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romantico, introspettivo | giallo

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    _autrice: lee,
    _genere: romantico, introspettivo.
    _rating: giallo
    _tipologia: storia a capitoli
    _breve descrizione: Quando la vita sembra passare troppo velocemente, quando ogni cosa sembra non avere più alcun valore. La storia di una ragazza che si sente ormai vuota, incapace di provare emozioni, triste. La storia di una ragazza che imparerà a capire come vivere davvero, come riuscire a sorridere di pura gioia.
    Attraverso l'amore tutto è possibile.

    _note: avevo già iniziato a pubblicare questa storia, ma poi mi ero bloccata e non avevo più proseguito il racconto! >_< Giusto ieri l'ho ripresa in mano (soprattutto grazie a Rita xD) e ci ho dato un'occhiata veloce.
    Ho deciso di provare a continuarla, però siccome certe parti non mi piacevano e le trovavo troppo veloci o mal descritte, ho voluto ripubblicarla dal primo capitolo con le dovute modifiche!
    Spero vi piacerà. Buona lettura. ♥


    Prologo


    Non riuscivo a ricordare l'ultima volta in cui ero stata felice.
    Le mie giornate passavano lentamente, immerse nella noia e nel silenzio più assoluto del mio appartamento vuoto. Ogni giorno che iniziava era un'identica copia di quello precedente, la mia vita era piatta, senza alcuna traccia di vitalità. Rimanevo chiusa in quel buco che chiamavo casa senza quasi mai uscire e non riuscivo a capacitarmi di come riuscissi ad andare avanti ridotta in quello stato.
    Nulla sembrava squotermi, risvegliarmi da quel torpore permanente che sembrava aver ucciso ogni mia singola cellula, nemmeno la morte di mia madre, tre mesi prima, mi aveva destato e spronato a chiedere qualcosa di più a me stessa.
    Sembravo una stupida ombra proiettata in un angolo ammuffito di un bidone della spazzatura. Senza speranza, senza prospettiva. Ero vuota e sola, senza nessun obiettivo. Mi sentivo semplicemente un pezzo di carne a cui avevano dato un cuore e un corpo, nient'altro.
    Certo, avevo un lavoro, delle amiche, un locale in cui passsavo alcune serate, ma nulla sembrava sapermi far divertire. Sembravo incapace di dare una scossa al mio cuore. Evitando ogni tipo di distrazione ero caduta in una sempre più distruttiva esistenza.
    Ero immersa nell'infelicità, ma il tempo non si arrestava, continuava ad andare avanti, ed io con lui.


    Capitolo 01

    Mi guardai per l'ennesima volta allo specchio.
    In quel vestito non mi ci riconoscevo per nulla, sembravo un pacco regalo uscito male. Quel verde sgargiante non faceva proprio per me ed inoltre la mancanza di spalline risaltava la mie spalle larghe.
    «Assolutamente no, non mi piace per niente!», dissi a Sofia.
    Sofia era una delle amiche a cui ero legata di più, aveva la mia stessa età, anche se spesso poteva risultare una bambina da come si comportava; la cosa positiva però, stava nel fatto che era una delle poche a sopportarmi durante lo shopping. Ero di gusti difficili e non tutti stavano dietro al mio modo di fare.
    «Provati questo allora», esclamò porgendomi un vestito verde acqua.
    Non diedi nemmeno un'occhiata a quell'abito, adoravo il colore e appena lo presi fra le mani entrai immediatamente nel camerino per provarmelo.
    Appena uscii mi guardai allo specchio.
    «Si... questo mi piace», sussurrai lisciandomi il vestito contro il corpo.
    Era a maniche corte, con una scollatura tonda sul davanti che evidenziava in maniera non troppo esagerata il mio petto, era a stile impero con del pizzo nero proprio sul taglio sotto il seno ed inoltre mi arrivava fino a metà coscia terminando poi in morbide onde.
    «Piace moltissimo anche a me, e poi ti sta d'incanto!», esclamò la mia amica.
    «Perfetto, prendo questo», decisi.
    Sofià incarcò le sopracciglia guardandomi male.
    «E gli altri che ho accuratamente scelto per te non li provi nemmeno?», domandò Sofia mostrandomi con enfasi i vari abiti che teneva fra le mani.
    «No! Amo questo, e non ho voglia di provarmene altri», dissi io.
    Sofia sbuffò ed alzò gli occhi al cielo.
    «Va bene, va bene, vado a posarli al loro posto, ma tu sbrigati che poi voglio andare a bere qualcosa», mi parlò mentre già si allontanava da me.
    «Certo!», gridai verso di lei per farmi sentire.
    Mi cambiai velocemente e poi ci avviammo verso la cassa con il mio vestito.
    «A proposito, direi che non devo nemmeno farti sapere che quelle scarpe ci starebbero veramente di schifo con questa meraviglia vero?», chiese Sofia ridendo.
    Mi guardai i piedi. Indossavo delle converse.
    «Oh cavolo no! E io che speravo di indossare queste, così che nessuno avrebbe saputo resistere alla tentazione di fissarmi per tutta la festa», esclamai con sarcasmo.
    Sofia mi diede una spallata amichevole sghignazzando.
    «Comunque tranquilla, - ripresi io - ho delle bellissime scarpe nere con tacco da abbinarci».
    «Perfetto!», esclamò.

    *******


    Sprofondai sul letto sospirando.
    Abito nuovo, festa nuova.
    Non avevo nessuna intenzione di andarci, ma avevo esaurito le mie solite scuse e le mie amiche, in un modo o nell'altro, mi avevano costretta ad accettare l'invito.
    Sbuffai e, dopo aver appoggiato il vestito sulla sedia accanto al letto presi a fissare il soffitto.
    Non ero mai stata brava a rapportarmi con le persone che non conoscevo, finivo con il borbottare risposte monosillabiche, così da eliminare ogni possibile tentativo di conversazione. Certo, nemmeno io mi ci mettevo molto d'impegno, ma era una cosa che non mi pesava poi molto.
    Non m'importava di avere nuove amicizie, mi bastavano quelle che già avevo.
    Mi rigirai sul letto e il mio sguardo cadde su una fotografia di mia madre.
    Sorrisi e allungai il braccio per sfiorare la cornice con le dita e mi sembrò di tornare indietro nel tempo, al momento in cui avevo scattato quella foto.
    Avevo 19 anni, e mio padre mi aveva da poco regalato una macchina fotografica per il mio compleanno.
    Ero seduta vicino ad una finestra quando notai mia madre sul dondolo in giardino assorta nei suoi pensieri. Era intenta a fissare lo sguardo in un punto che nella posizione in cui mi trovavo, non riuscivo a vedere, ma potevo osservare nei suoi occhi una luce ricolma d'amore, ed in quel momento avevo deciso di voler immortalare quell'attimo, volevo poter osservare quella sua espressione in ogni giorno della mia vita.
    Così avevo preso fra le mani la macchina fotografica e dopo aver messo a fuoco e zoommato sul suo viso avevo scattato la foto: la mia prima foto.
    Sbattei le palpebre e tolsi le dita dalla cornice.
    I miei pensieri furono interrotti da un bussare insistente alla porta, così mi alzai con fatica dal letto ed andai ad aprire.
    «Buona sera!» esclamò una signora che non avevo mai visto.
    Inarcai un sopracciglio e le diedi una rapida occhiata. Poteva avere 60 o 70'anni, aveva i capelli grigi con molte striature bianche raccolti in una crocchia, portava degli occhiali con la montatura argentata ed aveva piccoli occhi azzurri, il viso aveva i lineamenti delicati e le rughe, anche se molto visibili, passavano in secondo piano.
    «Si?», domandai.
    «Sono la nuova vicina, mi sono trasferita proprio oggi. Abito nell'appartamento proprio di fianco al suo, quello», disse indicando con lo sguardo la porta alla mia destra «so che forse le sembrerà strano, ma volevo offrirle un pezzo di torta che ho fatto io stessa, è una ricetta di mia madre, ci sono anche altri inquilini, vuole unirsi a noi?», chiese.
    Mi limitai a guardare lei e a rivolgere poi, lo sguardo alla porta chiusa del suo appartamento. Si sentiva un vociferare allegro.
    «La ringrazio dell'invito, ma fra poco devo uscire, sarà per una prossima volta magari», risposi.
    Lei annuì.
    «D'accordo allora, ma una volta la voglio da me, deve davvero assaggiare quella torta, è la fine del mondo!», esclamò lei.
    Si voltò e, mentre si stava allontanando si girò di scatto e mi raggiunse di nuovo.
    Io la guardai con aria interrogativa.
    Lei mi porse la mano.
    «Non mi sono nemmeno presentata, che maleducata, io mi chiamo Julienne, lei?»
    Afferrai la mano e la strinsi.
    «Julia, piacere! E la prego, mi dia pure del tu».
    Lei mi fece un sorriso radioso. «D'accordo, ma solo se farai lo stesso anche tu! Bel nome comunque! Ti saluto allora che gli altri mi aspettano, buona serata!»
    «Grazie!»
    Chiusi la porta alle mie spalle e mi ci appoggiai contro.
    Una vecchietta di 70'anni, fantastico.
    Perchè non si poteva traferire in quell'appartamento un bel fustacchione?
    Sbuffai per l'ennesima volta ed andai a prepararmi.
    Chissà, forse avrei potuto conoscere qualcuno alla festa di quella sera.


    Continua...
     
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    Uuuuooo!!! sìsìsìsìsì!!!
    Lau... è inutile, quasi, ripetere quanto sia eccitata da questa tua decisione! **
    Ho riletto con molto piacere il primo capitolo e la signora mi fa la stessa simpatia di sempre!
    Ma tu lo sai che quello che mi incuriosisce più di tutti e.................... LUI!!! :guru: :guru: :guru: :guru: :guru:
    Quindi aspetto con ansia il momento di arrivare fin dove non conosco la storia *uhuhuh*
    Però mi sembra una cosa buona rimodellarla daccapo in modo che si eliminino i pezzi che non ti convincevano molto ùwù Così almeno si ha più voglia di mandare avanti la storia con spirito nuovo e nuove idee! Eheh
    Bravissima! *^*
     
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  3. lee‚
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    Yeah! XD Solo per te Rita...dopo un po' che mi ricordavi di questa stria ho voluto riprenderla in mano!
    Ed in effetti si, se non la modificavo e toglievo certe parti che non mi piacevano per come erano scritte, non so se sarei riuscita a proseguirla. Perchè era come leggere qualcosa che trovavo incompleto già dall'inizio...çAAç
    Ahahahahah!! Ne ero super certa Rita!! *^*
    Dai che arriverà presto! u_ù *sculetta in giro*
     
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    Ahahaha sì, capisco la sensazione! Ti auguro di divertirti, allora, nel proseguire questa nuova versione :guru:
    (e vai come con i momenti Hot! ----> io ci conto, eh! XDD)
     
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    *coff coff*
    sono arrivataaaaaaaaaaa ohyeah!
    Non si può ancora commentare bene la cosa perché ancora si deve intrallazzare, giustamente, ma l'inizio non è male e l'entusiasmo di Rita mi indica che ci sarà da sbaffare in mezzo al topic a lungo, quindi sbrigati e posta ù,ù
     
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    Scrittura sempre molto scorrevole *°* Leggo sempre con piacere le cose che scrivi perchè spieghi tutto non dilungandoti troppo. Descrivi sempre tutto benissimo!!
    La storia mi ispira un casino! Julia è molto simile a me riguardo al relazionarsi con nuove persone xD e poi questo fantomatico LUI di cui parla Rita chi sarà?! *A* magari il nipote dell'arzilla signora?!

    Bravissima ♥

    PS Se è stata Ryo a farti continuare questa storia, un ringraziamento va anche a lei allora :guru:
     
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    PS Se è stata Ryo a farti continuare questa storia, un ringraziamento va anche a lei allora :guru:

    *si inchina* Bwuahahah **
     
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    silent•ƒieber: sono contenta che tu abbia letto la storia..e spero riuscirai a proseguirla nonostante il genere...XD chi lo sa!
    Giù-: grazie davvero per i complimenti! ♥ spero che anche il seguito sarà di tuo gradimento!! *^* In effetti si, è moooolto merito di Rita se sto cercando di proseguirla! ^^

    Kufufu...già che ci sono, aggiorno!
    E in più vi mostro i volti delle care ragazzuole!! *^* Ho già deciso anche la faccia per la caVa Julienne, ma mi sa che la pubblico più avanti!! ^^




    Capitolo 02

    Lasciai cadere la borsa sul sedile posteriore dell'auto e mi sedetti sul posto di guida.
    «Ehi, dici che Elena sarà in orario questa volta?», mi chiese Sofia mentre si sistemava sul posto del passeggero.
    «Quando mai è in orario scusa?», ribattei sorridendo.
    «Ottima osservazione. Andiamo a prendere prima le altre allora!»
    Feci avviare il motore in modo piuttosto brusco e raggiunsi in pochi minuti l'appartamento di Lorena e Alice trovandole come di consueto, già pronte, ed infine mi diressi a casa di Elena.
    Scesi dall'auto ed andai a suonare al suo campanello, dopo pochi secondi sentii la voce squillante della mia amica rispondere dall'apparecchio: «Si, ci sono, arrivo subito».
    Sospirai sconsolata, i suoi "arrivo subito" significavano quasi sempre un "devo ancora cambiarmi".
    La sua voce mi raggiunse nuovamente: «Ehi, guarda che ti vedo qui nella telecamera del citofono, quindi mostra un po' di rispetto e non sbuffare», esclamò lei ridacchiando.
    Scossi la testa ed alzai gli occhi al cielo.
    «Muovi le chiappe Elena, sei in ritardo! Cosa che accade di rado, vero?!», sottolineai le ultime parole con un po' di ironia e poi tornai in macchina.
    «Allora, nei prossimi minuti in cui aspetteremo che Elena si decida ad uscire di casa, che facciamo?», domandai alle altre mentre chiudevo la portiera dell'auto.
    «Uomini», esclamò Sofia.
    Mi voltai verso di lei. «Quali uomini scusa?»
    «Come quali? John e Marco! Spero che sta sera ci siano, perché sono entrambi meravigliosi», rispose estasiata.
    «Hai intenzione di dare il via ad un menage a trois Sofia?», chiesi ridendo.
    «Se me ne capita l'occasione certo!»
    «Sei senza speranza Sofia, basta che vedi un uomo e sei già pronta a saltargli addosso», borbottò Alice.
    «E' perché a te piacciono le donne Alice, e quindi non mi capisci», sentenziò l'altra.
    «Mi piaceranno anche le donne, ma ciò non significa che non sappia distinguere un bell'uomo da uno brutto. E credimi, sia John che Marco fanno parte della seconda categoria».
    «Oh, ma per piacere!», sbottò Sofia.
    «Lungi da me interrompere questa sempre più splendida conversazione su quei due bellissimi uomini al dir poco rozzi, ma devo informarvi che Elena, grazie ad un miracolo divino, è qui fra noi! Quindi accendi quella radio Julia e fa partire la macchina che non vedo l'ora di arrivare alla festa!», disse Lorena con un sorriso immenso.
    Il tratto in macchina fu abbastanza lungo, ma non ci annoiammo affatto.
    Alice, Elena e Lorena che stavano sui posti dietro si erano messe comode e cantavano qualunque canzone trasmettessero alla radio. Sofia che era seduta al mio fianco invece, continuava a parlare di uomini ed io ovviamente capivo la metà delle parole che diceva a causa delle altre ragazze.

    ***********

    Entrammo nel locale con tutta calma, e Sofia cominciò immediatamente a guardarsi attorno.
    I suoi occhi saettavano da una parte all'altra del locale fino a che non si posarono finalmente su di una persona.
    «Io vado ragazze, c'è Marco, e sta volta non me lo lascerò scappare!», gridò mentre già si allontanava da noi.
    «Com'è che ce la portiamo sempre dietro se ogni volta che mettiamo piede in un qualsiasi bar, lei scappa dal primo uomo che vede?», domandò Alice osservando la figura di Sofia che si faceva spazio tra la folla per raggiungere il suo uomo.
    «Bella domanda. Per la sua bella presenza?», rispose ridacchiando Lorena.
    «Probabile», conclusi io con un sorriso.
    «Chi viene a sedersi con me? Ho bisogno di alcool», esclamò Elena con fare allegro.
    La seguimmo tutte al primo tavolo che trovammo libero e restammo in attesa per parecchi minuti, il locale era incredibilmente pieno, prima che un qualche cameriere si degnasse di farci visita per prendere le nostre ordinazioni.
    «Oh. Mio. Dio!», stirllò Alice sbarrando gli occhi.
    «Che c'è?», domandai voltandomi verso di lei.
    «Perchè Katrina sta entrando qui dentro?». E mentre parlava la sua voce si incrinò, inoltre iniziò a sembrare molto agitata dato che prese a torturarsi in maniera insistente le mani.
    «Perchè non aveva meglio da fare forse?», suggerii io.
    Alice mi diede una gomitata e coinvolse le altre ragazze in una discussione assurda sul motivo che aveva spinto Katrina, la sua ex, ad entrare proprio dentro a quel locale.
    Io interruppi il loro blaterare famelico. «Guarda che sta venendo qui», dissi.
    «No! Non la voglio vedere!», esclamò.
    E prima ancora di alzare lo sguardo per vedere se Katrina aveva ormai raggiunto il nostro tavolo o meno, si fiondò in bagno.
    A metà serata eravamo rimaste solo io e Lorena sedute a quel tavolo.
    Sofia era uscita da quel bar ormai da tempo assieme a Marco, ci aveva salutate con un sorriso smagliante e poi aveva ripreso a scodinzolare dietro l'uomo fino a che non raggiunsero la bmw di lui.
    Alice quasi sicuramente era scivolata dentro al water, dato che ancora non si decideva ad uscire dal bagno.
    Certo, il suo restare chiusa lì dentro poteva dipendere dal fatto che Katrina continuava a stare vicino al nostro tavolo mentre chiacchierava amabilmente con altre ragazze.
    Non potevo certo biasimarla, avrebbe fatto stare male anche me. Dopotutto Katrina era la ragazza con cui era stata assieme per più di due anni.
    Sospirai mentre mi voltai a guardare Elena.
    Lei era scesa in pista e si stava strusciando allegramente contro ad un uomo.
    Sia io che Lorena, non appena vedemmo l'uomo in questione iniziammo a brontolare, quest'ultimo infatti aveva una piccola fede all'anulare, ma sembrava che ad Elena quel piccolo particolare non facesse alcun effetto.
    Sbuffai contrariata.
    «Ma si, dopotutto la vita è sua, lasciala fare, prima o poi se ne accorgerà da sola che andare con uomini sposati non la condurrà da nessuna parte», sussurrò Lorena.
    «Quello sicuramente, peccato però che non si tratta solo di lei, ma anche di altre donne. Ti ricordi com'è andata a finire l'ultima volta?», domandai arricciando il naso.
    «Certo che ricordo, sarebbe impossibile dimenticarsene, ha quasi distrutto una famiglia», rispose Lorena con aria triste. A quelle parole la mia mente ricordò candidamente i tratti di Andrea, l'ultima storia di Elena. Era un uomo sulla quarantina con i capelli ancora perfettamente neri, io ero convinta si facesse la tinta però, aveva gli occhi sul castano scuro, ma alla luce si illuminavano e diventavano molto più chiari, le labbra erano fine e la bocca molto piccola, ricordavo quanto fosse un bell'uomo, ma i lineamenti erano troppo severi e marcati per i miei gusti.
    Tutte noi eravamo state contente per la nostra amica, fino a che non scoprimmo che era sposato, lei ovviamente lo sapeva fin dall'inizio, ma ce lo aveva tenuto nascosto.
    Le cose fra di loro erano andate bene per un po', fino a che la moglie di lui non scoprì tutto e fu l'inizio della fine.
    I miei pensieri furono interrotti dalla voce di Lorena.
    «Com'è che dice sempre? Gli uomini sposati sono quelli che la intrigano maggiormente perchè...» conclusi io la frase per lei: «c'è di mezzo il pericolo, l'eccitazione di fare tutto di nascosto».
    «Esatto! Neanche fosse un'adolescente in calore».
    «Ma Elena è un adolescente in calore! Un po' come Sofia», dissi cercando di sdrammatizzare.
    Lorena sorrise.
    «Già, però almeno Sofia si sceglie sempre uomini rigorosamente non impegnati, Elena invece sembra che proprio se li cerchi».
    «Prima o poi spero metterà la testa a posto anche lei», sussurrai voltandomi a guardarla nuovamente.
    «Me lo auguro».
    Lorena chiamò nuovamente il cameriere e si fece portare un cocktail alcoolico alla frutta, nel frattempo io cominciai ad osservare la sala e a scrutare i volti che la riempivano, ne notai alcuni famigliari.
    Riconobbi Alessandro, uno dei miei condomini che stava ridendo e scherzando assieme alla sua ragazza Ester, poi vidi Serena una mia vecchia compagna di classe delle medie, c'erano anche Orazio e Alex che avevo conosciuto durante una festa in spiaggia qualche anno prima ed infine notai una ragazza bionda dai capelli corti e ricci che passava quasi ogni giovedì sera nella mia libreria.
    Non trovai però nessuno di interessante finchè i miei occhi non si posarono sulla porta d'entrata. In quell'esatto istante infatti vidi entrare un uomo, era alto e bruno con i capelli corti, quasi rasati ai lati e più folti nella parte centrale, i lineamenti del viso erano piuttosto dolci ed i vestiti che indossava seppur molto comuni, jeans e camicia bianca lasciata un po' aperta, gli calzavano perfettamente su tutto il corpo così da donargli un'aria molto sofisticata.
    I suoi occhi incontrarono i miei per quello che mi parve un lungo istante e trattenni, senza rendermene conto, il fiato. Ripresi a respirare normalmente solo quando lui distolse lo sguardo dal mio.
    Stavo per aprire bocca e fare, quasi sicuramente, un apprezzamento molto spinto su quell'uomo, quando Lorena, al mio fianco esclamò un: «Wow. Quello dev'essere mio!».
    Così si alzò di scatto dalla sedia e si avvicinò allo sconosciuto.
    Io rimasi a bocca aperta e sbuffai. Dannazione a Lorena e al suo sguardo acuto.


    Contnua...
     
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    Ahahahah bello anche il secondo capitolo! XDDD uhuhuh... eccolo che entra in scena! SOno morta la prima volta che ho letto questa parte perché Lorena si era fiondata per prima ad "accalappiarselo" eheh però ora so anche come va a finire XDD (a meno che tu non abbia cambiato drasticamente il racconto! u.u)
    Aspetto con taaaato amore, il 3° cap! <3
     
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    Ti adoro!! Sono contenta che tu l'abbia ripresa, così potrò sapere come va a finire.
    Brava, brava :happy:

    Lorena ci rivediamo, non è vero? *impugna la mazza* :pazzopervertito:
     
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    Oh mio dio, mi sembra di essere una ragazzina urlante xD avete presente le fan girl?! Ecco, mi sento proprio così!! Le cose cominciano a farsi interessanti (soprattutto l'ultima parte del capitolo... non so se ci intendiamo :guru: )... Vedo che a molte sta antipatica Lorena xD probabilmente la penserò anch'io così fra qualche capitolo!
    CITAZIONE
    Dannazione a Lorena e al suo sguardo acuto.

    Hahaha xDD

    Devo dire che mi incuriosisce la storia di Elena! Vorrei saperne di più... E anche su Alice xDD hahaha poverina è stata in bagno tutto il tempo a nascondersi >.<

    Ottima scelta per Julia!! *A* Jessica Day di New Girl *_* Zooey Deschanel *°*

    Adesso però voglio saperne di più *W* cercherò di aspettare pazientemente.. per quanto mi è possibile xD...
     
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  13. lee‚
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    @Rita: mah. chi lo sa cosa ho fatto alla storia...*si guarda attorno* xDD
    Si, Lorena ha fatto morire anche me...ma oh, doveva andare così sto primo incontro! *sculetta*
    @Sanda: ahahahaah!! Si ho deciso di continuarla e spero riuscirò a portarla a termine...uahuah! anche perchè sennò va a finire che qualcuno mi piacchia...ò_ò *fissa rita* Spero continuerà a piacerti!! *^*
    @Giulia: Povera Lorena...çAAç *patta Lorena* Ahahahah! Si, quella parte del capitolo mi sono divertita molto a scriverla! ^^ Yep! Per quanto riguarda le storie delle altre ragazze credo che sarai accontentata! Ho voluto mettere vari dettagli (cosa che prima non avevo fatto in maniera così evidente) proprio per cercare, in seguito, di spiegare meglio anche quei personaggi e i loro caratteri!!
    Yep! Lei appena l'ho vista ho pensato: "è lei"! xD E mi è capitato lo stesso per il volto di Lorena e Alice...u_u Per le altre due p stato un po' più difficile...çAAç
     
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  14. lee‚
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    Capitolo 03



    I miei occhi continuavano a posarsi ininterrottamente sull'uomo che stava in piedi di fianco a Lorena, era davvero più forte di me, non riuscivo a frenare il mio sguardo che sembrava come calamitato da lui.
    Con tutte quelle occhiate che gli avevo rivolto inoltre, avevo avuto modo di notare molti particolari a cui prima non avevo fatto caso, primo fra tutti, partendo dal viso avevo visto i suoi occhi intensi di un verde smeraldo che gli conferivano un fascino felino, poi le sua bocca larga sciolta in un sorriso gioioso ed avevo anche intravisto un tatuaggio che partiva dal centro della clavicola sinistra e si spostava verso la spalla snodandosi in diverse spirali e linee.
    Sospirai, passandomi una mano fra i capelli in maniera nervosa.
    E proprio mentre mi obbligai a piantare lo sguardo sul mio bicchiere e a finirne il contenuto per distrarmi da tutto il resto, Lorena si avvicinò quasi saltellando al tavolo. In quel momento rischiai di sputare tutto ciò che avevo bevuto, mi stavo agitando troppo per la presenza incredibilmente vicina di quell'uomo.
    «Ehi, tutto bene?», mi domandò Lorena corrugando le sopracciglia.
    «Si, certo», risposi sorridendo e pulendomi le labbra, dalle gocce che vi erano scivolate, con il tovagliolo.
    Lei annuì contenta e si voltò verso l'uomo che aveva un passo dietro di lei.
    «Volevo presentarti Massimo, che è stato così gentile da offrirci un altro...», persi il resto del discorso perchè i miei occhi catapultarono immediatamente su quelli di lui cancellando ogni altra cosa.
    Deglutii a fatica e mi chiesi cosa cavolo mi stava succedendo.
    Sobbalzai quando Lorena mi toccò la spalla. Lei mi guardò preoccupata domandandomi nuovamente se andava tutto bene.
    Annuii semplicemente.
    Allungai una mano verso Massimo.
    «Certo, piacere, io sono Julia».
    Lui mi sorrise e strinse la mia mano.
    Sentii immediatamente il calore della sua pelle invadere la mia che era molto più fredda a confronto.
    Interruppi il contatto con lui e guardai Lorena sorridendo.
    «Io vado a vedere come sta Alice, ormai è da troppo che non si fa vedere ed inizio a preoccuparmi, a dopo. E ancora piacere d'averti conosciuto Massimo», esclamai prima di fare un breve cenno del capo ad entrambi ed infine mi dileguai.
    Mi dispiaceva scappare così da Lorena senza spiegarle nulla, ma se fossi rimasta lì ancora per qualche minuto a fianco a Massimo, non sarei riuscita a resistere alla tentazione di provarci spudoratamente. Quell'uomo mi affascinava incredibilmente, e adoravo lo sguardo profondo con cui fissava gli occhi nei miei.

    ******************


    «Ehi Alice, ci sei?», domandai busssando sull'unica porta chiusa del bagno.
    «Si», rispose in maniera secca.
    «Hai intenzione di uscire da li, oppure vuoi costruirti una casa e viverci in quel buco??», domandai cercando di scherzare.
    «Preferisco restare qui dentro, grazie».
    «Non fare la scema Alice, esci».
    «No».
    Sbuffai ed appoggiai la fronte sulla porta del bagno.
    «Fai entrare me almeno?».
    Alla mia domanda seguì un breve silenzio, dopo alcuni secondi si decise a rispondere: «è troppo piccolo qui dentro per due».
    «Alice...», sussurrai.
    Picchiettai le dita sulla porta, in attesa che uscisse.
    «C'è qualcun altro lì fuori?», chiese.
    Mi guardai attorno. «No, nessuno». E finalmente aprì la porta del bagno ed uscì. Si strinse le braccia al corpo e con aria imbronciata fissò un punto indefinito della toilette.
    «Dicevi che ti era passata, non ti abbiamo mai creduto e intuisco avessimo ragione a non farlo», cominciai.
    «Si, mentivo», brontolò.
    Sospirai.
    «E ogni volta che la vedrai hai intenzione di nasconderti da qualche parte?»
    «Cosa vuoi che ti dica Ju? Non riesco a perdonarla per quello che mi ha fatto, mi ha tradita. Con un uomo. Con un mio amico! Diceva di amarmi e poi si è scopata un altro. E mi fa incazzare da morire, glielo avevo presentato io John!», gridò.
    Allungai una mano verso di lei, per confortarla, ma lei evitò il mio tocco e si avvicinò allo specchio.
    Si diede un'occhiata al viso ed iniziò a sistemarsi il trucco che le era colato agli angoli degli occhi. «Volevo bene ad entrambi, mi fidavo di tutti e due, e mi hanno tradito! Come pensi che mi sia sentita dopo? Uno schifo. Maledizione, lo sapevo, avevo intuito che c'era stato qualcosa tra loro, ma continuavo a credergli ogni qual volta loro negavano l'accaduto. E dopo un mese, finalmente mi hanno concesso l'onore di mettermi al corrente della verità. Sai che bello! E non sai quanto mi abbiano ferita, mi sono sentita un'incredibile idiota ad aver dato loro tutta quella fiducia».
    «Alice, forse dovresti...», provai a dire, ma subito lei si mise a scuotere freneticamente la testa.
    «Non voglio sentirti dire niente Ju! Tanto che vuoi capirne tu? Sarà ormai da anni che non esci con qualcuno», esclamò afferrando con rabbia il mascara e portandoselo alle ciglia con mano tremante.
    Accusai il colpo e feci un passo indietro, come se le sue parole avessero avuto un peso fisico.
    Restai in silenzio ed immobile ad aspettare che finisse di sistemarsi il trucco, muoveva le mani in maniera nervosa e scostante e ogni tanto le cadeva qualcosa a terra.
    Non appena ebbe finito si voltò e si fiondò fuori dal bagno senza degnarmi di uno sguardo.
    Sospirai ed uscii anch'io dopo di lei e non appena mi ritrovai in mezzo al locale, mi guardai attorno cercandola con gli occhi, ma non la vidi da nessuna parte, poco dopo però, mi raggiunse Lorena.
    «Ehi, che ha Alice? E' uscita praticamente correndo dal locale», mi chiese.
    «Katrina...come pensavamo non le è affatto passata»
    La mia amica sorrise tristemente e nel mentre gli spiegai ciò che era successo in bagno notai che continuava a lanciare occhiate alla sua destra, spostai lo sguardo anch'io e notai Massimo che stava sorridendo alla nostra direzione.
    «Vado io a tranquillizzarla, tu passa una bella serata con lui», dissi sorridendo ed accennando con il capo a Massimo.
    Lei fece un sorriso radioso.
    «Ti dispiace se non torno con te sta sera? Credo che la cosa possa andare a buon fine tra me e lui, abbiamo molte cose in comune!», mi fece sapere tutta contenta.
    «Certo, io vado da Alice, tu divertiti pure con il tuo bellissimo principe azzurro! Buona serata!»
    «Grazie».
    Uscii velocemente dal bar e notai immediatamente la mia amica in un angolo della strada, le andai incontro.
    «Alice...», sussurrai.
    Lei si voltò di scatto e mi abbracciò con forza.
    «Fa così male Ju! Davvero non riesco nemmeno a sopportare la sua vista. Le volevo così bene, e ciò che mi fa stare peggio è che gliene voglio ancora. Non riesco a capire come sia possibile dopo tutto quello che mi ha fatto!», singhiozzò sulla mia spalla.
    La strinsi a me, accarezzandole la schiena, cercando di calmarla.
    «I sentimenti per una persona non possono svanire da un momento all'altro Alice, ci vuole del tempo e non appena questo sarà passato riuscirai a superare la cosa e a sorridere di nuovo».
    «Ma fa così male Julia...», sussurrò.
    «Lo so».
    Dopo alcuni minuti lei si scostò da me e si asciugò gli occhi, poi si guardò le mani e sorrise: «cavolo, dovrò sistemarmi di nuovo il trucco».
    «Ora torniamo a casa, hai bisogno di tanto gelato e di una buona compagnia!», esclamai io sorridendo.
    Lei mi osservò tirando su col naso.
    «Scusami per quello che ti ho detto prima Julia. Io davvero non volevo, è solo che...», la interruppi appoggiandole la mano davanti alla bocca.
    «Tranquilla, nessun problema...», iniziai; poi, voltando la testa verso il locale continuai: «ora vado a vedere se Elena viene con noi oppure no, tu aspettami qui, faccio presto».
    «E Lorena?», domandò.
    «Ha incontrato un certo Massimo, un uomo particolarmente interessante ed è intenzionata a concludere la serata con lui», risposi allontanandomi da lei.

    ******************


    «Com'è che siamo tre femmine in una camera da letto? Dove sono gli uomini?», domandò Elena abbandonandosi completamente sul mio letto.
    «Siamo qui per tirare su il morale ad Alice, quindi niente uomini, siamo sufficienti noi!», esclamai ridendo.
    Alice mi diede una gomitata ed io mi voltai verso di lei. «Cos'è, non siamo abbastanza per te?»
    Per tutta risposta mi vidi arrivare un cuscino in faccia.
    «Grazie», sussurrai ridacchiando.
    Elena però non demordeva. «Scusa, ma è stata una donna a spezzarle il cuore, quindi tecnicamente un bel paio di pettorali maschili dovrebbero tirarle su il morale».
    «Il mio cervello non funziona come il tuo Elena».
    «Ah no?», la sfidò lei.
    «No. Il mio è molto più complesso!», rispose ridendo Alice.
    L'altra si finse offesa.
    «Ehi! Così poi va a finire che serve a me la serata per tirarmi su il morale», e così dicendo infilò un cucchiaio all'interno della vaschetta di gelato al fior di latte, e prima di portarlo alle labbra continuò: «ed in quel caso serviranno molti pettorali, molti uomini e molte poche donne».
    «Posso partecipare anch'io alla serata per tirarti su il morale allora?», domandai sorridendo.
    «Mmm...ci penserò».
    Passammo la serata noi tre assieme, cercando di far ridere Alice che non stava per niente bene.
    Ogni tanto però, il mio pensiero andava a Massimo e a Lorena, ed in quei momenti cercavo di concetrarmi maggiormente sulle due amiche che avevo accanto a me nella mia stanza.
    Dopotutto, era Alice quella che aveva maggior bisogno di me, non di certo Lorena.


    Continua...
     
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    Povera Alice ç____ç mi è sembrata una brutta situazione la prima volta e ovviamente anche ora >.< Ma come si fa?? Dovrebbero essere quegli altri, quelli che l'hanno tradita a fuggire dalla stanza per la vergogna!
    E poi... miiii *uffa* non voglio che Massimo passi la serata con Lorena!! Miiii!!! :grrr:
    *Lau fai passare presto questa parte!* ù.ù
    Ehi...! Sono qui ad aspettare il seguito, eh! *esercita pressione psicologica* :occhidolci:
     
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