Ti va di fare un gioco?

storia a capitoli | verde | generale -romantico

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    Ti va di fare un gioco?



    _autore: Giu.
    _genere: Generale - romantico
    _rating: Verde
    _tipologia: Storia a capitoli
    _breve descrizione: Una ragazza orfana di padre che ama l'ironia, la musica e la sua macchina fotografica. Non compatitela solo perchè non ha il padre.
    Una madre un po' stravagante, che cerca di tirare su al meglio la propria figlia, che cerca di colmare almeno in parte quel vuoto che ha sia lei che sua figlia anche se entrambe non lo dimostrano.
    Una storia, ma che dico, la loro storia, con momenti divertenti, ironici, tristi.. Risciranno entrambe a trovare il loro Peter?
    _note: Premetto che non ho mai scritto una storia a capitoli anche se ho sempre voluto. Rileggendo una mia vecchia one-shot E' un arrivederci ho pensato: "E se scrivessi un continuo dal punto di vista della figlia?" E quindi eccomi qui a scrivere una specie di prologo.
    Anche il più minuscolo dei vostri consigli per me saranno fondamentali, vorrei sapere se è il caso di continuare o abbandonare questa idea.





    Prologo


    La mia amata sveglia mi riscuote dal mio meraviglioso sonno, fuori c'è il sole, gli uccellini cantano, sorrido alla mattina. Ah, che bello..

    Fermi tutti!

    Ma che cavolo dico.
    La mia maledetta sveglia mi sveglia, è il suo compito ovvio, peccato che non riesco a spegnere quel maledetto affare perchè lo non riesco a trovare, fuori piove e gli uccellini, appena esci in strada, ti lasciano i loro amati ricordini.
    Non siamo in una favola, non mi addormenterò per colpa di qualche maledizione lanciata da una brutta strega zitella e non ci sarà nessun bacio da parte di un principe sconosciuto che mi sveglierà.

    Si sono una ragazza, e la mia storia non è la classica storia di una ragazza figlia di papà o stronza che si sveglia alla mattina felice, va in giro in strada si scontra con uno sconosciuto e..
    Puff!
    Amore a prima vista e tutti felici e contenti.

    Seeeeee. E voi ci credete seriamente? Nàààà, se no a quest'ora avrei tanti di quei principi che farei invidia ad Angelina Jolie.

    Ritornando alla mia sveglia, ma dove cavolo è?
    Maledetta, ti nascondi e non smetti di spaccarmi i timpani.

    "Ronnie! Alzati che il caffè è pronto."

    Lei è mia madre, Dafne, una donna dolce, ironica, sicura di se, che odia la mattina e..
    ..E' single.
    Mio padre è morto quando io avevo neanche cinque anni, non mi ricordo molto di lui, anzi poco o niente, ma in un certo senso l'ho sempre conosciuto; mamma mi raccontava sempre la sua storia con papà: di come si sono incontrati, conosciuti, di quando sono nata. Dice che gli assomiglio molto, dice che ho i suoi occhi e il suo carattere.
    Aveva trentasette anni e si chiamava Peter.
    A volte la vedevo, senza che lei mi notasse, piangere da sola nella loro camera da letto con una sua foto o felpa in mano.

    "Ronnie, alza quel tuo adorato culo e scendi. Subito!"

    Com'è simpatica, vero?
    Controvoglia, scosto le coperte, cerco invano le ciabatte che, come la sveglia, non trovo e mi avvio verso il piano di sotto per la mia "colazione".
    Saluto mamma con un "giorno" e inizio la mia giornata: bevo il mio caffè bollente, mi lavo la faccia, mi vesto, mi pettino, guardo l'orologio.. Faccio quello che fanno tutti.
    Aspetta..
    SONO LE SETTE E CINQUANTA!

    "MAMMA, SONO LE SETTE E CINQUANTACINQUE!!" Urlo.

    "Cosa?"

    "SONO LE SETTE E CINQUANTACINQUE!" Ripeto a quella che in teoria dovrebbe essere la donna che mi ha generato.

    "Porco contadino che zappa la terra e coltiva cetrioli!" Esclama.

    Sì lo so, non è normale.









    1. Click
    2. Ciao sconosciuto
    3. Checkpoint
    4. Incubo
    5. Oh, figo!


    Edited by Giu. - 30/12/2013, 17:46
     
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  2. Storm
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    "Porco contadino che zappa la terra e coltiva cetrioli!", l'hai pubblicata XD (sempre povero contadino, eh XD) Aspetto il primo capitolo io :guru:
     
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    Storm!! *^* :heart: :excited:
    Si alla fine mi sono decisa, scusa l'attesa, a breve metterò anche il primo capitolo ^^
    Ehh povero contadino, fa solo il suo lavoro ahahah
     
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  4. Storm
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    Scusa di che XD E chiamami pure per nome :3 (che sarebbe Maristella XD)
     
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    Con molto piacere :)
     
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    Click

    Dopo essere sopravvissuta miracolosamente alla guida spericolata e mortale di mia madre, mi trovo ancora davanti al tanto odiato cancello rosso della scuola.
    Frequento la quarta liceo, in un istituto così ben messo che: i caloriferi funzionano, se tutto va bene, a novembre e gennaio e se funzionano in quei mesi sembra di stare in agosto, tutti gli studenti vanno in giro con canotte e chi anche con i pinocchi mentre, se sei sfortunato più della metà della classe indossa i cappotti durante le lezioni e le prof sembrano locomotive per tutto l'inverno; le maniglie delle porte a volte ti rimangono in mano; quando ti siedi rischi di ritrovarti con le chiappe per terra.
    Ah, non dimentichiamochi del preside che si presenta solo per augurarti un buon anno scolastico e per gli auguri di Natale.
    Una scuola fantastica insomma.
    "Ronnie!"
    Non ebbi neanche il tempo di girarmi per capire chi mi aveva chiamato che una ragazza mi strotolò in un abbraccio.
    Lei è Aurora o come la chiamo io, Lola. Ha la mia stessa età ma è il mio esatto opposto, lo dimostra il fatto che lei ha sempre un sorriso stampato in faccia anche di prima mattina quando io, al contrario suo, non mi sono ancora svegliata del tutto.
    Entrambe però nutriamo la stessa identica passione: fotografia.
    Io amo fare le foto, immortalare la gente quando meno se l'aspetta, quando è al naturale senza alcuna posa rigida o pensata. Mi piace riprendere le loro espressioni quando parlano al telefono con amici, quando ridono o mangiano ecc avete capito no?
    Chi conosceva mio padre dice che ho preso anche questo da lui. Dicono anche che ho il suo sorriso, ma questo io non lo posso sapere.
    Ho i suoi stessi occhi, un azzurro tendente al verde in alcuni giorni e i suoi stessi capelli neri come la pece: ho le sue stesse piccole orecchie, ma al contrario di lui io ho i piercing. E come lui sono magra.
    Era proprio un bell'uomo vero?
    Il resto è tutto di mamma: il naso che va un po' all'insù; il labbro inferiore che è leggermente più "gonfio" rispetto a quello superiore; e come lei sono piatta come una tavola.
    A volte spero con tutta me stessa che questa scarsa seconda diventi una terza ma la mattina sono sempre una misera seconda. Grazie mille mamma adorata.
    La giornata è la solita ruotine: la noia totale dove i professori spiegano ma quasi nessuno segue realmente, con verifiche a sorpresa che mettono in crisi noi studenti e quei unici minuti di pausa dove una mandria di studenti si catapulta fuori in giardino per fumare la loro amata sigaretta e dove davanti alle macchinette c'è sempre una fila di persone che aspettano il proprio turno per prendersi una qualche schifezza da mangiare.
    "Mi accompagni fuori così mi fumo una sigaretta?" Mi chiede Lola.
    "Ma, ma, ma.. era quasi il mio turno alle macchinette!" Dico sconvolta con la faccia da cucciolo bastonato.
    "Offro io quando torniamo."
    "Posso amarti?"
    "Sogna cara, sogna."
    "E me non mi ami?" Subentra improvvisamente Jack, il mio migliore amico.
    "Sicuro, ma solo perchè ti chiami come Sparrow"

    "Ronnie, cavolo fai schifo. Sembri una che non mangia da settimane!" Esclamano all'unisono Lola e Jack, mentre addentavo il mio terso panino. La mia fortuna è che con tutto quello che mangio non ingrasso e questa cosa non va molto giù a Lola, che ci vuole fare, io invidio lei per le tette e lei mi invidia perchè sono uno stecchino. C'est la vie.
    "Oggi che avete in programma?" Ci domanda Jack, con la solita sigaretta in bocca.
    "Non ne ho idea."
    "Io invece devo fare la babysitter a Tyler, qualcuno mi aiuti, quel bambino è fissato con le mie tette, mi fa paura." disse Lola, Jack ed io ci guardiamo per un istati e poi.. Scoppiamo a ridere sguaiatamente.
    Tyler è un bambino di nove anni, un bimbo dall'aspetto dolce ma che se vuole ti sfinisce psicologicamente, un tipetto furbo fissato poi alle tette e ai culi. Sua mamma l'anno scorso aveva chiesto aiuto a Lola visto che era una sua vicina, perchè con il lavoro non riusciva sempre a badare al figlio e gli dispiaceva lasciarlo solo in casa e così Lola mossa da un pizzico di tenerezza e compassione si è ritrovata a curare a volte a quel piccolo diavoletto.
    "Siete degli amici stronzi lo sapevate?"
    "Susu, piccina, non ti abbandoniamo, ti lasciamo soltanto sola fino a domani." Le dico mandandole un bacio con la mano.


    “Sei tu Roro?” Mi chiede mia madre appena chiusi la porta di casa. “No, sono il suo fantasma!” risposi ironicamente.
    “Spiritosa la ragazza. Ah, miss simpatia ricordati tocca a te portare fuori la pattumiera." mi ricordò mentre ero intenta a salire le scale.

    Cuffie nelle orecchie, musica a tutto volume e macchina fotografica al collo.
    E' il crepuscolo ormai, il momento più bello della giornata e in quel parchetto si riuscivano a fare meravigliose fotografie. Quando mamma usciva alla sera per il lavoro, mi piaceva venire qui, mi rilassava.
    Click. Foto al fiorellino.
    Click. Al gattino.
    Click. Al cielo.
    Click. Ad un ragazzo.
    Mi irrigidii all'istante, non mi ero accorta della sua presenza.
    "E' venuta bene?" Domanda.
    "Cosa?" Chiedo disorientata.
    "La foto, quella che mi hai appena fatto." La foto, ovvio, sono proprio una scema.
    "Oh.. Ah, sì, scusa non ti avevo visto, ora la cancello subito."
    Mi sorride e, mentre ero intenta a cercare la foto per eliminarla, com'era arrivato sparì. Quando alzai lo sguardo ormai lui non c'era più.
    La foto era venuta proprio bene, l'avevo preso di profilo: era seduto sull'altalena e guardava dritto davanti a se con una sigaretta accesa tra le dita affusolate. Sarebbe stato un peccato eliminarla.
    Non la cancellai, l'avrei fatto quando sarei tornata a casa.

    La foto il mattino dopo era ancora lì.
     
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  7. Storm
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    Bel capitolo, molto scorrevole nella lettura :3 L'unico appunto devo farlo sul tempo che usi, generalmente è al presente, ma alcune volte è al passato. :nu: Detto ciò... *___* chi è questo ragazzo misterioso?! Già mi sembra un bel bocconcino *coff coff* tipo! :guru: Ouh! (esclamazione random) Anch'io ho un'amica che si chiama Aurora ed ha più tette ed è più in carne di me ò.ò (sarà il nome che ispira?! XD) Però la si chiama Rora o Roah per abbreviare :3 Oookay, la smetto con queste chiacchiere inutili! :culet:
    Ho notato qualche errore di battitura, ma non li ho segnati ed ora ho troppo sonno per cercarli, pardon!
    Alla prossima :flower:
     
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    Dopo millenni sono riuscita a scrivere e a pubblicare il secondo capitolo ^^'


    Ciao sconosciuto

    "Un caffè lungo"
    "Uno macchiato"
    "Un.."

    Le ordinazioni arrivano una dopo l'altra: uno vuole questo, un altro quest'altro e chi è dietro al bancone deve preparare il tutto velocemente e alla persone giusta con la musica in sottofondo che ti fa compagnia.
    Alcuni clienti ti ringraziano, altri ti guardano con sufficienza, altri ancora ammiccano.
    Ecco, se vi state chiedendo se io sono quella che ha ordinato il caffè lungo e che se ne sta pacociamente spaparanzata sul divanetto vi state proprio sbagliando.
    Sortunatamente sono quella che sta servendo tutta gente al bancone.
    La maggior parte dei pomeriggi li passo qui, da Joe, per dargli una mano e per prendere qualche spicciolo, è un locale carino e semplice.
    Durante la pausa con la Canon in mano non riuscivo a staccare gli occhi dalla foto fatta qualche sera prima, indecisa; la cancello o non la cancello? Non riuscivo a decidermi e neanche mi sono resa conto che Jack era di fianco a me e fissava pure lui la foto.
    "Chi è?" Chiede.
    "Non ne ho idea. L'ho incontrato qualche sera fa al parchetto vicino a casa mia, sai quello dove ci incontriamo sempre in estate? Ecco, stavo facendo le foto un po' a caso e per sbaglio lo fotografai. Non so se cancellarla o meno, è venuta così bene.."
    "Sei indecisa solo perchè è venuta così bene?" Chiede con sguardo malizioso.
    "Be' sono a fare fotografie no? E come tutte le foto che faccio anche questa è venuta bene, ma vostra signoria, perchè sei qui scusa? Non hai nient'altro da fare?" Le mie orecchie diventano bollenti, le sento bollenti.
    Ride "Sono venuto per chiederti se tu alla fine farai il corso di teatro."
    "Non ne ho idea, può darsi."

    Sono sull'altalena, dopo giorni sono venuta qui, forse per curiosità, forse per chiedergli a che cosa stava pensando quando gli ho scattato la foto, non ne ho idea.
    Sono sull'altalena dov'era lui questa volta sono senza la Canon, accompagnata solo dalla musica.
    E naturalmente quando sto ascoltando la mia canzone preferita mi suona il cellulare, ovvio. E' Jack, è sempre solo lui che mi chiama quando l'ascolto.
    "Ti odio."
    "Anche io ti voglio bene."
    "Stavo ascoltando la mia canzone preferita."
    "Ora comprendo tutto. Non dirmi che sei al parchetto."
    "Non sono al parchetto."
    "Non prendermi in giro, tu sei al parchetto."
    "Oh, deciditi Sparrow, sei tu che mi hai chiesto di non dirti che sono al parchetto."
    "La mia domanda era ironica idiota."
    "E dillo prima."
    "E arrivaci prima." Sembriamo due bambini, ma daltronde noi siamo fatti così.
    "Come mai mi chiami comunque?"
    "Per vedere se pensavo giusto."
    "Vuoi un applauso?"
    "Ovvio."
    "Mi dispiace, ho le mani occupate."
    "Come sempre."
    "Idiot-AHHH"
    Non sono nemmeno riuscita a completare il mio dolce nomigliolo che mi qualcuno mi ha dato una spinta facendomi prendere un colpo.
    Mi giro e indovinate indovinello? E' il tizio della foto.
    "Roro, mi hai spaccato un timpato. Tutto bene?" Jack!
    "Sìsì, devo andare ora. Ci vediamo domani, notte Jack." Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere che ho chiuso la chiamata.
    "Mi hai fatto prendere un colpo, lo sai vero?"
    "Era il mio intento infatti." Risponde con un ghigno e sa sicuramente che ha una dentatura fantastica, se tutti avessero i suoi denti i dentisti fallirebbero in due secondi.
    "Se volevi uccidermi mi dispiace ma hai fallito, vuoi ritentare per caso?"
    "La prossima volta magari."
    "Meraviglioso." Dico alzando gli occhi.
    "Ma sei sempre così scorbutica con la gente?"
    "No, ma va'. Se uno sconosciuto ti fa prendere un infarto quando tu stai parlando con una persona gli fai un regalo e lo riempi di baci."
    "Mi chiamo Mirco.
    "Ronnie."
    "E' da un po' che non vieni al parchetto."
    "Vengo solo quando ho tempo, tu che cosa ci fai qui?"
    "Mi piace venire qui."
    Il mio cellulare suona di nuovo, ma che è? Oggi mi devono parlare tutti quanti?
    Questa volta è mia madre.
    Cacchio, il film!
    "Io vado, ciao sconosciuto."
    "Mirco."
    "Sì giusto, ciao Mirco."
    "Ciao Ronnie."

    "Sono a casa!"
    "Bentornata, ora porta il culo qui che se no ti prendi l'inizio." Il caloroso e fine saluto di mia madre, che dolce che è questa donna.
    "Come siamo fini mamma!"
    "Hai cinque secondi, se no niente pop-corn."
    "Arrivo!"

    Edited by Giu. - 4/12/2013, 20:41
     
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  9. Storm
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    Ciao Mirco! :guru: Sono troppo curiosa di vedere come evolverà il rapporto fra lui e Ronnie, che è davvero un tipetto XD Mi ispira molta simpatia :3 (nonlacancellarelafotooo) Trovo molto carino che lei e la madre guardino un film la sera insieme, con la mia mamy succede molto raramente perché ha sempre da fare -.-" Immagino, poi, che il rapporto tra lei e Ronnie sia particolare rispetto alla norma essendo rimaste in due ed avendo perso entrambe una persona così importante ç__ç
    Siamo solo agli inizi, devo attendere pazientemente futuri sviluppi, ma è dura! :why:
    Piccolo errore:
    CITAZIONE
    Le ordinazioni arrivano una dopo l'altra: uno vuole questo, un'altro quest'altro e chi è dietro al bancone deve preparare il tutto velocemente e alla persone giusta con la musica in sottofondo che ti fa compagnia.

    Senza l'apostrofo :3

    Un paio di annotazioni:
    CITAZIONE
    La maggior parte dei pomeriggi li passo qui, per dargli una mano e per prendere qualche spicciolo, è un locale carino e semplice.

    Qua mi sa che mi sono persa io, per dare una mano a chi?

    CITAZIONE
    Sono sull'altalena, dopo giorno sono venuta qui, forse per curiosità, forse per chiedergli a che cosa stava pensando quando gli ho scattato la foto, non ne ho idea.

    Intendi il giorno dopo? ^^
     
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    Sono contenta che hai notato il particolare del film anche se ha solo tre righe.
    Ahahahahah spero di scrivere il continuo il più velocemente possibile così non ti lascio troppa curiosità ;)
    E grazie mille per la correzzioni ^^
     
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  11. Storm
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    Di nulla >< Grazie a te per cercare di velocizzarti per me! :sweet:
     
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    Figurati, sono già a metà capitolo oggi ho avuto l'ispirazione divina *^* Ahahahahahah
     
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  13. Storm
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    Giu, ho da poco fatto l'account su EFP, vedo in firma che ce l'hai anche tu... se vuoi ci copio i commenti alle storie fatti qui sul forum :3 (se mi sono espressa bene .__.)
     
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    Certo! Sarebbe fantastico :heart:
     
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    Checkpoint

    E i giorni si susseguono, passano velocemente
    "Com'è avere i fratelli?" chiedo. Siamo al parco, stesi sull'erba.
    "E' stressante, è sia bello che un rompimento di scatole. Ci sono periodi in cui si litiga ogni secondo e altri in cui scherziamo. Cos'è, vuoi un fratellino?"
    "Anche se lo volessi non potrei mai averlo."
    "Be' come hanno fatto te faranno anche il fratellino, basta che quel giorno tu sei fuori casa come adesso e poi ti arriva." Dice sorridendo.
    "Manca il semino, il cosino. Sai, quella cosa che avete voi, il vostro aiuto che se va a buon fine si arriva al checkpoint? Ecco, manca quello."
    Si alza a sedere e mi guarda, come se fossi posseduta. Be' dopo la mia uscita del checkpoint credo che sia normale.
    "Tu sei strana forte. Ma i tuoi non si arrabbiano visto che sei sempre qui? Non è che poi mi ammazzano di botte perchè ti rapisco ormai ogni sera? Non voglio morire."
    "No, tranquillo, non ci sarà nessun padre con il fucile carico o la mazza da baseboll che ti inseguirà." Dico ridendo.
    "Sicura?"
    Rido, perchè è la verità: non ci sarà mai nessun padre che lo inseguirà per ammazzarlo, nessun padre che gli farà una ramanzina tanta per non farmi sfornare un bambino, perchè il padre non c'è.
    "Sicura. Nel peggiore dei casi ci sarà una madre pazza che ti salterà addosso, niente papà." Sorrido amaramente.
    Si alza di nuovo e mi guarda in modo confuso, non capisce.
    "I tuoi hanno per caso divorziato?"
    "No."
    "Tuo padre è via per lavoro?"
    "No."
    "Allora non capisco."
    "Sei credente, o sei mai stato credente?"
    "Lo ero."
    "Ecco, sai quando da bambini i nostri genitori ci raccontavano che saranno sempre con noi, vicini a noi e ci sorveglieranno dall'alto e quelle cose lì?"
    Nel suo silenzio riesco a sentire il suo cervello che lavora, riesco a sentire i suoi pensieri fino ad arrivare alla conclusione esatta grazie a due fattori: uno il din che ha fatto il suo cervello quando è arrivato alla conclusione esatta, due perchè il suo sguardo diceva tutto.
    "Non ricordo quasi nulla di lui, ho vaghi ricodi. Mi hanno raccontato che è morto per un tumore e che ci ha amate tanto me e la mamma, dicono molti che gli assomiglio e che ho ereditato da lui l'amore per la fotografia."
    Mi strige la mano e torna giù sdraiato, in silenzio, ma la sua presa è forte e questo gesto vale molto di più di una qualsiasi frase di conforto.
    "Il nasino che va all'insù l'hai preso da lui?"
    "No, il nasino è di quella pazza di mia madre, come questa tavola da surf che ho al posto del petto." Dico facendo una smorfia guardando il mio misero seno.
    Ride.
    Quando ride spuntano fuori le fossette e io le adoro, adoro quando ride e adoro quelle fossette, mi fanno venire voglia di morderle.

    Ogni sera ci ritroviamo nel solito posto, nella zone delle altalene, alla solita ora.
    Nel tempo passato assieme ho imparato a conoscerlo, piano piano. E' un pazzoide, a volte ci sono serate in cui porto la mia Canon e gli faccio foto a random dove fa espressioni buffe; altre in cui faccimo a gara a chi sale più in alto con le altalene, vince sempre lui; altre ancora dove mi "aiuta" a studiare il copione per il teatro -alla fine partecipo al corso-, ma finiamo sempre per fare gli idioti.

    "Ti piace." Ecco che Lola esce fuori con una sua idiozia.
    "Ma fammi il piacere, siamo solo amici."
    "Dicono tutti così, vero Jack?" E' scorretto, non può chiedere aiuto a Jack, a cui non do nemmeno il tempo di aprire bocca.
    "Scusa e allora il rapporto che abbiamo con Jack che cos'è? E' uguale, io e lui siamo solo amici." Dico innervosendomi.
    "Sarà, ma farti una camomilla no vero?"
    "Meglio un caffè"
    "No piccina, già sei alterata se poi bevi pure il caffè siamo messi male."
    "Ma dai mammina, fammi contenta."
    "E andiamo a berci 'sto caffè."
    "E' per questo motivo che ti adoro."
    "No, è perchè ho lo stesso nome di Jack Sparrow che mi ami."
    "Vero."
    "Oggi andiamo in un pub?"
    "No."

    "Perchè sono qui?" Chiedo amareggiata.
    "Perchè mi vuoi molto bene Roro."
    "In questo momento ti voglio molto male Lola."
    "Siete buffe sapete?"
    "Senti da che pulpito." Diciamo sbuffando nello stesso identico momento a Jack.
    "E dopo questo ho ragione io."
    "Questa persona buffa va a prendersi qualcosa da bere."
    "Un angelo blu per favore." Chiedo al barista una volta al bancone.
    "Ciao." Mi saluta un ragazzo che avrà una ventina d'anni.
    "Ciao." Rispondo
    "Ti va di bere qualcosa con me?" Si avvina forse anche un po' troppo per i miei gusti.
    "Sono già in compagnia e ho già ordinato." Gli rispondo alzando il bicchiere che fortunatamente il barista mi aveva appena dato.
    "Mi lasci tutto solo soletto quindi?"
    "Esattamente."
    "Come siamo cattivi allora."
    "Tua mamma non ti ha mai detto di stare lontano alle persone cattive?"
    "Roro, ma quanto ci metti?" Mi urla dal tavolo Lola. La mia salvezza!
    "Arrivo!" Dico a Lola. "Ciao ciao."

    Edited by Giu. - 8/12/2013, 13:15
     
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