Insomnia

One-shot || Song-fic e Romantico || Rosso

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    Insomnia


    _Autore: Ryo13
    _Genere: Song-fic e Romantico
    _Rating: Rosso
    _Tipologia: One-shot
    _Breve descrizione: Quali percorsi intraprende la mente, quali ombre si ergono ad intimorirci, durante una notte insonne mentre la donna che amiamo giace addormentata accanto a noi?
    _Note: Ho cercato di mettere a parole la scena che ho sempre immaginato ascoltando 'Tu sei, tu sai' di Nek. Trovo che questa canzone esprima bene l'amore di un uomo per una donna e le sciocche paure che a volte lo sorprendono nei momenti più impensati.



    Canzone: 'Tu sei, tu sai' di Nek




    Il silenzio della notte aiutava a rilassarmi, ma era così profondo che creava una specie di frastuono che non mi permetteva di prendere sonno.
    Immerso in quel buio, spezzato solo dalla luce delle stelle che filtrava attraverso le persiane, non potevo far altro che rincorrere pigro i pensieri che si affollavano nella testa.
    La mia vita, soppesata nelle prime ore del mattino, sembrava breve ma ricca: dovevo tutto alla donna che mi stava accanto.
    Bella... così bella... la creatura più bella che avessi mai visto, mai toccato, mai assaporato.
    La mia piccola stella giaceva supina sul letto disfatto, tra le coperte scomposte, ed io non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
    Quel viso così sereno, la sua pelle morbida... ogni cosa mi allettava; volevo allungare la mano ed accarezzare la dolce curva del collo, le fragili ossa delle clavicole... scendere fino ad accarezzarle il seno e riempirmene le mani per stuzzicare i capezzoli... mi sembrava di sentire di nuovo i suoi gemiti, di sentirla contorcersi sotto di me mentre respirava affannosa come appena qualche ora prima...
    Stavo di nuovo ardendo.
    L'erezione era esplosa senza preavviso e sentivo il sangue pomparmi nelle vene ed il membro pulsare caldo tra le mie cosce, ma sapevo di dovermi trattenere: il mio angelo era così rilassato nel suo riposo che sarebbe stato un peccato destarlo solo per l'egoistico istinto di stringerlo di nuovo a me.
    Ma mentre cercavo di trattenermi, un pensiero, crulede, mi attraversò la mente trafiggendomi il cuore!
    E se non avessi mai più potuto toccarla? Ora eravamo qui, eravamo insieme, stretti vicini nel letto dove avevamo fatto l'amore innumerevoli volte, eppure nulla mi garantiva che saremmo stati insieme per sempre: non esisteva certezza alcuna che quel giorno, quel nuovo giorno che si apprestava ad arrivare, non sarebbe stato quello che me l'avrebbe portata via! In fondo bastava poco, io lo sapevo bene... Un niente e la vita avrebbe potuto strapparmela con un incidente, una malattia, una calamità naturale o la più diffusa crudeltà degli uomini!
    Una distrazione, ed al mio piccolo angelo avrebbero potuto strappare le ali! Che pensiero tremendo... preferivo rifuggirlo, accantonarlo. Tanto più che non avevo il potere di fare o prevenire nulla; a tal proposito, l'unica arma che mi rimaneva era la preghiera. E pregavo concentrandomi su tutta la mia speranza, come se questa, da sola, potesse tenerla in vita e salvarla dai mali in agguato del mondo estrerno.
    Tornavo ad osservarla giacere serena ed ignara del tormento che, involontariamente, il mio amore per lei mi provocava.
    Ogni tanto si muoveva leggermente. Poi un tenue sorriso distese le sue labbra piene, ed emise un sospiro.
    Ah! Sognava... A pochi centrimetri da me sorrideva a qualcuno che vedeva con gli occhi della mente.
    'Potrebbe trattarsi di me?' mi chiedevo mentre quel pensiero mi gonfiava il cuore di speranza e dentro ruggiva un istinto maschile vecchio quanto il mondo che mi spingeva a reclamarla come mia.
    'Mia, mia, mia...'
    Ma se non ero io? E se la persona che popolava i suoi sogni -che la stringeva e faceva l'amore con lei- fosse stata qualcuno di diverso da me? Qualcuno più caro al suo cuore?
    La vampata di orgoglio era mutata all'improvviso in tetro terrore.
    Sembrava sciocco, ma mi ritrovavo ad essere geloso di un sogno.
    Ero combattuto tra l'istinto di svegliarla, parlarle, assicurarmi che fossi davvero io la persona che amava, e la paura di scoprire che non provasse per me quello che io provavo per lei.
    Ora, all'improvviso, sembrava peggiore la possibilità che fosse lei a lasciarmi, volontariamente, per correre tra le braccia di un altro, piuttosto che mi venisse portata via dalla morte alla quale non c'era rimedio.
    Aaah! Avrei voluto picchiare con tutte le mie forze qualsiasi uomo potesse avvicinasi a lei! Volevo distruggere quell'ombra della sua mente che non ero io! Straziare qualsiasi rivale e riempire interamente i suoi pensieri, i suoi sogni, il suo cuore con la mia essenza!
    La luce dell'alba entrava prepotente dagli spiragli della finestra, rubando il buio della stanza.
    Mi decisi ad allungare una mano e con dita incerte, sfiorai la sua spalla e scesi lungo il braccio. Trattenermi dallo stringere convulsamente le sue mani tra le mie mi costava fatica, ma la paura era più forte.
    Ed ora che si muoveva, facendo scivolare a terra il cuscino, mi ritrovavo a trattenere il fiato in attesa che si destasse.
    I suoi occhi... quegli splendidi occhi color nocciola, si focalizzavano sempre di più sulla realtà: prima socchiusi, poi, dopo qualche leggero e veloce battito di ciglia, si spalancavano fissandosi sui miei.
    «Ti stavo sognando, amore» mi dicesti sorridendo, con la voce roca dal sonno.
    La guardavo con gli occhi sbarrati, stupefatto che mi avesse salutato, quel mattino, proprio con le uniche parole in grado di placarmi in quel momento.
    E così come l'alba aveva trascinato con sé le ombre della notte, il mio animo di trovava libero da tutte le paure, i tormenti e le angosce: si fecero spazio in me la certezza, la felicità, l'amore e la speranza, più forti perché temprate dalle prove del dubbio.
    E non c'era più nulla a trattenermi, più nulla a spaventarmi: le mie braccia l'avevano circondata, le mie mani iniziavano a percorrere frenetiche quelle curve a me così care. Il mio respiro si perdeva tra i suoi capelli di seta che, scompigliati, cadevano in morbide onde nere.
    Le sussurravo senza posa il mio amore, in piccoli ansiti inframmezzati dai baci che le distribuivo sul corpo, ovunque la mia bocca riuscisse ad arrivare.
    Ed era una gioia per me, un sollievo, sentire la sua risata che prorompeva vivace nell'aria, che scacciava via quel silenzio troppo profondo.
    Con quella luce complice nei occhi, giocava con me, spingendomi via, scalciando e nascondendosi tra le lenzuola, cacciando fuori qualche urlo quando tentavo di toccarla.
    Ed io, pazzo di lei, pazzo del suo ardore, non riuscivo a far altro che cercare di prenderla, di imprigionarla, anche a costo di farlo contro la sua volontà. Ma lei lo voleva. Lei mi voleva, quindi stanca di giocare, impaziente quasi quanto me di andare oltre, si voltava sorridendo e mi prendeva fra le mani il viso sussurrando «Fammi tua.»
    E in un attimo ero su di lei; le strappavo via quell'espressione divertita calando la bocca sul lobo del suo orecchio e assaporandolo come se stillasse il nettare più dolce, mentre le mie mani si insinuavano tra le sue cosce, accarezzandone l'interno per poi penetrarla senza preavviso e strapparle un gridolino. Le mie mani si muovevano secondo il ritmo del cuore che mi batteva impazzito nel petto e sembrava non sapere come contenere tutto quell'amore. Lei, intanto, si contorceva, gemeva e spingeva col bacino verso di me, offrendosi completamente mentre con le mani mi accarezzava il collo, mi afferrava i capelli e faceva forza per avvicinarsi a me; e la sua lingua mi lasciava una scia umida ed infuocata sul petto.
    Chiamava il mio nome, mentre sollevava il viso e prendeva a baciarmi con forza, quasi ne valesse della sua vita. Le nostre lingue si intrecciavano proprio nel momento in cui, penetrandola, si allacciavano anche i nostri corpi. La possedevo ad un ritmo costante, come eseguendo una danza istintiva, antica e potente.

    E mentre la città, fuori dalla finestra, si destava, il nostro mondo -fatto solo di noi due e dei nostri corpi uniti- si tratteneva fermandosi per un momento, per esplodere nel successivo lanciando, in uno spazio non fisico, schegge luminose d'amore che si conficcavano l'uno nel cuore ardente dell'altro.






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    Edited by Ryo13 - 14/5/2014, 22:13
     
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  2. sylvain.
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    rita cioè *ç* troppo figa! un pò paranoico il ragazzo però! ahahhahaha
     
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    CITAZIONE (sylvain. @ 29/7/2011, 23:11) 
    rita cioè *ç* troppo figa! un pò paranoico il ragazzo però! ahahhahaha

    Ahahaah XDD Grazie e già! Anche io lo pensavo a volte sentendo la canzone... vabbè che con la voce di nek era teneroso e basta XDD

    Ho cambiato l'immagine sotto al titolo... penso che questa di ora sia più carina ^^
     
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  4. lee‚
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    Wow Rita! ** E' davvero bellissima questa tua shot! Complimenti, mi è piaciuta moltissimo!! :heartblue:
    Ci sono solo alcuni piccoli errori che ho notato:
    CITAZIONE
    distese le sue labbra piene, ed emie un sospiro.

    emise.
    CITAZIONE
    quasi ne valesse della tua vita.

    sua.

    Comunque, ci sono alcuni pezzi che mi sono piaciuti davvero tantissimo!!
    Per esempio, questa parte:
    CITAZIONE
    Ed io, pazzo di lei, pazzo del suo ardore, non riuscivo a far altro che cercare di prenderla, di imprigionarla, anche a costo di farlo contro la sua volontà. Ma lei lo voleva. Lei mi voleva, quindi stanca di giocare, impaziente quasi quanto me di andare oltre, si voltava sorridendo e mi prendeva fra le mani il viso sussurrando << Fammi tua >>.

    E poi anche il pezzo finale! Molto intensi e veramente bellissimi... :heartpink:
    Brava Rita, mi hai trasmesso parecchie emozioni con questa shot...**

    Ps: avevo visto anche l'immagine precedente a quella che hai inserito ora, e devo dire che anch'io preferisco questa! La trovo molto più adatta! ^^
     
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    CITAZIONE (lee‚ @ 30/7/2011, 01:26) 
    Wow Rita! ** E' davvero bellissima questa tua shot! Complimenti, mi è piaciuta moltissimo!! :heartblue:
    Ci sono solo alcuni piccoli errori che ho notato:
    CITAZIONE
    distese le sue labbra piene, ed emie un sospiro.

    emise.
    CITAZIONE
    quasi ne valesse della tua vita.

    sua.

    Comunque, ci sono alcuni pezzi che mi sono piaciuti davvero tantissimo!!
    Per esempio, questa parte:
    CITAZIONE
    Ed io, pazzo di lei, pazzo del suo ardore, non riuscivo a far altro che cercare di prenderla, di imprigionarla, anche a costo di farlo contro la sua volontà. Ma lei lo voleva. Lei mi voleva, quindi stanca di giocare, impaziente quasi quanto me di andare oltre, si voltava sorridendo e mi prendeva fra le mani il viso sussurrando << Fammi tua >>.

    E poi anche il pezzo finale! Molto intensi e veramente bellissimi... :heartpink:
    Brava Rita, mi hai trasmesso parecchie emozioni con questa shot...**

    Ps: avevo visto anche l'immagine precedente a quella che hai inserito ora, e devo dire che anch'io preferisco questa! La trovo molto più adatta! ^^

    Grazie Lau *w*
    Ho corretto gli errori! XDD
     
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    Mi è piaciuta un sacco *OOO* E poi me la leggevo ieri sera immaginando come sottofondo la canzone di Nek. L'ho trovata la base perfette per scrivere una storia così!! Bravissima!!
     
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    Grazie Ale! XD
    Ho sempre avuto in testa questa "storia". Certo, non perché pensassi di scriverla, ma ogni volta che sentivo la canzone pensavo che 'mancasse' qualcosa... come se bisognasse di essere ampliata da un 'commento' XD QUindi ora, con la scusa che mi sto sbizzarrendo a scribacchiare, l'ho fatto XD
     
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    Molto bella: mi piacuta veramente un sacco!!

    Ogni tanto è bello sapere il punto di vista maschile :heartgreen:
     
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