volta ho anche visto alcune carrozze entrare e uscire dalla villa.
    Divine!
    Sono tutte nere ben coperte, persino i finestrini. I cavalli che le guidano sono tutti dello stesso colore e sono davvero grossi. Sugli sportelli vi è agganciato un'enorme stemma in oro a forma di scudo. Esso è diviso a metà ma sulla parte sinistra non ti so dire cosa ci sia veramente, mentre sulla parte destra vi è incisa una Z.
    Quando ho chiesto agli zii che cosa significasse o a chi appartenesse quello stemma, mi hanno guardata stupiti e sconvolti.
    Mi hanno sgridata, dicendo che non devo assolutamente avvicinarmi a quella casa e che mai dovrò rivolgere la parola a uno dei suoi inquilini.
    Avevo tante domande da fargli, ma ho preferito tacere. Se c'è qualcosa da scoprire, lo faccio da sola!

    A proposito, la zia mi ha insegnato a fare le torte.
    Appena starò bene, spero di poterti venire a trovare così te ne porto una.
    Adesso ti saluto, devo andare a giocare con Tiod e Josh giù nelle grotte, a raccogliere conchiglie.
    Non appena avrò del tempo, e salute permettendo, ti scriverò ancora.
    Intanto attendo tue notizie e pareri sulla questione sopra accennata.

    Con affetto.



    Lorea


    Licenza Creative Commons
    Zohas by Sakiko-Chan92 (Marica Momentè) is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
    Based on a work at https://passionforwriting.blogfree.net/?t=4363283.
    Permissions beyond the scope of this license may be available at [email protected].

     
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    top writer & reader
    Posts
    18,789
    Reputation
    +463

    Status
    Waiting!
    Oh! il 2° capitolo! *w*
    Il mistero si infittisce.... le carrozze hanno lo stemma con la Z! uhuhuh... sono sempre più curiosa di andare avanti per capire chi siano questi personaggi e soprattutto che ruolo abbiano **
    Non ho notato errori di sorta! Brava! *w*
     
    .
  4. Sakiko-Chan92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    E' perché di recente Lee mi fa da Beta in prova *^*
    Sono contenta, finalmente qualcuno mi aiuta >w<
    Comunque....Sono contenta che questa storia ti piaccia e soprattutto che ti incuriosisca.
    ^^ Spero di riuscire a finirla ;)
     
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    top writer & reader
    Posts
    18,789
    Reputation
    +463

    Status
    Waiting!
    Sai già quanto può venire lunga? Cioè... hai già presente in mente tutti gli avvenimenti?
    Perché se è così, probabilmente ti verrà più facile portarla a termine, se sai già cosa scrivere xD
    Altrimenti a volte si rischia che venga un blocco **
     
    .
  6. Sakiko-Chan92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il blocco mi è già venuto XD, è un mese e mezzo che sono ferma al 7° capitolo, cancellato...ri-cancellato ecc...

    Comunque sì...vagamente so come prosegue la storia, ma penso che la cambierò.
    Il numero di capitoli non lo so di preciso ma posso solo dirti che sarà davvero molto lunga.
    Le lettere di Lorea sono ancora quelle di quando aveva 12 anni, e lei muore a 20....per cui XD
     
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    C'est la fucking vie

    Group
    top writer & reader
    Posts
    3,434
    Reputation
    +48
    Location
    Bangtan Universe

    Status
    Waiting!
    Secondo capitoloooo!! *°*
    E con questo mi hai conquistata! Devo dire che utilizzare le lettere per raccontare quello che succede di solito non mi piace molto, ma mi devo ricredere!! Mi piace come le utilizzi **
    La storia si fa più interessante! Chi saranno quei misteriosi vicini di casa?! E poi lo stemma!!!
    Brava! Mi hai davvero incuriosita *A*
     
    .
  8. Sakiko-Chan92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Mi fa piacere *^*, sono davvero felice ;)
    Grazie del commento ^^
     
    .
  9. Sakiko-Chan92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ciao ragazze....sono tornata con un nuovo capitolo *^*.
    Questa volta si parla di Fiphe, e accadranno delle cose ...particolari.
    Ovviamente non sarà da sola, ma cosa arriverà a fare?
    Spero che anche questo capitoletto vi possa piacere e aspetto i soliti commenti o critiche ;)
    Baci -Saki


    Capitolo 3




    3.Rivelazioni



    Quella mattina era proprio cominciata per il verso sbagliato. Fra il risveglio brusco, il sonno e la sparizione del libro, Fiphe era particolarmente agitata e nervosa.
    La prima cosa che voleva fare era raccontare tutto a Sana.
    Preparò i vestiti sul letto, uscì dalla sua cameretta e si diresse verso il bagno.
    Era abbastanza grande, le pareti di un celeste chiaro facevano risaltare i mobili di una tonalità più scura e i sanitari erano di un bianco classico.
    Aprì l'acqua calda e la lasciò scorrere il tempo necessario per scaldarsi e nel frattempo si spogliò. Appoggiò gli abiti sulla cesta sopra la lavatrice, prese accappatoio e shampoo ed entrò nella doccia. Il getto bollente batteva sulla sua testa, ormai assorta nei suoi pensieri: cos'era quella strana collana disegnata? Perché il Documento era sparito? Ma soprattutto, chi era entrato in camera sua?
    Quella mattina fece una doccia piuttosto lunga, tant'è che Naty dovette bussare alla porta per avvisare la figlia che la colazione era pronta.
    Uscì in accappatoio e con i capelli ancora umidi, si diresse verso la sua cameretta dove, sopra il letto rifatto, c'erano i suoi vestiti.
    Li indossò di corsa e prese la cartella.
    Aveva tutto, doveva solo fare colazione e poi correre a scuola.
    Scese le scale e attraversò il salotto per dirigersi in cucina.
    Appena entrò un profumino di torta alle mele invase le sue narici rallegrando, un poco, l'inizio di quella giornata.
    Si avvicinò alla prima sedia in legno e si lasciò andare, sfilandosi la cartella dal braccio destro e sbattendola con noncuranza vicino alla gamba del tavolo.
    Naty la guardò e subito con tono da rimprovero le chiese «Ieri sera avete finito tardi? Hai due occhiaie.», «Già, io e Sana abbiamo finito a mezzanotte e venticinque, circa.».
    La madre si voltò sgranando gli occhi, «Mezzanotte e venticinque??? Fiphe! La signora Milly si potrebbe preoccupare, non far andare a casa così tardi Sana!», «Va bene mamma.».
    Per Fiphe la conversazione si poteva dire conclusa, ma per sua madre no.
    Mentre serviva la colazione in tavola, la signora Collis cominciò infatti a borbottare le solite frasi su come la figlia non prestava mai attenzione a quello che diceva e considerava questo atteggiamento come la solita “fase di ribellione” dei giovani.
    Intanto Fiphe cominciava a servirsi delle pietanze presenti sul tavolo.
    Riuscì ad afferrare un croissant al cioccolato, una fetta di torta appena sfornata e una di pan carré imburrato con marmellata di mirtilli spalmata sopra.
    Quella mattina si sentiva uno straccio, sapeva che solamente mangiando avrebbe riacquistato le forze di sempre, assieme alla sua vivacità e al suo solito colorito.
    Uno sguardo veloce all'orologio, la fece trasalire al terzo boccone della fetta di torta alle mele che aveva lasciato per ultima.
    Le lancette segnavano le sette e mezza.
    Era in ritardo, se non si sbrigava avrebbe di sicuro perso l'autobus delle sette e trentacinque che fermava trenta metri prima dello stop in fondo alla via.
    Normalmente per raggiungere la fermata, soltanto camminando, ci impiegava dieci minuti buoni, al contrario quando spesso si ritrovava a correre come quella mattina, il tempo si dimezzava e una volta salita sul pullman, doveva assistere ai soliti rimproveri di Sana.
    Proprio come accadde quella mattina.
    Presero posto in fondo al pullman per poter parlare in tutta tranquillità.
    Dopo il predicozzo del ritardo, Sana esasperata sospirò e finalmente passò alla questione seria, «Quindi? Perché ti sei svegliata tardi?», «Sana...» si guardò in torno per vedere se gli altri ragazzi stessero ascoltando, poi abbassò la voce e proseguì «Questa notte sono stata derubata nel sonno.». L'amica a tale affermazione sgranò gli occhi preoccupata e sorpresa, «Ma...ma ti hanno fatto del male? Ti hanno rubato soldi o gioielli? E i tuoi?». Fiphe le mise una mano davanti al viso per zittirla, rassicurandola dicendo, «Tranquilla, i miei stanno bene e come vedi anche io, non sono stati dei ladri, perché il denaro e i gioielli erano al solito posto. L'unica cosa che hanno rubato... è il Documento.» Dopo averlo detto fissò l'amica incuriosita ed uno strano silenzio calò fra loro.
    Nulla.
    Non mostrava alcun tipo di emozione, non sembrava nemmeno sorpresa, anzi pareva interessata.
    Rielaborando dentro la sua testa tutte le informazioni e gli indizi, Sana ipotizzò che chiunque poteva essere entrato nella stanza di Fiphe, sapeva che loro erano alla ricerca di informazioni e che per poter bloccare tutto sul nascere, doveva sottrarre loro la pista fondamentale, ovvero il Documento.
    Ma colui, o colei che aveva agito in quel modo, non aveva considerato un dettaglio importante, cioè che la biografia era stata ricopiata a mano su un pezzo di carta, al momento in possesso di Sana.
    A rompere il silenzio fu quest'ultima, che per concludere il discorso illustrò all'amica una delle sue supposizioni, «Resta comunque il fatto che forse qualcuno sta cercando di ostacolarti. Non è una buona idea proseguire Fiphe, ma se vuoi andare avanti, hai tutto il mio sostegno!»
    Il resto del viaggio in pullman si rivelò noioso e silenzioso e l'arrivo a scuola devastante.

    Le prime tre ore per fortuna passarono in fretta ed ora tutti potevano godersi i venti minuti di intervallo.
    Fiphe se ne stava seduta su una sedia, con la schiena appoggiata al calorifero, guardando fuori dalla finestra con fare distaccato.
    Le classi avevano tutte la stessa struttura. Una forma rettangolare con un armadio a due ante, una lavagna nera ed un'ampia parete interamente fatta di finestre col doppio vetro.
    Il colore dei muri era di un rosa pallido, secondo la preside abbinava coi mattoncini che ricoprivano la facciata della scuola e il soffitto era bianco, per creare un'illusione ottica.
    Sana al suono della campanella si precipitò fuori dall'aula, per arrivare al bar il prima possibile ed accaparrarsi dunque, i migliori panini della mensa.
    Infatti, poco dopo, tornò in aula trionfate portando fra le braccia il borsellino a forma di coccinella, che tintinnava ad ogni passo, e tre dei panini che preferiva.
    Per fortuna erano anche in classe assieme, così potevano vedersi a tempo pieno.
    Sana si avvicinò al suo banco, adiacente a quello di Fiphe, posò i tre panini, mise in pila uno sull'altro i succhi di frutta e finalmente si sedette.
    Sembrava quasi rilassante fissare Sana mentre mangiava.
    Sempre meglio che pensare alla verifica di storia del giorno dopo e alle cose successe poche ore prima.
    Per qualche secondo, Fiphe stette a fissare il corpo della sua amica, contemplando la sua magrezza e i suoi muscoli.
    Sana, sin da quando era piccola, possedeva un grande appetito.
    Mangiava quasi il doppio di ogni ragazza e non si preoccupava mai dei chili di troppo. Non le importava nulla.
    Il bello, in tutto questo, era che il suo corpo non ne risentiva minimamente.
    Al contrario.
    Sana, tutto quello che mangiava, lo bruciava subito.
    Dopo poco, Fiphe si rese conto di star sorridendo, mentre fissava l'amica intenta ad addentare con foga un panino allo speck, quindi non si accorse di essere fissata a sua volta.
    Sana masticò velocemente il grande boccone e non appena ingoiò il tutto chiese all'amica, «Sei sicura di stare bene Fie, mi sembri...come dire...assente», a quelle parole Fiphe rise di gusto, lasciando sul volto dell'altra un misto fra lo stupore e lo smarrimento.
    «Tutto bene Sa, sono solo un po' stanca, questa notte come ben sai ho dormito pochissimo, senza contare che anche stasera non concluderò niente per colpa della verifica su Napoleone!» finì con tono canzonatorio, «Se ti fa' piacere potresti venire a studiare a casa mia, lo sai che sono brava in storia. Basta solo impostare bene gli schemini, leggersi le cose almeno quattro volte e poi ripeterle in ordine.».
    Per Sana lo studio era una cosa normalissima. Memorizzava tutto con facilità.
    Le date erano per lei come codici da ricordare e da sempre la storia la divertiva ed affascinava.
    Era deciso.
    Ormai aveva convinto Fiphe, che accettò la proposta della sua amica facendo spallucce con aria rassegnata.
    Sapeva bene che ora l'attendeva un pomeriggio di studio serio ed intenso. Che gioia.
    Il suono della campanella attirò la loro attenzione, riportandole mentalmente nel luogo in cui erano e ricordando ad entrambe che cominciava l'assemblea. Ciò implicava puro cazzeggio per le prossime due ore.
    Il professor Loid entrò in aula con fare sbrigativo, avvicinandosi alla cattedra con passo svelto per prendere le sue cose e lasciare l'aula ai ragazzi.
    Era la seconda ed ultima assemblea a loro concessa, come da regolamento.
    La scuola ormai stava finendo, mancavano poco più che due settimane, perciò Fiphe non capiva cosa ci fosse di così urgente da discuterne proprio adesso.
    Optò dunque di occupare le seguenti due ore disegnando qualsiasi cosa le passava per la testa in quel momento.
    A prendere l'iniziativa fu Lesly, la loro rappresentante che, non appena il professori uscì dall'aula, si sedette sulla cattedra libera accavallando le gambe.
    Solito discorso. Dopo quasi quattro anni non era cambiata, «Ragazzi, mi raccomando, fino all'ultimo giorno di scuola cerchiamo di fare del nostro meglio.»
    Molti la stavano ascoltando come se le sue parole fossero sante, altri invece se ne fregavano, giocando a carte come facevano sempre ad ogni dannato intervallo. Fiphe e Sana, dal canto loro, erano impegnate a fare tutt'altro.
    La prima era intenta a disegnare una ragazza in bikini, mentre la seconda stava già preparando gli schemini riassuntivi per il pomeriggio.
    Ad attirare la loro attenzione fu un «Ragazzi!» quasi urlato.
    «So di essere logorroica e che ogni anno vi propino uno dei miei soliti discorsi. Questa volta sarà diverso, perché la vostra rappresentante di classe....Cioè io!» disse sorridendo squadrando la classe intera «Ha una proposta da farvi che non potrete rifiutare!».
    Tutta la classe si mise sull'attenti, ogni tanto qualcuno si scambiava con altri, sguardi interrogativi, ma nessuno sapeva esattamente cosa avesse in mente la loro capoclasse.
    Dopo aver fissato ad uno ad uno tutti, si schiarì la voce e infine disse «Voglio proporvi una gita fuori porta. Una specie di gita scolastica ma completamente organizzata da noi e senza adulti. Il motivo di questa mia idea è nata per il semplice fatto che essendo questo l'ultimo anno di “svago” per noi, considerando che l'anno prossimo avremo gli esami di maturità, beh....trovo che sia bello passare del tempo insieme senza gli intoppi dei libri.». Si stava guardando intorno allarmata, nella speranza che nessuno protestasse questa sua decisione.
    Al contrario. A suo parere la classe sembrava accettare la cosa e addirittura interessarsi più di prima a lei.
    Come tocco finale, per coinvolgere tutti disse, «L'unico piccolo intoppo è il posto. Purtroppo non so né dove e né quando. Sta di fatto che, appunto, volevo proporvi questa cosa anche per accettare le vostre idee. Quindi vi chiedo, dove vorreste andare di bello?».
    Tutti si guardarono euforici e, come c'era da aspettarsi, i ragazzi proposero le gite in posti dove era riconosciuto un alto tasso di alcol e droga legale.
    Una mano si alzò in silenzio dalla parte sinistra dell'aula. Era quella di Sana e questo incuriosì tutti che si zittirono voltandosi a fissarla.
    Questa, vista appunto l'attenzione dedicatale abbassò la mano e pronunciò le suddette parole,«Royol! Andiamo tutti a Royol, che ne dite?».
    Sana si voltò verso Fiphe, sorridendo beatamente mentre l'altra le rivolgeva uno sguardo sbigottito, facendo cadere la matita sul foglio.«Tu cosa ne pensi, Fiphe?»
    Nel pomeriggio di quel giovedì tutto era tranquillo. Il sole batteva incessante su Melsy, avvolta da una cupola di caldo.
    La casa di Sana era proprio di fronte a quella di Fiphe, una villetta semplice, con un piccolo giardino sul davanti e un garage fatto unicamente da un tettuccio di tegole spiovente verso destra.
    Il cane dei vicini, Rolf, appena uditi i passi delle due ragazze, cominciò ad abbaiare, affacciandosi alla finestra del salotto dei Revin.
    Con noncuranza Sana lanciò un imprecazione contro la piccola peste bianca che, udita la sua voce, prese ad abbaiare più forte.
    Le due ragazze si lanciarono un'occhiata complice finendo poi col ridere di gusto, percorrendo il vialetto in ghiaia che conduceva alla casa di Sana.
    L'interno di certo non sminuiva il livello estetico dell'esterno. La casa era arredata con uno stile particolare, un misto fra il gotico e il rinascimentale, i due periodi amati dalla signora Milly.
    I mobili erano tutti scuri e ai bordi presentavano intarsiature in oro con tematiche floreali.
    Era tutto pulito e in ordine, la mamma di Sana era una maniaca della pulizia, non passava giorno che non puliva la stessa cosa almeno tre volte, per essere certa di averla fatta rigorosamente bene.
    Questa mania di certo la figlia non l'aveva ereditata, infatti la sua camera era uno sfacelo come al solito.
    Appena entrare, Fiphe notò per terra i pezzi di quello che sembrava essere stato un carillon e riconoscendo i disegni chiese «Sa, che è successo al carillon di tua nonna?», l'amica evitò lo sguardo dell'altra e con voce bassa rispose alla domanda «L'ho rotto ieri sera...».
    Fiphe stupita, fissò l'amica con occhi sgranati.
    Non ci credeva!
    Sana amava molto sua nonna, non poteva aver fatto quel gesto, di sicuro l'amica in un'altra situazione si sarebbe disperata a tal punto da costringere i suoi genitori a ripararlo il più velocemente possibile. Ma questo...
    Quando rialzò gli occhi dai cocci, tornò a guardare la sua amica. Sana aveva gli occhi lucidi e sembrava sul punto di scoppiare.
    Ma che diavolo è successo?! Pensò Fiphe che mossa dalla preoccupazione, si avvicinò all'amica mettendole un braccio attorno alle spalle e sospingendola verso il letto.
    Sana si fece guidare senza storie sino alla superficie soffice del materasso e tirando un pesante sospiro cominciò a raccontare.
    «Ieri sera, dopo essere stata con te fino a mezzanotte passata, sono rientrata in casa e i miei genitori mi stavano aspettando silenziosamente in soggiorno con gli sguardi abbassati.» al ricordo, una lacrima calda prese a solcarle la guancia destra, «Pensavo che la questione fosse “il tornare a casa tardi”, ma mi sbagliavo. Invece quando mi sono seduta sulla poltrona, mamma pronunciò queste esatte parole: “ Sana io e tuo padre abbiamo deciso di prendere una pausa e... volevamo sapere tu cosa ne pensavi.”».
    Ripetendo le parole di sua madre, Sana prese a singhiozzare più forte, l'unica cosa che poteva fare Fiphe era consolarla e abbracciarla per placare almeno un poco la sua ansia.
    L'amica accolse di buon grado il gesto dell'altra, tant'è che, con un misto di forza e di ottimismo, prese ad asciugarsi le lacrime ed a proseguire la storia.
    «Io...non so cosa fare! Fie i miei genitori non si sono mai comportati così. Mai! Se ora decidono di lasciarsi io.. ne soffrirò tantissimo!»
    Niente. Non ci riusciva.
    La situazione era più grave di quanto pensava. Nonostante le parole di consolazione di Fiphe, Sana riprese a singhiozzare sonoramente e questa volta ci vollero almeno venti minuti per farla calmare.
    «Sa, tranquilla. Vedrai che tutto si risolverà e faranno pace. Se reagisci così non riuscirai ad affrontare il tutto con raziocinio.».
    Udite quelle parole, la ragazza si calmò, facendo un profondo respiro.
    All'improvviso si alzò di scatto facendo sobbalzare Fiphe, percorse a falciate la camera sino a raggiungere la porta poi si voltò col viso rigato e gli occhi iniettati d'ira, «Mia madre vuole una risposta? Bene! L'avrà oggi stesso! Io non ci rimango un minuto di più in questa casa, mi sono stufata! Prima la litigata per il negozio, poi per la macchina, adesso questo. BASTA!» urlò.
    L'amica si alzò e si diresse verso l'altra abbracciandola dal dietro e rimasero così per circa qualche minuto.
    La prima a riscuotersi da quel silenzio fu Sana che, facendo un potente sospiro, si voltò verso l'altra. Il suo solito sorriso tornò a lambire le sue bellissime labbra morbide e rosee, Fiphe ebbe difficoltà a comprendere il comportamento della sua amica. Un minuto prima stava piangendo e maledicendo i suoi genitori, quello dopo lo impiegava a sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi e a rovistare nella cartella, impegnata a cercare qualcosa di veramente importante perché praticamente la svuotò del tutto.
    Stava recuperando gli appunti che quella stessa mattina aveva steso durante l'assemblea, e Fiphe comprese che ormai la questione di prima era difficile da riprendere.

    Il pomeriggio dunque proseguì tranquillo.
    Si misero a studiare quindi con serenità e pace, addirittura con le spiegazioni elementari di Sana, Fiphe riusciva a capire storia come se fosse una bazzecola.
    Tutto d'un tratto Sana si alzò dal tavolo e si rivolse all'amica chiedendo,«Ti va di mettere qualcosa sotto i denti?» senza neanche ricevere una risposta, si voltò e si diresse verso la cucina dove cominciò a rovistare in ogni dispensa, persino nel frigorifero.
    Le uniche cose che era riuscita a trovare furono: un pacchetto di patatine troppo piccolo da dividere in due e dei biscottini regalati dalla sua amata nonna che purtroppo avevano il retrogusto di amaretto, cosa che entrambe odiavano.
    «Che ne dici di uscire? Andiamo a mangiarci un gelato, col caldo che fa ci vuole proprio qualcosa di fresco!».
    Sembrava tutto normale. Fuori era una bellissima giornata, il cielo era chiaro, le cicale cantavano, storia l'avevano finita da un pezzo e addirittura la sapevano entrambe!
    Cosa poteva mai accadere.....Niente pensò Fiphe.
    Aveva parlato troppo presto.
    Contemporaneamente le due ragazze ricevettero un messaggio nello stesso istante. A mandarglielo era la loro capoclasse che le informava della seguente questione:

    Ciao ragazzi! Sono la vostra rappresentante e vi mando questo messaggio per informarvi che la gita a Royol è stata fissata per la fine di questo mese. I professori non ne sono a conoscenza e NON devono saperlo. Se volete migliori dettagli sui prezzi e sull'orario allora guardate sulle vostre poste elettroniche. Baci!

    «Fantastico!» esclamò Sana voltandosi verso Fiphe, «Non sei contenta, ora abbiamo la nostra tanto agognata chance!».
    Non sapeva se confermare le parole della sua amica o esporle i suoi dubbi e insicurezze a proposito.
    Da un po' di tempo c'era un qualcosa come una vocina interiore che le diceva di non andare avanti con questa storia. Di lasciar perdere come se fosse un brutto sogno e nient'altro che mera fantasia, ma in cuor suo sapeva che la cosa andava affrontata un giorno o l'altro, quindi perché scappare.
    «Hai ragione Sana! Ora sono decisa più che mai e non vedo l'ora che arrivi stanotte per vedere che altro vuole mostrarmi questo “ricordo”».
    Il chiosco dei gelati non era molto distante. Si chiamava “Brior”.
    Il proprietario, Steeve, conosceva Naty da una vita poiché era suo amico sin dal liceo, e ogni volta che vedeva la figlia, le offriva sempre il solito ice-special*. Stessa cosa faceva con Sana, ormai entrata nelle sue grazie.
    Quel giorno però qualcosa non andava. Il chiosco era aperto come al solito, ma di Steeve nemmeno l'ombra.
    Appena le ragazze si avvicinarono, una puzza di sangue le colse alla sprovvista.
    E non appena si furono avvicinate al bancone, immagini agghiaccianti di carne fatta a brandelli invasero le loro menti, mentre gli occhi ormai cercavano di nascondere quell'incubo tinto di rosso e nero.
    Urla di paura ed orrore fecero avvicinare i passanti. Qualcuno doveva aver avvisato la polizia, perché nel giro di cinque minuti, un rombare di sirene si stava pian piano avvicinando, facendo catapultare le ragazze all'interno di una realtà cupa e spaventosa.

    I carabinieri e la squadra di ricerca scientifica stavano indagando senza sosta e, come c'era da aspettarselo, nessuno era presente al momento del delitto, quindi le uniche sospettate furono proprio Sana e Fiphe. Arrivate lì per prime.
    Quest'ultima era ancora frastornata. Nella sua mente vorticavano le frasi dette dai carabinieri mentre veniva ammanettata e portata in caserma. Aveva impresso nella mente il corpo di Steeve, completamente sventrato e con la testa aperta in due e tutto andava a rallentatore, quasi fosse la scena di un film.
    Non la smetteva di tremare, infatti fu Sana quella più lucida quando arrivarono gli agenti per spiegare la loro versione seppur breve di quello che hanno visto.
    Una cosa però Fiphe la ricordava molto bene. Era come una sensazione, più che una certezza, cioè quella di essere osservata a distanza.
    Come se qualcuno le stesse seguendo da quando avevano messo piede fuori dalla casa di Sana.
    Doveva dirlo a Sana, almeno lei le avrebbe creduto. Se spifferava tutto ai carabinieri l'avrebbero presa per pazza e di sicuro avrebbero cominciato a tartassarla di domande, senza contare quelle che di lì a breve, le avrebbero fatto.
    In silenzio le due ragazze vennero condotte in questura, per deporre la loro versione e stranamente vennero messe nella stanza assieme.
    «Commissario, glielo giuriamo noi non centriamo niente oltretutto Fiphe era un'amica di Steeve, come potevamo anche solo pensare di ucciderlo in un modo così....orribile!», a parlare era Sana, che notando la paura e l'incapacità dell'amica nel formulare un discorso, si era accollata il compito di difendere entrambe.
    «Tranquille ragazze, vi crediamo. Anche perché, per due ragazzine come voi sarebbe stato impossibile compiere quello sfacelo. Ma la gente attorno continuava a guardarvi malissimo e se non vi avessimo portate via, di sicuro a loro della vostra versione non gli sarebbe importato molto, per ciò eccovi qui.» disse uno dei carabinieri dietro di loro.
    Il commissario che fino a quel momento era stato in silenzio, finalmente parlò «Senza considerare che il corpo di Steeve è stato dilaniato da “zanne” e sulla scena del crimine è stato rinvenuto un canino delle dimensioni troppo grandi per essere uno umano.»
    A quelle parole Fiphe smise di tremare, si riscosse dalle immagini di Steeve e fissò il commissario allibita.
    Le parole che di lì a poco pronunciò, erano come uscite da un'altra persona. Sembrava un robot e tutti i presenti la fissarono stupiti.
    «Posso vederlo?» tono piatto, senza emozioni.
    Il commissario si ritrovò interdetto, non sapeva se mostrarglielo o meno, ma optò per la prima opzione. Facendo cenno alle ragazze di seguirlo, il commissario e gli altri agenti presenti nella stanza uscirono dalla porta e, svoltando a destra, iniziarono a percorrere un corridoio semi oscuro.
    La porta dalla quale entrarono era grigia, come anche le pareti del corridoio e della stanza alla quale dava accesso. Su di essa vi era un cartellino bianco con scritto, in nero a lettere cubitali, “Laboratorio”.
    All'interno un gruppo di scienziati, col camice bianco, si muovevano senza sosta. Chi con in mano delle fiale, chi invece con in mano dei fogli o cartelline appuntando chissà quale diavoleria e altri che circondavano un tavolo.
    Quest'ultimi erano al lavoro su quello che Fiphe scoprì essere appunto l'oggetto tanto curioso, il canino.
    Esso era infatti appoggiato su una lastra di vetro, illuminata dal sotto da una luce fioca che permetteva così di vedere anche il sotto dell'oggetto.
    Uno di loro non badò all'arrivo degli estranei, così facendo proseguì il suo lavoro.
    Prese un piccolo martello e uno scalpello piccino, li posiziono sulla punta del canino e la ruppe con un colpo deciso. La punta venne infilata in una provetta con un liquido verde chiaro, mentre il resto del canino venne esaminato tramite un microscopio per notarne la consistenza.
    Dopo averlo visto, la mente di Fiphe si catapultò in un baratro oscuro. I suoi occhi ormai non vedevano più, le sue orecchie non percepivano alcun suono, non si accorse persino che un poliziotto la stava sorreggendo, per non farla crollare sul pavimento.
    Sana su di lei la stava chiamando preoccupata, ma niente Fiphe era come in trans.
    Un vortice di immagini fece irruzione nella sua testa e di nuovo, il ricordo di quella mano bianca e fredda che le lambiva il polso senza lasciarla, la riportò in quella stanza.
    Tutti erano chini su di lei e la fissavano incuriositi.
    Il commissario, notando lo sguardo spaventato della ragazza, fece segno a tutti di ritornare al loro lavoro e di continuare con le indagini sul canino, lasciando che la sua amica si occupasse di lei.


    Dopo aver risposto alle domande del commissario sul perché si trovavano lì e su cosa avessero visto, le due ragazze vennero rilasciate intorno alle nove di sera, quando ormai in cielo il sole aveva lasciato spazio ad una luna timida e pallida.
    I genitori erano corsi in caserma disperati e spaventati e all'ingresso avevano fatto un grande baccano per sapere se le loro figlie stavano bene.
    Non appena le videro uscire, si rassicurarono e insieme tornarono a casa raccontando l'accaduto in auto, sulla strada del ritorno.
    Naty ci rimase molto male per il suo amico Steeve e non poteva credere che una persona così gentile e buona potesse fare quella fine.
    Ovviamente Fiphe non raccontò del canino e dello stato del corpo di Steeve, per evitare l'argomento “sogno” di cui solo Sana ne era a conoscenza.
    Ah! Ora che si ricordava, doveva raccontare a Sana due cose molto importanti. E di sicuro lo avrebbe fatto l'indomani.




    *(coppa a forma di fiore, con dentro gelato al cioccolato, panna montata e due ciliege ricoperte di cioccolato fondente)



    Licenza Creative Commons
    Zohas by Sakiko-Chan92 (Marica Momentè) is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
    Based on a work at https://passionforwriting.blogfree.net/?t=4363283.
    Permissions beyond the scope of this license may be available at [email protected].

     
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    top writer & reader
    Posts
    18,789
    Reputation
    +463

    Status
    Waiting!
    Finalmente ho avuto il tempo di leggere il terzo capitolo! ^^
    La storia che inizia piuttosto normalmente si conclude in maniera molto tragica... onestamente, gli eventi mettono come sempre curiosità e non si vede l'ora di scoprire cosa ci sia dietro agli incubi ed alle visioni di Fiphe... inoltre, lo strano comportamento di Sana mette in agitazione! Cambia umore un po' troppo repentinamente e mi lascia perplessa...
    Le uniche cose che non mi hanno convinto molto della narrazione sono state il fatto che i passanti guardassero male le due ragazze quando è stato scoperto il cadavere e poi che il Carabiniere mostrasse loro il canino dentro al laboratorio: mi sembrano cose un po' troppo poco verosimili. La prima perché è assurdo andare con l'idea che due ragazze che urlano e sono scioccate dal terrore possano essere anche solo lontanamente sospettate del delitto da chicchessia... la seconda perché semplicemente trovo impossibile che un carabiniere mostri delle prove così importanti a delle ragazzine, sempre chiaramente turbate dal tragico evento, incurante di poter peggiorare i loro timori... se la zanna di fosse trovata per caso, nello stesso momento, nella sala interrogatori, magari portata lì da qualcuno, allora la cosa sarebbe stata più normale e le ragazze si sarebbero trovate comunque davanti al canino indiziato collegando così questa parte di storia col resto...
    A parte queste cose che non funzionano perfettamente, comunque, il capitolo è scritto bene ^^
    Aspetto il seguito! *^*
     
    .
  11. Sakiko-Chan92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    XD ....i dettaglia da te non capiti, vengono ripresi tutti nei capitoli più avanti (per la precisione dopo il settimo ;) )
    Come vedi la narrazione alla fine del capitolo è molto veloce...e fidati, se due ragazze (anche se terrorizzate) vengono trovate nella scena del crimine, vengono guardate male, perché tutti sono bravi a recitare.
    Fra la confusione e tutto la gente non guarda di certo l'età dell'altro per decidere se egli è o non è il responsabile.
    Sulla questione del canino, sì la parte l'ho scritta decisamente un po' alla ca***. Ma sono riuscita a trovare uno sbocco nei capitoli che seguiranno ;)

    Grazie per l'attenzione che dedichi alla mia storia ^^
     
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    top writer & reader
    Posts
    18,789
    Reputation
    +463

    Status
    Waiting!
    CITAZIONE
    .e fidati, se due ragazze (anche se terrorizzate) vengono trovate nella scena del crimine, vengono guardate male, perché tutti sono bravi a recitare.
    Fra la confusione e tutto la gente non guarda di certo l'età dell'altro per decidere se egli è o non è il responsabile.

    Invece è proprio nei momenti di confusione e panico che la gente tende a cadere nei luoghi comuni, i pre-concetti i nstallati nella mente di tutti, e ciò che appare "fragile e debole" è semplicemente fragile e debole ù.ù Senza contare che, per il mecello che c'era col cadavere, era chiaro anche senza starci a pensare su che non potevano essere state due ragazze della metà del peso della vittima di averlo bloccato e dilaniato a quel modo... non si guarda all'età o ad altro in luoghi come i tribunali ed i processi dove contano le prove e dove si può scoprire che una ragazzina ha potuto davvero commenttere un crimine efferato come quello... ma per strada, tra la gente comune, se si trova un cucciolo vicino ad una strage non si va all'idea che possa essere il colpevole ^^
    È proprio sulla base di questo gioco psicologico che a volte si tende a mostrare come "parte debole" una data persona per suscitare la simpatica dell'opinione pubblica **
    È un po' come un caso di violenza: è sempre più facile pensare che sia la donna a subire un torto fisico, piuttosto che un uomo che è il doppio di lei... le apparenze contano molto ed influenzano ben più di quanto si possa pensare :)
    In ogni caso, può andar bene anche lasciare come è scritto; per me stona ma è questione di punti di vista ^^ e poi non è che abbia molta incidenza nella storia :-)


    CITAZIONE
    Grazie per l'attenzione che dedichi alla mia storia ^^

    Ma figurati! xD
     
    .
  13. Sakiko-Chan92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Mi spiace, credo di non aver compreso abbastanza il tuo ragionamento....proverò a rileggere il capitolo.
    Magari se correggo quella parte può funzionare meglio di così. :)
     
    .
27 replies since 20/12/2012, 20:05   414 views
  Share  
.
Top
Top