Facing my demons

Angst | verde

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    FACING MY DEMONS



    _autore: SybilByOscar
    _genere: Angst
    _rating: verde
    _tipologia: one-shot
    _breve descrizione: E' la storia di Roxsana, un volto, un personaggio che rappresentano uno dei sentimenti più inconsci dell'animo femminile.
    _note: //


    «Cosa c’è che non va»
    «Non sono sicura di volerlo fare»
    «Non c’è motivo per il quale tu debba sentirti insicura»
    «Invece sì»
    «Quale sarebbe»
    «L’insicurezza la variabile insicurezza»
    «E’ scontato»
    «Ma è pur sempre la verità»
    «Su cosa è la verità»
    «Sulla mia possibilità di sbagliare»
    «Non ci sono mai certezze a riguardo»
    «Me ne rendo conto»
    «No lei non capisce»
    «Tu credi»
    «Certo lei non capisce»
    «Dimmi cosa non capisco»
    «Lei non capisce della paura del terrore che ti blocca davanti la soglia di quella porta»
    «Quale porta»
    «La porta della sua camera»
    «Ancora non ha una camera»
    «L’avrà»
    «E hai paura»
    «Sì»
    «Hai la naturale paura di sbagliare cose che sicuramente sbaglierai ed è davvero naturale sbagliare»
    «Ma hanno già sofferto loro hanno già vissuto lo sbaglio di un’altra persona chi sono io per caricare le loro spalle di altri errori»



    «Altri errori che sono perfettamente naturali con il compito di essere madre»
    «Non è così che deve essere»
    «Ma è così che vanno le cose e deve essere così sempre»
    «Non per me»
    «Sei troppo dura con te stessa»
    «Lei crede»
    «Lo credo e sei giovane»
    «Non sono poi così giovane»
    «Lo sei»
    «Non ne sono convinta»
    «Allora perché sei qui»
    «Non lo so»
    «Ti ascolto»
    «Non lo so e basta»
    «Sei troppo dura con me e con te stessa»
    «Sono qui perché mi andava di varcare quella soglia sono qui perché volevo e voglio ad ogni costo che qualcosa cambi nella mia vita che ci sia una presenza costante nella mia vita sono qui perché voglio ardentemente un pensiero positivo la mattina quando mi sveglio e voglio con tutto il cuore che quello stesso pensiero sia l’ultimo della notte così da poter dormire serenamente»
    «Sono solo questo per te»
    «No non sono solo questo»
    «Allora cosa sono per te cosa provi quando li vedi»
    «Vedo piccoli esseri che hanno bisogno di un abbraccio vedo in loro l’innocenza perduta di una madre che ha giocato con loro abbandonandoli ad un destino che non sarà mai scritto dal loro piccolo pugno e vedo anche la gioia di condividere un gioco in loro compagnia perché è la cosa che sanno fare meglio essere bambini sempre e comunque»
    «Ti sei risposta da sola»
    «Riguardo a cosa»
    «Al fatto che la tua incertezza sia solo un’emozione con la quale ti devi confrontare e che puoi controllare»
    «Non la posso combattere»
    «Puoi combatterla e lo vedrai»
    «Dove»
    «Nei suoi occhi»
    «Quando»
    «Quando ti porterò la bambina»
    «La bambina»
    «Sì»
    «Potrà essere mia»
    «E di nessun altro»



    Nell’attesa snervante caos



    «Ecco qui la meraviglia»

    Nell’attesa snervante caos di un andirivieni giocoso

    «E’ lei»
    «Sì è lei»
    «Ha un nome»
    «Puoi sceglierlo tu»
    «Io»
    «Sì è la tua bambina adesso»

    Nell’attesa snervante caos di un andirivieni giocoso pensando al tuo nome tra quattro strette mura a scendere per le vie della strada della tua nuova casa

    «Eih»

    Mormorandoti del tuo richiamo attenzione catturata

    «Eih»

    Mormorandoti del tuo richiamo attenzione catturata nell’ascoltare una voce che non ti appartiene
    sbiadita e fasulla fisionomia
    di chi
    in questa mia vita
    non fa parte
    mai
    con voce roca di rimprovero
    domandi di qualcosa
    che non ti è dato sapere
    per me eterno tormento.

    Epilogo

    E nel sogno
    desiderio innato di una donna come altre
    stringendo vertiginosa la tua mano
    parli a me con fare adulto
    mostrandoti per chi sei
    il dubbio
    diviso il mio corpo
    tra amore e paura
    di non aver permesso mai
    di dare alla piccola vita
    l’emozione di un respiro
    fredda calcolatrice
    omicida
    e facile preda
    coscienza effimera
    io
    sedimento del male puro.




    ROXSANA
     
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    Caspita! Il tuo modo di scrivere senza usare le punteggiature è davvero originale e, soprattutto, riesci ad usarlo in modo impeccabile. Leggendola mi sembrava quasi di essere a teatro ad assistere ad uno di quegli spettacoli dove gli attori recitano mantenendo sempre lo stesso tono di voce, mentre scandiscono ogni battuta. Per questo sono riuscita sia a "sentirla" e sia a "vederla" mentre la leggevo.
    Tutto questo per dirti che sei stata capace di trasmettermi molto, complimenti <3
     
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    Cinci, un'altra meraviglia! *A*
    Toccante! Il fatto che non ci fosse punteggiature, in quello che ormai è il tuo stile personale xD, in alcuni passaggi confondeva le affermazioni e anche se si capiva che erano domande, quelle domane potevano essere lette anche come se non lo fossero, regalando un significato latitante alternativo che ne approfondisce le sensazioni tra trasmettere!
    Nello specifico mi riferisco a quel
    CITAZIONE
    «Tu credi»

    Che in forma di domanda convoglia l'incertezza e l'insurezza della protagonista che cerca una conferma; ma che, in forma affermativa, è come se convogliasse la volontà di ribellarsi ed affermarsi come pensiero proprio, forse anche con quel tono di rabbia latente che impiegherebbe nel voler affermare le sue ragioni ^^
    (non so se mi sono spiegata al meglio, ma comunque....)

    Alla fine mi pare di aver capito che le paure maggiorni di Roxana riguardavano la sua capacità di essere un bravo genitore e di non essere troppo oppressiva e soprattutto di non contaminare, con quello che avverte come il suo "male" e la sua "corruzione", la vita innocente che le si viene affidata.
    Un tema profondo di per sè, trattato con molto tatto e molta poesia! ( e gran stile! sì!)
    Come dice anche Ale, potrebbe facilmente prestarsi per una rappresentazione teatrale, eheh <3
     
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    Io ringrazio entrambe davvero, per le parole e l'analisi che avete lasciato a questo brano. Un pezzo che a me ha lasciato l'amaro in bocca, sono sincera, ma voi invece mi avete regalato un sorriso! =*
    vi sono debitrice!
     
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    Wow. Questa è la seconda volta che ti vedo affrontare il tema (anche se con accezioni leggermente differenti), prima in poesia e adesso in prosa, il risultato è in entrambi i casi eccezionale! Mi è piaciuto tantissimo questo dialogo interiore, non tanto per il punto di vista introspettivo quanto per la composizione delle sue parti, hai creato una sorta di caos calmo, un flusso armonico di pensieri. Complimenti :)
     
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4 replies since 4/2/2013, 15:42   101 views
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