C’era una volta

One-shot |Drammantico | verde

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  1. *Ainsel
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    C’era una volta


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    _autore: *Ainsel
    _genere: Drammantico
    _rating: Verde
    _tipologia: One-shot
    _breve descrizione: "La mia unica compagna è divenuta la solitudine, che mi ricorda di secondo in secondo ciò che ho perso, ciò che non mi appartiene più. Me lo rinfaccia ogni volta che ho il coraggio di ascoltarla; un urlo che scalfisce il mio isolamento, tra le quattro mura della cella di questa silenziosa prigione. Un isolamento da tutto ciò che mi era più essenziale e caro, da ciò che mi è stato più fatale.."
    _note: scritta per il torneo di scrittura. Nella lettera erano presenti due estratti di genere drammatico. L'atro estratto che non ho utilizzato è questo:
    Non riusciva a staccare gli occhi da quella visione raccapricciante. Quel corpo ormai senza vita che aveva amato con tutto se stesso. La mano leggermente protesa verso di lui, mortalmente bianca ed irrigidita, il sangue che gocciava in terra ticchettando, come una litania, scandendo il tempo per lui.




    Christina Perri - The Lonely

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    Il tempo si dilata, perde consistenza, smette di esistere assieme alla tua vita. Si arresta tutto ed i giorni diventano anni, gli anni secoli, e il buio ingoia la tua anima, pezzo dopo pezzo.
    Il dolore non passa con il tempo, non si arresta mai, si accresce, brucia al centro del petto e mozza il fiato.
    Che vita è questa? Tutto intorno non c'è altro che buio e mura spoglie. E silenzio. E lacrime. E dolore.
    Il corpo continua a produrre e a consumare energia, il corpo continua a vivere, ma tu? Tu esisti e basta. Perché la cosa peggiore è che è stato l'amore a privarti della tua esistenza. L'ha ingoiata in un solo boccone e ti ha lasciata in terra come un guscio vuoto, come un giocattolo rotto.

    C’era una volta… sarebbe molto triste iniziare questa mia ultima lettera con questa espressione, ma mi è rimasta pochissima energia per riuscire a scriverti e non so da quale parte iniziare; l’ho scritta e gettata innumerevoli volte, e oramai mi rimangono solamente quest’ultimo foglio e una matita completamente consumata da ogni parola che ho cercato di scrivere. Si è consumata lentamente come la fiamma che mi manteneva viva.

    La mia unica compagna è divenuta la solitudine, che mi ricorda di secondo in secondo ciò che ho perso, ciò che non mi appartiene più. Me lo rinfaccia ogni volta che ho il coraggio di ascoltarla; un urlo che scalfisce il mio isolamento, tra le quattro mura della cella di questa silenziosa prigione. Un isolamento da tutto ciò che mi era più essenziale e caro, da ciò che mi è stato più fatale.

    Tu. Hai versato dell’acqua sulla fiamma che alimentava il mio amore per te, la fiamma che alimentava la mia vita. E ora tutto ciò che mi circonda, è una distesa di ghiaccio, la mia cella, il mio cuore, io; ghiaccio che al minimo tocco si frantumerebbe per lasciare solamente dei frammenti di ciò che ero prima di conoscerti, prima di farmi stregare da te e cadere nella tua trappola.

    Ero fermamente convinta che il nostro amore sarebbe stato in grado di superare ogni ostacolo che avremmo incontrato. Ma mi ero sbagliata, perché non avevo considerato che tu non fossi convinto del nostro legame. Mi hai letteralmente strappato il cuore, lasciando un buco nero al suo posto che sta divorando ogni minuscola briciola di ciò che mi potrebbe concedere una piccola possibilità di riuscire da questo mio personale inferno gelido. Ma lo sappiamo entrambi che tutto ciò è impossibile, che sto prendendo in giro solamente me stessa, credendo di poter fuggire da tutto ciò. Del resto ci ho già provato in passato e mi hai riportato da te innumerevoli volte, per poi decidere di rinchiudermi qui dentro e gettare via le chiavi.

    Non so da quanto tempo mi ritrovo prigioniera, che giorno sia, di che mese, ma di una cosa sono assolutamente sicura: che sono stata tua prigioniera dall'istante in cui i miei occhi hanno incrociato i tuoi. Mi hai allontanato dalla famiglia, dagli amici e da future conoscenze, costringendomi a scegliere tra il mio amore per te e quello verso di loro. Dal momento che ho scelto te, la mia vita ha percorso la strada della solitudine, perché nonostante io ti appartenessi con anima e cuore, tu non eri mio e mai lo sarai.

    E stanotte, nella mia solitudine insonne, mi tormento pensando a te; è come se fossi spezzata in due: una parte di me sa che è sbagliato continuare ad amarti, l’altra sa che il mio cuore non vorrà mai saperne di darmi ragione e che non c’è alcun rimedio possibile a tutto questo. Sono diventata il fantasma della persona che avevo sempre sognato di diventare.

    Leggendo le fiabe, mi sono spesso immaginata come una di quelle principesse che attendevano l’arrivo del loro principe Azzurro, del loro lieto fine; ma le fiabe non son altro che un riflesso distorto delle nostre vite, la vera realtà non è altro che un frutto amaro. La fiaba perfetta è questa: “C’era una volta, una ragazza che non conosceva il vero significato dell’amore e mai lo scoprì. E visse per sempre felice e contenta.” Però non si può vivere in una favola.

    Conoscere il vero amore ci condanna ad assaporare dolori oltre l’immaginabile, confrontato a continue torture che ci divorano dall’interno. È come saltare nel buio: dopo aver percorso questo tunnel, ogni cosa attorno a me, ogni suono, ha cominciato a risplendere di una luce diversa, tutto si era trasformato in qualcosa di magico. E ora il buio accompagna le mie giornate: sono diventata cieca e sorda al mondo; mi sembra di cadere in un pozzo infinito, non riesco a percepire nulla, né il mio corpo, né ciò che mi circonda. Sento solamente l’eco della mia anima, che ti chiama. Hai distrutto tutto ciò in cui credevo, hai distrutto le speranze che mi costringevano al mattino ad alzarmi dal letto, hai distrutto il mio cuore, spezzandomi letteralmente in due. Non ho più padronanza del mio corpo e il mio cuore non mi ubbidisce più; te ne sei impadronito completamente: ogni notte mi costringe ad assaporare quei dolci ricordi, ormai divenuti amari, ripetendoli all’infinito come un disco rotto.

    Questo silenzio assordante mi sta facendo impazzire: mi sembra di poter sentire un lamento, qualcuno che implora aiuto, qualcuno che mi chiama a sé.

    “Torna da me, my Ainsel, rendici di nuovo una cosa sola.”


    Le mie ferite mi stanno trasformando in qualcosa che non sono, l’ombra di ciò che ero prima di incontrarti. Non riesco a ricordare la mia vita prima di quel momento, come se fosse iniziata quando mi sono accorta di te e ogni giorno maledico questo preciso istante. Vorrei poter ricordare cosa sia una vita senza sofferenza, una vita senza di te.

    Ma tutto è iniziato con te e tutto finirà con te.

    Questa lettera sta diventando molto lunga, e diciamoci la verità, non sarà mai letta da te; ma io l’ho scritta per un motivo in particolare: speravo che scrivendo queste parole, sarei riuscita a liberarmi di quell’ultima mia parte che mi tiene legata a te, quella che spera che ci possa essere ancora una possibilità per noi, ho provato infinite volte a piangere, ma nonostante la mente impartisca l’ordine, il corpo e il mio cuore non vogliono ubbidire. Come se appartenessero a qualcun altro.

    Ho desiderato solamente il nostro lieto fine, è tutto ciò che ho bramato da quando il mio cuore ha cominciato a battere per te.

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    Una piccola crepa nel muro di quest'urlo silenzioso, eco della mia solitudine: il rimbombare di un cuore. Il battere di un cuore che si avvicina, l’eco del mio; è il canto del nostro cuore che batte sempre più forte come il lento suono di un tamburo. Si avvicina e con esso aumenta la mia paura, perché in cuor mio so a chi appartiene quel battito; un suono che ho imparato a conoscere a memoria, un canto che accompagnava le mie giornate e le mie notti trascorse a sognarti.

    Ringrazio per la presenza di queste sbarre di ferro che mi separano da te, che m'impediscono di correre tra le tue braccia, come facevo ogni qual volta mi rivolgevi quel tuo sorriso speciale.

    “ Cosa ci fai qui?”

    “ Sono qui per te… sei tu che mi hai chiamato…
    Potevo percepire il tuo dolore dentro di me, il tuo cuore spezzato in due e la tua anima lacerata, che mi richiamavano a te.”

    “ Vattene per favore… lascia che finisca tutto ciò che non avrebbe mai dovuto iniziare.”

    “ Non posso… sono qui solamente per te… hai bisogno di me. Ovunque tu andrai, io ti raggiungerò, sarò con te. Non posso esistere senza di te. Sei tu che mi hai allontanato; sei tu che hai preferito questa cella al mio amore. Non posso permettere che finisca quello che c’è tra di noi, non posso permetterlo: ho provato ad immaginare la mia vita senza di te, ma ciò è impossibile; ho provato ad immaginare l’eternità senza di te, ma ciò è impossibile. Ci ho provato, ma semplicemente non riesco ad immaginarmi senza di te.”

    “ Ti prego non puoi dirmi queste parole… non ho la forza per crederti. Non la forza per continuare a sperare a una vita e a un futuro con te. Hai disintegrato tutto ciò che hai toccato, tutto ciò su cui hai posato gli occhi. Lasciami andare; concedimi di poter vivere senza di te, senza amare la persona sbagliata. Concedimi di percorrere una strada senza la tua compagnia. Liberarmi dalla mia dipendenza da te. Concedimi una cura da quest’amore. Concedimi di dimenticare cosa significa amarti.
    Se veramente mi ami come continui ad affermare, lasciami andare. Liberarmi…”

    “ Non posso... tutto ciò che desidero, è stare con te. Vorrei, ma non posso cambiare le cose tra di noi.
    Guardarmi negli occhi e dimmi che nonostante il dolore, le lacrime, la porta del tuo cuore è ancora aperta per me, che non sarà mai chiusa a chiave…”

    “… Non posso…”

    “Dimmi, ho mai fatto qualcosa che ti costringesse ad amarmi? Non ti eri mai accorta della mia presenza, della mia esistenza, prima che io cercassi di farmi notare da te. Non ti eri mai accorta della tua bellezza, della tua preziosità prima che io la elogiassi.”

    “ Mi hai cambiato, hai cambiato il mio modo di pensare, tutti i miei sensi. Mi hai costretto a vedermi con occhi diversi. Mi hai costretto ad amarti, a vivere solamente in funzione di te e di nessun altro…ora vattene, lasciami da sola per favore…”

    “ Facciamo così. Me ne andrò se risponderai a una semplice domanda: cosa vedi quando mi guardi?”

    “ Vedo gli occhi più belli e profondi, il sorriso più luminoso, i capelli più soffici, la personalità più brillante e il cuore più grande di tutto l’universo…”

    “ Devi essere più precisa, se vuoi veramente che me ne vada.”

    “ Vedo la persona con cui sono cresciuta, la persona che ho imparato ad amare e odiare, la persona che era sempre pronta ad ascoltarmi. Vedo l’altra parte di me. Vedo me stessa.”

    “ Allora torna da me, ti prego. Mi manchi. Mi manca la parte migliore di me. Prometto che non ti lascerò mai sola, che ogni volta che avrai bisogno di me, io ci sarò; prometto che sarò per sempre tua. Torna da me, my Ainsel, rendici di nuovo una cosa sola.”


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    Mi chiedo se il mio cuore potrà mai battere per qualcun altro o se invece sarà sempre diviso in due parti, costringendomi ad amare me stessa nonostante sia sbagliato e immorale, nonostante mi abbia allontanato da tutto e mi abbia fatto disprezzare da tutti. Vorrei poter dire di essere in grado di impedire tutto questo, ma anche se lo desiderassi, non potrei cambiare ciò che provo: ho cercato di strappare questa parte di me che mi costringe a sentire questi sentimenti, sono anche fuggita da me stessa, ma ciò non è servito. Ma ora mi domando se ciò che sto provando è veramente indecoroso: è forse peccato amare immensamente qualcuno, da voler donare l’universo intero, pur di renderlo felice? E se questa persona fossi io, cambierebbe il fatto che si tratta pure sempre di amore? Io mi amo, si tratta pur sempre del verbo amare.

    Voglio solamente vivere anch’io la mia favola e avere il mio lieto fine.


    Note dell’autrice: Ainsel è il nome di una fata di una fiaba celtica. Significa me stesso/a.

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    Edited by *Ainsel - 3/4/2013, 13:36
     
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