Claws and fangs

a capitoli | horror, fantasy, yaoi | rosso

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  1. sylvain.
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    Claws and fangs




    _autore: sylvain.
    _genere: fantasy, horror, yaoi
    _rating: rosso
    _tipologia: a capitoli
    _breve descrizione:
    _note: non l'ho riletta, quindi ci sono per forza degli errori xD




    CAPITOLO 1 - aggiornato -


    "Un vampiro come me non si abbasserà mai ad amare un licantropo, una creatura di rango inferiore alla mia"
    Mi alzai di scatto dal letto, con la fronte imperlata dal sudore e la mente annebbiata dal ricordo. Era da circa un mese che facevo lo stesso sogno, ero in mezzo ad una radura, disperso in un posto che non conoscevo e la notte buia illuminata da una luna calante. Disorientato, cercavo di capire dove mi trovassi quando un vento di potere oscuro mi solleticò la pelle; terrorizzato scappai, usando tutta l'energia che avevo in corpo, correvo più forte che potevo come se le mie gambe fossero divenute zampe e la mia pelle da prima nuda ricoperta di un folto pelo. Qualcosa di gelido mi prese per un polso e mi sbatte violentemente per terra. Cercai invano di liberarmi facendo fuoriuscire dalle mie mani gli artigli e graffiando ripetutamente, ma la "cosa" non opponeva resistenza anzi, si faceva colpire dai miei attacchi senza scansarli. Con il fiato corto e le ultime energie, riuscì a colpirlo in viso, squartandogli il cappuccio che portava rivelando così una chioma di capelli ricci e neri con due occhi verdi come due smeraldi. Aveva lo sguardo corrucciato, mi alzò da terra addossandomi ad un albero. Entrambe le braccia sopra la testa tenute insieme da un mano sola, e con voce bassa e roca pronunciò quella frase, quella per cui non trovavo risposta, ed il sogno finiva così com'era iniziato.
    Mi alzai dal letto ancora scombussolato dal sogno. Raggiunsi il bagno, aprii l'acqua della doccia e svestendomi entrai. L'acqua era bollente, ma non mi importava, noi licantropi sappiamo resistere a temperature davvero estreme senza che il nostro corpo ne risenta.
    Licantropo. Questo è ciò che sono. Ma non ero nato licantropo, come molti di oggi ero stato infettato dal gene della licantropia.
    Con i miei due migliori amici, Pete e Steve, decidemmo per il giorno del mio quindicesimo compleanno di addentrarci dentro il cimitero e incontrare un vampiro a distanza ravvicinata, in quanto le restrizioni imposte dal governo umano proibivano di far uscire i ragazzi minorenni di sera e rimanere dentro le protezioni delle streghe, offerte per far si che i vampiri usando il loro potere suggiestionale non costringessero con forza a farli entrare in casa e massacrare delle famiglie innocenti.
    Mentre i due camminavano a passo svelto, io rimanevo indietro stringendo con forza da una parte il crocifisso e dall'altra l'acqua santa. I due erano talmente eccitati dall'idea che a differenza mia, per loro ogni piccolo rumore era un animaletto e ogni vento gelido solo brezza fredda.
    Steve teneva sotto la spalla un libro di stregoneria, spesso paragonato ad una bibba infatti, conteneva incantesimi basilari contro i vampiri, niente resurrezioni o pozioni magiche, solo qualche parola per salvarci il culo in un fantomatico incontro ravvicinato con Dracula. Ogni umano ne possedeva uno.
    "Qui dovrebbe andare bene"
    Pete si sedette a terra, seguito da me e Steve e insieme posavamo le nostre torce per farci luce.
    "Cosa facciamo adesso?" Chiesi preoccupato, mi ero lasciato convincere però non ero entusiasto della cosa.
    "Aspettiamo e vediamo, ho un piano"
    Dalla tasca dei jeans tirò fuori una lametta.
    "Sei matto Steve?" sbottai alzandomi all'improvviso, Pete lo guardava sconcertato "Amico, sarà bene che tu posi quell'arnese".
    Si alzò senza battere ciglio la manica della maglia "Steve cerca di ragionare".
    Passò la lama sulla carne nuda e il sangue sgorgò impazzito. Un'odore metallico mi invase e giurai che sopra le nostre teste uno stormo di corvi si librava nel cielo.
    Poi il silenzio, come se niente era successo.
    "Leo sei una femminuccia" mi rispose divertito Steve.
    Pete invece mi si fece accanto con la mia stessa paura addosso.
    "Andiamocene, non mi diverto più"
    Steve ci guardò seccato, si pulì il braccio con la manica della maglia e svogliato si alzò scuotendosi i jeans.
    "Ecco una altra femmi.." quando giunse un rumore alle nostre spalle e in sincronia ci girammo a scoprire cosa lo avesse provocato.
    "Sarà stato un'animale" sibilai a bassa voce per niente convinto.
    Ci guardammo negli occhi per altri due minuti e poi senza aggiungere parola corremmo forte, verso l'uscita.
    In quanto a corsa ero molto veloce, il primo tra i miei compagni, ero in testa ai due. L'adrenalina mi dava alla testa e iniziavo a vedere sfuocato.
    Quando eravamo a pochi metri, una figura incappucciata si parò davanti a noi, si abbassò il cappuccio fino a rivelare due canini estesi e uno sguardo famelico.
    Senza voltarmi, strinsi più forte il crocifisso.
    "Steve presto, una magia!" Urlai ad alta voce.
    Lo sentivo dietro di me armeggiare con i fogli mentre a me toccava il compito di tenerlo occupato.
    "Tre giovani umani, un bottino da Signore"
    Ad ogni passo lento verso di me, il cuore mi batteva forte e temevo mi uscisse dal petto. Aspettavo l'occasione giusta per sferrargli il mio attacco. Sembrava così convinto di averci in pugno che non ci ipnotizzò. Eravamo considerati delle prede facili.
    "Leo!" strillò Steve.
    Al suono del mio nome, tirai fuori dalla tasca il crocifisso e davanti alla figura della notte, brillò illuminandoci entrambi.
    "Cosa.." riuscì a dire stupefatto, quando poi, Steve mi si fece accanto e pronunciò la formula magica.
    "Io sono la luce, sono il giorno, sono il sole, sono tutto ciò che tu non puoi essere, la notte mi è nemica come è nemica la creatura dinnanzi a me. Ora ti ordino di andare e di lasciarci in pace, perchè è ciò che ti comando"
    Il vampiro al suono delle parole si afflosciò per terra e strisciò all'indietro sempre più fino a scomparire dietro alla boscaglia.
    Con il fiato corto, tirai un sospiro di sollievo e Steve mi appoggiò una mano sulla spalla.
    "Fantastico!" esclamò stupefatto.
    Sbuffai qualcosa di incomprensibile quando un urlo alle mie spalle mi fece voltare. Il nulla. Eravamo rimasti in due.
    "Pete non è divertente, Steve digli di smettere" lui mi fissava scuotendo la testa, allora capii che era veramente scomparso.
    "Pete!Pete!Pete!" Gridavo con tutta la voce che avevo in corpo e anche Steve, ma niente, Pete non rispondeva "Andiamo a chiamare qualcuno" tornai con lo sguardo al cancello, che nel mentre era diventato sempre più vicino, pochi passi e l'avrei aperto, quando un altro urlo mi indusse a girarmi di nuovo e rimasi solo.
    Disperato li chiamavo entrambi, anche impaurito non li avrei abbandonati.
    "Sei rimasto solo tu, adesso".
    Dall'alto scendeva un'altra figura, ancora più minacciosa, in quanto il volto era rigato da cicatrici e le labbra erano imbrattate di sangue fresco.
    "Dove sono i miei amici?" gridai, guardandomi sempre attorno, aspettavo qualcosa che mi strappava via i piedi dal terreno "Morti" rispose la figura, che nel mentre aveva appoggiato i piedi per terra e con calma spettrale si avvicinava sempre più. Presi il mio coraggio e usai la stessa tecnica che avevo usato col primo: Il crocifisso. Brillava maggiormente, forse in risposta al potere del vampiro, questo non si scansava, anzi, incombeva su di me, profumava di morte e di dolore.
    "Come hai osato, stupido Umano?" adesso ringhiava, imbestialito più che mai, quando un ululato squarciò all'improvviso il cielo.
    Vidi quello sguardo sicuro tremare. Quel verso rappresentava una minaccia maggiore se il vampiro ne era spaventato. Approfittai di quella piccola distrazione per lanciargli addosso l'acqua santa. La pelle al contatto bruciò, marcendo.
    "Come ti permetti!"
    Mi afferrò per una gamba e inciampai per terra. Con forza sovrumana mi fece strisciare sotto di lui. Il sangue gocciolante che mi cadeva sul viso. Le sue mani sulle mie spalle per bloccarmi, e i suoi canini sempre più vicini alla mia pelle. Quando mi morse, sentii un dolore così lancinante che iniziai a divincolarmi senza ottenere risultati. Più beveva più la mia forza diminuiva e più sapevo che non cel' avrei fatta. Di lì persi conoscenza.
    So solo che mi risvegliai in un letto d'ospedale con un gesso alla gamba destra, due costole rotte e varie contusioni. Il vampiro mi aveva ammazzato, ne ero certo, sentivo la mia vita diminuire, ma non capivo perchè ero sempre vivo. Solo due settimane dopo, durante la luna piena, cominciai a capire cosa ero diventato.



    CAPITOLI USCITI -AGGIORNATI-
    CAPITOLO 2
    CAPITOLO 3
    CAPITOLO 4
    CAPITOLO 5
    CAPITOLO 6
    CAPITOLO 7
    CAPITOLO 8
    CAPITOLO 9
    CAPITOLO 10
    CAPITOLO 11
    CAPITOLO 12
    CAPITOLO 13
    CAPITOLO 14
    CAPITOLO 15
    CAPITOLO 16



    copertina by ainsel

    Edited by sylvain. - 13/2/2014, 23:21
     
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    Letta tutta XD Mi piace! Si preannuncia una storia interessantissima! Soprattutto perché c'è lo Yaoi di mezzo *çç* *sbava tutta*
    Uhm... non ho capito solo una cosa *spero di non essere intronata*:
    è stato il vampito a farlo diventare licantropo alla fine?

    Hai ragione, ho trovato un po' di errori, quindi te li segnalo qua di seguito XD
    CITAZIONE
    Una vampiro come me non si abbasserà

    Non dovrebbe essere 'un' ?
    CITAZIONE
    facendo fuoriuscire dalle mie mani gli artigli e sgraffiando in continuazione colui o lei che mi trovavo davanti,

    graffiango || colei
    CITAZIONE
    dai miei attacchi senza evitare di scansarli

    così è una ripetizione, dovrebbe essere 'senza evitarli' oppure 'senza scansarli'

    CITAZIONE
    esausto dallo sforzo mi ero fermato per notare chi avevo difronte:

    di fronte
    CITAZIONE
    una figura incappucciata nascondeva la testa e quindi mi era facile capire chi era

    forse manca un 'non'?
    CITAZIONE
    L'acqua era a bollore, ma non mi importava

    è bollire, vero?
    CITAZIONE
    "Leo muovuti o ti farai ammazzare" Gridava Steve, era arrivato davanti al cancello, no, non mi sarei lasciato ammzzare, con me avevo due crocifissi e due bottigliette di acqua santa, non li uccidevano ma comunque li mettevano in difficoltà.

    Al posto della virgola rossa andrebbe un punto, penso che starebbe meglio ^^ e poi ci manca la 'a' alla parola 'ammazzare'
    CITAZIONE
    Steve portava in braccio un libro di stregoneria, era come avere una bibbia con se perchè tutti la possedevano, non tutti, solo gli umani, era stata fabbricata dalle streghe,

    Penso che questo pezzo vada aggiustato perché non si capisce bene cosa voglia dire. La bibbia l'hanno tutti e il libro di stregoneria no? Oppure il libro di stregoneria l'hanno tutti come fosse una bibbia?
    CITAZIONE
    "Sei rimasto solo te, adesso"

    tu
    CITAZIONE
    Dove sono i miei amici" gridavo, guardandomi sempre attorno, aspettavo qualcosa che mi strappava via i piedi dal terreno

    Manca il punto interrogativo dopo 'amici'

    CITAZIONE
    questo non si scansava, anzi, incombeva verso di me,

    su di me
    CITAZIONE
    gli lanciai allora tutta la l'acqua santa e il crocifisso

    'la' è in più ^^

     
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  3. sylvain.
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    grazie rita *w* l'ho postato subito perchè volevo farvelo leggere anche se dovevo uscire xD quindi non ho controllato niente >.<
    CITAZIONE
    Uhm... non ho capito solo una cosa *spero di non essere intronata*:
    è stato il vampito a farlo diventare licantropo alla fine?

    Ehm no, se leggi alla fine, si sente il rumore di un'ululato prodotto dai licantropi, il vampiro capisce che essendo in svantaggio è meglio recuperare le forze e scappare, quindi assale Leo ma viene fermato in tempo!
     
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    Ah, ok... no ho letto di sera tardi quindi ho proprio confuso io le cose XD

     
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  5. sylvain.
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    CAPITOLO 2 - aggiornato -


    Cosa sarebbe stata la mia vita senza sognare?
    Con il caffè in mano aprii la finestra che si affacciava al giardino e iniziarono a giungermi odori rassicuranti. Come l'erba appena tagliata o il muschio che ricopriva l'esterno dell'appartamento. Quando l'orologio alla parete di cucina segnò le dieci, uscii il più in fretta possibile.
    Vivevo in una palazzina che comprendeva circa dieci appartamenti. Per lo più erano famiglie. Ero l'unico a vivere da solo. Di solito li sentivo sussurrare tra di loro e chiedersi quando mi sarei sistemato. Marito e Padre. L'idea mi terrozzava figuriamoci immaginarmici.
    Ognuno possedeva un garage. Quindi ne avevamo dieci. Il mio era il numero sette. Dentro avevo la mia moto. Una Kawasaki ninja nera. Accanto la mia volvo suv del 2005. Presi senza pensarci la moto, così sarei arrivato più in fretta e forse per quella mattina sarei riuscito a risparmiarmi la ramanzina di Nick.
    Lavoravo da circa un mese come meccanico all'autofficina di Nick. Avevo da poco lasciato il lavoro da Clarins, un negozio che forniva articoli sportivi e Nick mi aveva preso sotto la sua ala insegnandomi il mestiere. Di solito la mia occupazione era il lavaggio delle auto o il semplice osservare, per capire i vari meccanismi. Per le moto ero abbastanza esperto ma le auto, un'altro paio di maniche.
    Nick non era solo il mio capo che ogni mese mi pagava la busta paga. Da circa un anno aveva ricoperto il ruolo di capobranco, lasciatogli da Eric, ormai vecchio per esercitare un ruolo così importante. Una volta al mese, come tradizione del branco, ci riunivamo per discutere fatti di ordinaria amministrazione, dispute, litigi o territori di caccia.
    << Ehy Leo, continua così ed è la volta buona che Nick ti butta fuori a calci nel culo! >> Urlò Adam ridacchiando tra se, imitato da gli altri.
    In risposta gli mostrai il dito medio. Dio, ogni momento era buono per sfottermi.
    Quando finii di tirare su la zip della divisa, Nick era addossato alla parete con uno sguardo truce. Abbassai lo sguardo colpevole. Mi sentivo come se mi avesse sorpreso a mangiare un pezzo di crostata alle fragole prima del tempo dovuto.
    << Leo quando capirai che l'orario di lavoro è alle dieci e non che devi uscire di casa alle dieci? >>
    Contai fino a dieci e feci affidamento sulla verità.
    << Il solito sogno, lo sai >>
    Nick si avvicinò a passi lenti e mi appoggiò una mano sulla spalla.
    << Questi sogni non solo perseguitano te ma anche me adesso >> Lo vidi scuotere la testa, sconfitto. Solo lì mi accorsi delle occhiaie che gli incorniciavano gli occhi.
    << Cosa è succ-->>
    Nick mi posò la mano sui capelli scuotendomeli.
    << Ne discuteremo stasera alla riunione, ora lavora ti ho messo insieme ad Adam, guarda e impara >>
    Sbuffai. Benissimo la giornata non poteva che migliorare.
    Quando parcheggiai di fronte casa di Nick, erano le nove e dieci. La puntualità non era il mio forte.
    Di solito per le riunioni usavamo un magazzino abbastanza grande per contenerci tutti, ma da quando era entrato in carica Nick, usavamo il suo granaio, grande abbastanza da entrarci circa quaranta persone.
    << Possibile che anche alle riunioni non ce la fai ad arrivare in orario? Muoviti che Nick ha già iniziato da dieci minuti! >>
    Caroline. Saprei riconoscere quella voce autoritaria anche con gli occhi bendati. Alta e con un fisico slanciato. Non diresti che ha già compiuto quarantadue anni. Da giovane era un'accanita cheerlader e fino a quattro anni fa era una nuotatrice professionista.
    Presi posto nelle ultime file imitato da Caroline. Ragionando, era insolito per lei aspettare fuori, spostai lo sguardo da lei a Nick, che sedeva davanti a tutto il branco, con accanto Ronald, il suo secondo e sulla sinistra il vecchio Eric, che presiedeva le riunioni nonostante non avesse voce in capitolo.
    Quando Nick cercando tra i volti mi notò, lo vidi scuotere la testa sconsolato. Aveva mandato Caroline a cercarmi per controllare se arrivassi. Abbassai il capo in segno di scusa.
    << Come stavamo dicendo, tre giorni fa è scomparso un'altro membro del branco, George. Lo abbiamo ritrovato ieri sera, lungo il fiume, morto dissanguato con due morsi sul collo. >>
    Molti di quelli accanto e di fronte a me si alzarono dai loro posti a sedere e sbracciandosi protestatorono sonoramente.
    << Uccidiamoli >> urlò Jacob.
    << Mostri >> rispose Jennifer.
    << Calmatevi! >> tuonò Nick e il silenzio cadde in tutta la stanza. Nessuno osò aprire bocca, come si erano alzati, tornarono ai loro posti.
    << Ognuno teme di essere il prossimo, vi capisco perfettamente, ho timore anche io per la mia famiglia. Abbiamo sempre convissuto in pace con i vampiri, ognuno aveva la sua regola da rispettare, ma adesso è stata violata. Adesso abbiamo la prova che dietro le sparizioni ci siano i vampiri. Non possiamo più stare a guardare. E' tempo di agire. E' arrivato il momento di dichiarare guerra ai vampiri! >> disse, alzando la voce enfatizzando le ultime parole.
    Fischi e applausi di apprezzamento giunsero in sala. Io rimasi al mio posto, rimuginando sulle sue parole. Possibile che serviva arrivare ad una guerra per ritrovare la pace? Mi alzai dal mio posto a sedere attirando l'attenzione di tutti. Di solito durante le riunioni stavo in disparte annoiato aspettando che finissero, non sapete quanto sia seccante ascoltare due persone che litigano per il possesso di un cinghiale, e non mi sarei fatto trascinare in una guerra persa in partenza.
    Tossii e mi schiarii la gola.
    << Non possiamo andare alla cieca. Ammazzare qualche vampiro e pensare di farla franca. I vampiri non nascono, lo diventano. I figli dei figli reclameranno le nostre vite. Sarà un circolo vizioso che porterà alla morte di tutti. Quindi no, io non voglio dichiarare guerra ai vampiri. Abbiamo bisogno di aiuto esterno. Abbiamo bisogno delle streghe >>
    Forse era il primo discorso serio che sentirono udire dalle mie labbra perchè intorno a me calò un silenzio di tomba. Spostai lo sguardo ad uno ad uno e chi prima aveva approvato la mozione ora si guardava intorno agitato, disorientato. Quando alla fine decisi di fissare Nick, sembrava sorpreso e in qualche modo orgoglioso di me, ma celò presto i suoi sentimenti, perchè tornò con lo sguardo cupo.
    << Leo le streghe aiutano solo gli umani non chi è di razza sovrannaturale, lo sai è la legge per avere un mondo più equilibrato >>
    Annui poco convinto, sembrava che stasera dovessi dare sfoggio di me stesso.
    << Ma se non lo chiediamo non lo scopriremo mai! Per ogni città c'è un branco di licantropi e un nido di vampiri, se i vampiri sterminano il branco non ci sarà più un'equilibro e la città sarà soggetta escusivamente alla prevalenza di una sola specie sovrannaturale e non può esistere, anche questa è una regola Nick >>
    Mi guardò per qualche secondo pensieroso. Ognuno dei presenti spostava lo sguardo da me a Nick, aspettando una risposta. Avevo il cuore a mille. Non mi piaceva catturare l'attenzione su di me, di solito ero un tipo molto taciturno, socievole ma che non rincorreva la gente elemosinando compagnia. E adesso eccomi qua. Al centro dell'attenzione. Sentivo la testa in fiamme e di sicuro ero rosso in viso per la tensione. Nessuno dei due distolse lo sguardo, poi, scuotendo la testa sorridendo, si alzò a sedere e camminò verso di me. Accanto a me, Caroline mi strinse il braccio, preoccupata.
    << Cosa penseresti di fare? >> domandò soppesando bene le parole e corrugando la fronte. Non so proprio dove volesse arrivare con quella domanda. Io lo guardavo e lui mi guardava. Un altro po e sarei crollato a terra per eccessiva ansia.
    << Di andare dalle streghe >>
    Non so come risultò la mia voce, ma cercai di tenerla ferma senza balbettare o far sospettare agli altri quanto fossi teso in quel momento.
    Si guardo intorno, incontrando lo sguardo di tutti, poi come se niente fosse tornò al suo posto, sussurrò qualcosa a Ronald e alzandosi pure lui disse: << Andremo dalle streghe. La seduta è tolta, tornate pure a casa >>.
    **
    Steso sul letto, ripensai alla mia vita. Alla morte dei miei due migliori amici e alla mia famiglia. Non potei assistere a nessuno dei due funerali. Non ero ancora nelle condizioni di alzarmi dal letto di ospedale, ma più importante, nessuno dei genitori dei miei amici sembrava contento di avermi intorno. Non potevo non dargli ragione, ero l'unico superstite dell'agguato, mentre i miei amici non ce l'avevano fatta. Il corpo di Pete era irriconoscibile, l'identificazione venne fatta basandosi su gli indumenti indossati, mentre per Steve la situazione era più complessa. Non c'era nessun corpo su cui piangere la sua scomparsa. La polizia ispezionò il cimitero senza trovarne il corpo. Era stato dato per morto come l'amico. Quando uscii finalmente dall'ospedale mi sentii diverso, soprattutto la maniera strana in cui il mio corpo guariva velocemente mi spaventò. Quel giorno i miei genitori organizzarono una festa, a quei tempi una festa sembrava il miglior modo per distogliere l'attenzione su altro. Scesi dall'auto con uno strano senso di oppressione in corpo. Ad ogni passo verso la porta mi sentivo respinto, come se una forza invisibile mi allontanasse ad entrare, quando poi cercai di mettere piede dentro, venni catapultato all'esterno, trovandomi disteso per terra. E allora capì. Non ero più umano. Le protezioni ora erano contro di me. Contro qualcosa a cu io stesso non sapevo dare un nome.
    Qualcosa nell'aria mi svegliò. Un'odore che non riconobbi. Un essere sovrannaturale. Mi alzai di scatto e dal cassetto del comodino tirai via il più il fretta possibile la mia pistola carica di pallottole d'argento. Balzai giu dal letto con un balzo e mi precipitai senza esitazione alla porta. Fuori oltre al buio e il vociare dei vicini il nulla. Nessuna minaccia. Mi guardai attorno con la pistola puntata verso il niente. Abbassai la testa sconsolato e la mia attenzione venne catturata da una lettura posata sullo zerbino che portava il mio nome.
    Leo che ne dici di incontrarci di nuovo? Incontriamoci al club Claws and fangs, ti aspetterò.
    Steve.
    Le mie gambe cedettero e la busta si ritrovò per terra. Possibile che Steve fosse ancora vivo? E cosa era diventato?


    Edited by sylvain. - 14/1/2013, 14:14
     
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    Uno yaoi che bello *O* Voglio leggerlo al più presto, sono arrivata a metà del primo capitolo e mi intriga! Appena finisco commento ^^
     
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    Letta! XDD Le cose iniziano a farsi interessanti! Mi chiedo anche io se steave sia diventato un vampiro! *.*
    Inoltre sono curiosa di sapere di più sulla vita di Leo dopo la trasformazione XDD Se non poteva più stare a casa con i suoi, dove sarà andato?
    Aspettando il seguito intanto ti segnalo gli errori da correggere e qualche suggerimento XD

    CITAZIONE
    Da circa un mese lavoravo come meccanico in un'autofficina, il capo, Nick, di età all'incirca tra i trenta-trentacinque

    Manca 'anni'.

    CITAZIONE
    ma non andavo a lavoro, Nick era

    Al posto della virgola sta meglio due-punti (:)

    CITAZIONE
    ui la sua voce non portava rimprovero, ma solo una triste note di insoddisfazione

    notA

    CITAZIONE
    ma avevo solo una bara a cui piangere:

    SU cui piangere

    CITAZIONE
    Ma tutto cambiava quando alla fine ci si mise di mezzo

    tutto cambiò

    CITAZIONE
    infatti quel giorno risultavo essere irrequieto, strano, arrabbiato ed estremamente impulsivo, i miei mi facevano stare in un hotel, ero sempre solo dato che la gente iniziava ad avere paura di me

    I tempi verbali si devono aggiustare: risultavo essere--> mi dimostrai; facevano-->fecero; iniziava--> aveva cominciato ad avere paura di me.


    CITAZIONE
    mettendo all'era il mio olfatto

    erta

    CITAZIONE
    in posizione guardigna a capire chi era

    chi fosse

    CITAZIONE
    possibile che Steve sia vivo?

    fosse vivo
     
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  8. sylvain.
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    sono felice ti piaccia marty *w*
    grazie rita gentile come sempre! non ho svelato tutto subito il passato di leo, solo un'assagio, giusto per farvi stare sulle spine
     
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    Uuuuh che intrigo
    Troppo bella questa storia!
    Prevedo una love story tra Steve e Leo molto passionale e combattuta u.u
    Spero di leggere il seguito al più presto :3
     
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    CAPITOLO 3 - aggiornato -


    Il Claws and Fangs era un locale per creature sovrannaturali. Ne esistevano molti di simili, sparsi in tutto il territorio. Gestito da vampiri, godeva della compagnia di umani curiosi il cui scopo era scoprire il piacere. Per alcuni era riservato il privilegio di rimanere, con l'unico svantaggio di sottoscrivere un contratto in cui in caso di morte il locale non si assumeva nessuna responsabilità. Bella fregatura.
    Da alcuni anni a questa parte, anche i licantropi iniziarono a frequentarlo. Generalmente non cercavano compagnia di morti viventi. Solo un luogo in cui potevano essere accettati per ciò che erano senza sentirsi dei mostri.
    Potevi aspettarti di tutto. I vampiri certo non badavano a spese per l'intrattenimento sfruttando il sesso come slogan e sbandierandolo in ogni centimetro libero. Come se due donne e un vampiro che scopavano raffigurassero l'immagine idilliaca della realtà di oggi. Soprattutto quando venivano prosciugate e lasciate a marcire chissà dove.
    La scritta al neon fucsia lampeggiante catturò la mia attenzione. All'esterno un gruppo di umani con fotocamere in mano e sguardi curiosi guardavano l'entrata controllata da un energumeno con ampie spalle e vestito con un completo nero e una donna anch'essa umana con un abito rosa fluttante che raccoglieva ogni oggetto potesse nuocere ai clienti, o per meglio dire, ai non morti.
    Aspettai impaziente il mio turno. Il pelato, che sicuramente aveva un passato da incontri da boxer mi scrutò un paio di minuti per poi sussurrarmi un << Non vogliamo casini da voi lupi >> e mi lasciò passare alla prova finale, l'ispezione.
    La signorina, notai infatti che non possedeva nessun anello al dito, mi passò il metal detector su ogni centimetro del mio corpo e apparte il mio orologio al polso mi fece passare.
    Così, finalmente misi a tacere la mia curiosità. Mi domandavo un po troppe volte come potessero darci dentro tutta notte e sembrare un tranquillo bar di provincia. Il Claws and Fangs era rigorosamente insonorizzato. Per questo dall'esterno non sentivi le grida di chi, vestito con stretti abiti di lattex, frustava umani appesi a croci di metallo, o chi, in pieno centro della sala ballava musica dance nudo con donne e uomini che gli si aggrappavano scalmanati. E pensare che la mia serata ideale erano pop corn e film.
    Mi avvicinai al bancone. Un ragazzo che sicuramente aveva meno della mia età a cui probabilmente era vietato l'uso degli alcolici distribuiva assieme ad altri due barman cocktail e qualche stuzzichino. Ordinai una vodka liscia. Bisognava andarci giù pesante per riuscire a tenere il ritmo. Per fortuna la musica alta sovrastava il caos di urli e sospiri imbarazzanti, perchè non avrei retto un altro minuto in più li dentro.
    Seduto sul mio sgabello rivolto verso il bancone, mi accorsi solamente quando una mano sfiorò la mia coscia che qualcuno aveva preso il posto vuoto accanto al mio. La mano era femminile, con unghie lunghe e smalto rosso laccato. Quando mi girai alla mia sinistra, notai una donna con un viso ben curato che stonava con il resto del corpo, che bhè, era esposto a tutto e a tutti. Teneva i capelli legati in una treccia ben stretta. Con più accuratezza notai la ricrescita scura, infatti adesso aveva i capelli color miele. Passò la lingua sulle labbra e la mano iniziò a salire, fino a quando non posai sopra la mia e la allontanai.
    << Non sono qui per divertirmi >> le risposi senza che ella me lo chiedesse.
    La vidi sbuffare e mormorare un << Che spreco >> e concentrarsi su altre prede.
    << Sempre il solito. Scommetto che in questo istante staresti più comodo a casa tua con sacchetto di pop corn e un dvd >>
    La voce mi era familiare. Certo più maschile. Ma comunque familiare. Guardai lo sgabello accanto al mio, occupato prima dalla bionda e notai una figura incappucciata, simile a quella del mio sogno. Quando si scostò il cappuccio, notai i capelli biondi che ormai arrivavano sotto le spalle che incorniciavano però un viso scarno e una pelle flaccida. Le braccia scoperte erano talmente magre che riuscivi a vederne le ossa che la formavano. Rabbrividii. Ma c'era qualcosa in quel ragazzo, che con maggiore osservazione dimostrava vent'anni, che mi fece tremare ogni singolo muscolo del mio corpo. Quel viso quasi adulto, gli occhi, le labbra e infine di nuovo gli occhi. Li scrutai a lungo, forse per interi minuti prima di riuscire a balbettare un nome.
    << Come è possibile? Seguimi e lo scoprirai >> rispose, alla mia domanda muta.
    Uscimmo per quella che a prima occhiata era una uscita di servizio. E così sembrò di essere in due punti differenti. Il primo, il locale in cui ogni notte regnava la baldoria e l'altro, il castello degli orrori. Se il primo era curato, il secondo richiedeva l'uso immediato di una intera squadra di pulizie. Ragnatele che penzolavano dal soffitto, sporcizia sul pavimento, candele accese lungo l'interminabile corridoio. E un forte odore metallico che regnava. Odore di sangue.
    Davanti a me, Steve camminava a passi quasi strascicati, sembrava che il semplice camminare lo stancasse così tanto che avevo timore che stramazzasse al suolo da un momento all'altro.
    << Il mio Signore non mi fa mangiare da giorni >>
    Ancora una volta rispose ad una mia domanda inespressa. Poteva leggermi nel pensiero? Scacciai subito l'idea dalla mia testa. Mai si era sentita una storia del genere.
    << Dove mi stai portando? >> domandai.
    << Sei in contatto con i miei genitori? >>
    Sospirai. << Non li sento dal tuo funerale. Puoi biasimarli se mi hanno incolpato della tua presunta morte? >>
    Si arrestò di colpo. Pensai che fosse per la mia domanda, invece scoprii che eravamo arrivati a destinazione. Dopo il lungo corridoio, di cui lungo i lati spuntavano porte chiuse, arrivammo a quello che doveva essere la fine. Come una porta alla fine del mondo. Posò la mano sulla maniglia.
    << Mi dispiace >> sussurrò a denti stretti.
    << Per cosa? >> risposi, quando spalancò la porta acceccandomi gli occhi che si erano talmente abituati alla luce soffusa che tutto quel bianco asettico li stordirono rendendomi cieco per pochi secondi.
    Per prima cosa mi colpì il bianco. Poi fu il grosso lampadario di cristalli appeso, così grosso e imponente ed infine non per ultimo, abbassando lo sguardo, un letto a baldacchino, da cui da dietro non riuscivo a vedere se era occupato da qualcuno.
    << Sento odore di cane. Vedo che finalmente ti sei deciso mio caro. L'astinenza e il digiuno sono le migliori armi da usare contro di noi, possono renderti anche pazzo >>
    Una voce calda e sensuale giunse da dentro la stanza. Steve si scostò di quel poco per farmi guardare anche a me.
    E fu lì che il mio cuore perse un colpo. E poi un altro ancora. A piccoli passi varcai la soglia della stanza fino ad essere completamente dentro. Non esisteva nient'altro che quel letto al baldacchino di seta rossa e nera e poi il nulla come se il resto fosse superfluo. Disteso, senza scarpe, con la camicia sbottonata aperta fino ad entravederne la peluria e dei pantoloni di pelle, ci stava un vampiro. Per la precisione, il mio vampiro. Quello che ogni notte sognavo e che segretamente ardevo dal conoscere. Con quei folti capelli scuri e quegli occhi, che sembravano le uniche gemme nella stanza, come se la stanza fosse un'immensa isola e lui il diamante a renderla più preziosa.
    E adesso mi trovavo nel mezzo. I miei piedi si mossero senza che io glielo avessi ordinato. Alzai il braccio fino ad indicarlo con il dito indice. Balbettai ininterrottamente << Tu!Tu!Tu! >> per più di cinque minuti.
    << Ci conosciamo? >> e la sua bocca si aprì in un sorriso.


    Edited by sylvain. - 14/1/2013, 14:15
     
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  12. sylvain.
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    CAPITOLO 4 - aggiornato -

    Avete presente quel programma che trasmettono ogni autunno in cui dal salotto dello studio entra un parente che non vedete da anni? Il mio non era un familiare, ne tantomeno un amico e neanche un mio conoscente. La persona, se così si può dire, era una persona morta che giornalmente invadeva i miei sogni e la mattina mi lasciava talmente stordito da farmi arrivare tardi a lavoro. E adesso eccola qua. Distesa su un letto di seta, comoda con le gambe incrociate e uno sguardo pieno di compiacimento.
    << Leo conosci il mio Signore? >>
    Soppesai la domanda. Conoscerlo era una parola grossa. Più che altro era il demonio che ogni notte nei sogni tentava di ammazzarmi senza riuscirci. Lo scrutai più a fondo. Certo sembrava divertito in un certo senso, pieno e sicuro di se, aggiungerei anche vanitoso, era proprio a suo agio disteso su quel letto circondato dal nulla. Ma il fatto che non mi assalisse strappandomi via la giugulare a morsi lo identificava come persona estranea ai miei sogni. Come se fossero due vampiri distinti. Sospirai sconfitto.
    << Come potrei conoscerlo? E' la prima volta che ci incontriamo >> Replicai.
    Grazie ai loro sensi sviluppati i vampiri coglievano ogni menzogna o inganno provenisse da un altro essere vivente. Per questo sapevo che nonostante la negazione, entrambi i presenti sapevano che stavo mentendo. Ma cosa avrei dovuto dire? Raccontare il mio sogno? Dire che era da quasi un anno che non riuscivo a trovare pace perchè mi ossessionava a tal punto che il mio unico pensiero al mattino era riuscire a sfiorargli la guancia fredda e liscia e sapere che emozione poteva scatenare dentro di me?
    Sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Fin da quando ero entrato in quella che doveva essere la sua stanza personale non mi staccava gli occhi di dosso. Pensava forse che da un momento all'altro avrei tirato fuori una bomba facendoci saltare tutti in aria?
    << Non mi piacciono i disonesti. Mi aspetto sempre lealtà da chi mi trovo di fronte, lupo >>
    Sbuffai. Ancora quel nomigliolo, come se il mio unico scopo nella vita fosse trotterellare per i prati e riprodurmi.
    << Se desideri rispetto, vedi di darlo prima a me, vampiro >>
    Scoppiò in una fragorosa risata che riempì la stanza. Mi guardai attorno, tutto quel bianco era così strano e inusuale. Se non fosse stato per quel letto di seta sarebbe sembrato di essere dentro la stanza di un'ospedale.
    << Per essere un licantropo, sei veramente arguto mio caro >>
    Si portò entrambe le mani dietro la nuca. Dio, non potevamo avere una conversazione normale da seduti? Alzai gli occhi al cielo.
    << Sono molte cose. Ora dimmi perchè mi trovo qui >>
    Evidentemente mi vide spazientito, o forse rispondere a tono non era stata la migliore delle idee, fatto sta che prima che potessi emettere qualsiasi tipo di suono era davanti a me, pochi centimetri, così pochi che i nostri corpi si potevano quasi sfiorare.
    << Ci è giunta voce che di recente alcuni dei vostri compagni sono stati trovati morti con evidenti morsi sul collo >>
    Spancai gli occhi. Giunta voce? Come osava riferirsi a dei miei cari amici con quel tono indifferente? Se per lui tutto ciò era un gioco, esporsi e confessare e poi aspettare da me un perdono si sbagliava di grosso.
    << Pensi sia divertente trovare i corpi dei tuoi amici dissanguati solo perchè voi non riuscite a piantare i vostri canini da altre parti? >>
    Rabbia. Questa era l'espressione che emanava il suo viso. Gli ardeva così tanto che avevo timore si tingesse di rosso. Mi prese il mento con le dita e lo alzò per incontrare i suoi occhi fiammeggianti.
    << Credi che ordinerei mai ai miei vampiri di dare la caccia a voi stupidi e insulsi animali? Io sono il "Signore" del nido, dovresti portarmi rispetto e non azzardare a sfidarmi. Potrei benissimo strangolarti adesso, ma non voglio infierire troppo sul mio povero Steve >>
    Spostò lo sguardo dietro le mie spalle sgnignazzando. Non so che espressione potesse avere Steve in quel momento, ma sapevo per certo che non poteva andare contro il suo Padrone. In un certo senso, il loro sistema era quasi identico al nostro con l'unica differenza che a loro talvolta piaceva infliggere dolore con lo scopo di far intendere bene chi comanda.
    << Se non l'hai ordinato tu, allora chi sta massacrando il branco dei lincatropi? >>
    Fece un passo indietro e mi sorprese applaudendo. Le labbra erano allargate in un sorriso.
    << Finalmente! Ora possiamo parlare di cose più serie mio caro. Come stavamo dicendo, il vostro branco è stato attaccato da un gruppo di vampiri. Molto probabilmente, qualcuno dietro le mie spalle li sta manovrando con lo scopo di scatenare una guerra, e sappiamo entrambi, cosa potrebbe succedere, arriverebbero le streghe a fare pulizia >>
    Mentre parlava, assunse un'aria seria che contrastò con il resto. Quando il suo viso si rilassava era decisamente bello nel vero termine della parola ma quando invece metteva in funzione i neuroni, sempre se esistevano ancora, quello sguardo sembrava così adulto da renderlo autoritario.
    << ...Quindi Steve mi ha raccontato di te, licantropo. Mi era sembrata una buona idea infiltrare uno della tua specie e scoprire chi tra di noi potesse essere il traditore. Con le traccie che avete, potete fiutare il colpevole e incastrarlo >>
    Ero talmente perso nei miei pensieri che il mio cervello colse solamente alcune parole, quali "licantropo", "infiltrare" e "incastrarlo". Ma prima che potessi rispondergli a dovere, mi voltai verso Steve. Era fermo davanti l'entrata, dove lo avevo lasciato. Con un'espressione neutra osservava come uno spettatore esterno ai fatti. Gli rivolsi un'occhiata piena di odio e quando tornai al vampiro, pensai che non potevo uscire da quella situazione se non con un aiuto divino.
    << Ci sono molti licantropi più qualificabili di me. Con maggiore forza fisica e fiuto >> Risposi.
    Scosse la testa. << Certamente, ma vedi, Steve mi ha raccontato così bene di te che la scelta è stata facile. Tu ci aiuterai >>
    Le ultime parole non sembravano esigere risposta, era un ordine diretto. Indietreggiai di un passo, poi di un altro. Poi qualcosa mi afferrò alle spalle e mi strinse forte.
    << Non scappare lupo. Ormai sei nelle mie mani >> disse sussurrandomi all'orecchio, così piano da udirlo solo io. Mi divincolai dalla sua presa invano. Era davvero forte. Mi ruotò fino a trovarmici davanti e con un calcio allo stomaco mi trovai scaraventato nel letto. Poi era sopra di me. La testa mi girava forte e sentivo che le forze mi abbandonavano, nonostante cercassi di rimanere sveglio, ebbi solo pochi secondi e li sfruttai sussurrando qualcosa di insensato.
    << Un vampiro come me non si abbasserà mai ad amare un licantropo, una creatura di rango inferiore alla mia >>
    ****
    Sentii qualcosa di freddo sfiorarmi la guancia e mi svegliai. Sbattei due o tre volte le palpebre perchè ero totalmente avvolto dal bianco. Mi guardai attorno fino ad incontrare Steve. Era seduto su una poltrona mentre io ero disteso su un letto. Avevo ancora la sua mano sulla guancia e la scostai via disgustato.
    << Per nove anni! Nove anni! Come hai potuto farmi una cosa del genere? >> sibilai.
    << Avevo sempre desiderato essere uno di loro ma ero troppo vigliacco per confessartelo >>
    Ora che la mia vista era tornata normale, mi accorsi che il suo viso come anche il resto aveva un aspetto migliore. Convenni che durante la mia assenza, causa botta allo stomaco, gli era stata concessa la possibilità di nutrirsi. Dopo avermi consegnato a Dracula, pensai tra me.
    << Non ti avrei certo ripudiato! Cosa penserebbero i tuoi se scoprissero che hanno sofferto inutilmente? >>
    Si guardò attorno disorientato. Riconoscevo fin troppo bene quell'espressione, di solito era il suo modo per eludere la risposta e di solito passava velocemente ad un argomento successivo per deviarla.
    << Leo, non desideravo affatto consegnarti ad Alexander. Gli avevo parlato di te per un mio capriccio personale, ma poi ha iniziato ad interessarsi sempre più fino a che, date le uccisioni dei licantropi, non aveva deciso di affidare il compito a te. Inizialmente mi ero opposto, non volevo coinvolgerti nei nostri affari personali >>
    Si interruppe un attimo, come avesse perso il filo del discorso, poi continuò.
    << Conosco il tuo segreto. Negavo l'evidenza ma quando ho notato la tua reazione ho capito che era inutile continuare ad ignorare la cosa. Leo di solito hai un sogno ricorrente? >>
    Non so che espressione potessi avere in quel momento, ma se compredeva la bocca aperta e gli occhi usciti dalle orbite, bhè, sicuramente quella.
    << Come diavolo fai a saperlo? >> domandai.
    Lo vidi scuotere le testa e assumere un'aria grave.
    << Lo so e basta. Ti prego Leo, finirai per innamorarti di lui, l'amore tra un licantropo e un vampiro è qualcosa di impossibile. No si è mai letto da nessuna parte di un'unione del genere! >>
    Alt. Innamorarmi di chi?
    << Di chi stai parlando Steve? >>
    Sospirò rassegnato. << Di Alexander, naturalmente >>
    Mi alzai a sedere come se avessi ricevuto una scossa elettrica. La testa iniziò a roteare pericolosamente e giurai di intravedere gli uccellini intorno che cantavano allegramente. Questo era un problema. Un grosso problema. Innamorarmi, io, di un vampiro? Per giunta uomo e insieme egocentrico? Scossi la testa al pensiero.
    << Credo che tu stia prendendo un abbaglio >> obbiettai. Il mal di testa si faceva più pressante.
    Steve mi guardò sconcertato. << No, affatto. Arriverai anche a sacrificare la tua vita per lui e io non posso accettarlo! >>
    Alzai gli occhi al cielo esausto << Sono stanco, voglio dormire e alle nove devo svegliarmi per andare a lavoro. Sai, noi licantropi non stiamo tutto il giorno in una bara aspettando che sia sera >>
    Scivolai dal letto lentamente, se avessi fatto il contrario a quest'ora il mal di testa avrebbe assunto dimensioni catatrofiche. Se con un pugno poteva mettermi così K.O. non osavo immaginarmi cos'altro poteva accadermi in situazioni peggiori. Scossi la testa al pensiero. Quello che mi serviva era una doccia bollente e il mio caldo letto su cui affondare i miei artigli. Nel vero senso letterale. Steve non osò nel frattempo toccarmi o aggiungere altro. Dedussi che avesse recepito il messaggio. Basta con Dracula alias Alexander, basta con morti, sogni e amici scomparsi usciti dall'oltretomba. Per quella notte avevo ricevuto abbastanza informazioni.
    << Domani devi tornare al Claws, Alexander si aspetterà che tu ci sia. Mi manderà a cercarti se non verrai >>
    Annui. Guardandomi attorno, quella stanza era arredata, con due comodini e un cassettone da un lato. Supposi fosse quella di Steve. Fuori dalla camera, riconobbi il lungo corridoio, solamente non sapevo quale direzione seguire. Avevo perso l'orientamento, se avessi preso quella sbagliata, mi sarei ritrovato di nuovo da Alexander.
    << A sinistra >> sentii sussurrare alle mie spalle. Incrociai il suo sguardo un'ultima volta e poi me ne andai via a passo svelto. Più che camminare, correvo. Quando intravidi la porta di servizio mi sentii più rilassato.
    << Adesso tutto ha un senso >>
    Cacciai un urlo per la sorpresa. Dietro di me, Alexander. Aveva il volto nascosto, la luce della candela troppo lontana per illuminarlo.
    << Cosa stai dicendo? >> sussurrai.
    << La profezia >> Continuò, più a se stesso che a me. << Tu che detesti i licantropi ne incontrerai uno che ti farà innamorare perdutamente e morirai per il suo amore come lui farà per te. La morte suggellerà il vostro amore e lo renderà eterno >>
    Non seppi cosa dire. Per diamine, eravamo scioccati entrambi in un certo qual senso! Fece due passi avanti e quando la luce lo raggiunse, il suo sguardo era impenetrabile. Non so cosa volesse che io rispondessi, ma non sembrava neanche che si aspettasse da me qualcosa, ragion per cui tenni la bocca chiusa. Il mio unico pensiero al momento era raggiugere la porta e scappare, per quanto riguardasse il suo, speravo che non comprendesse dissanguarmi.
    << Le streghe, sapranno cosa fare >> aggiunse di punto in bianco. Lo guardai un altro paio di minuti poi senza guardarmi più le spalle corsi verso la porta e la raggiunsi lasciandolo fuori, come se i miei problemi si fossero dissolti in un attimo. La musica iniziò a bombardarmi le orecchie e sorpresa, ne fui ben lieto. Quando le mie mani sfiorarono il volante dell'auto, mi sentii quasi a casa. Il giorno dopo mi aspettava una giornata intensa, per non parlare di quando il sole avrebbe lasciato il posto alla luna, dando di nuovo vita ai vampiri.


    Edited by sylvain. - 14/1/2013, 14:07
     
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    CITAZIONE
    "Credevo eri morto! Per nove anni! Come hai potuto?"

    Credevo fossi morto

    CITAZIONE
    "Mi dispiace, ma essere un vampiro era sempre stato quello che volevo"

    diventare un vampiro, sta meglio ^^


    Letti gli ultimi 2 pezzi >.< Non vedo l'ora di andare avanti e capirci qualcosa in più XDD
     
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  14. sylvain.
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    oooh grazie rita *w* si in effetti non ho voluto rendere tutto subito, un pò di suspance serve xDD
     
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  15. {Germoglio di Soia}
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    FINALMENTE ho trovato il tempo di leggere la tua storia e...
    OMG la doro *.*
    Te lo giuro non riuscivo a staccare gli occhi!!
    Mi piace un sacco!! Complotti, predizioni, amici che si ritrovano, guerre *.*
     
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142 replies since 3/8/2011, 21:16   1973 views
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