Heaven is wrapped in chains

drammatico|verde

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    HEAVEN IS WRAPPED IN CHAINS



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    _autore: SybilByOscar/Divine Insanity
    _genere: drammatico
    _rating: verde
    _tipologia: monologo
    _breve descrizione: non c'è una trama vera e propria. E' un discorso unico, nato per essere esposto, nato per essere ascoltato. Forse.
    _note: dialogare con se stessi, talvolta, porta a dialogare con un pubblico più ampio.


    Tu sì proprio tu eccoti fermo lì non ti muovere per favore non muoverti avvicinati piuttosto per favore di nuovo non farti pregare sì proprio tu siediti siedi qui davanti a me in modo che io possa parlare a te e agli altri anche voi sedetevi con calma senza spingere non c’è fretta non ho fretta le parole non usciranno dalla mia bocca finché tutti non saranno seduti
    Ecco
    Ci siete
    Bene
    Posso cominciare
    Se sì inizio
    D’accordo ho capito ho capito fate sì con il capo per non disturbarmi e tu ascolta per favore ascolta quanto ho da raccontare perché è una storia che ha un inizio dirai che tutte le storie hanno un inizio ma questa è ben diversa questa storia è diversa da tutte le altre storie questa storia ha un inizio ma non ha una fine ha un suo svolgimento come tutte le storie che si rispettino ma a differenza di queste la mia non ha fine ha uno svolgimento continuo quasi si trovasse dentro il cuore di un ciclone che non vuole arrestare la sua folle corsa dunque immaginate questo ciclone che velocemente si muove senza lasciare spazio a decisioni si agita e vuole distruggere tutto ecco quel ciclone immaginate che sia il protagonista della storia perché questa non ha personaggi ha solo fatti eventi che si sono susseguiti uno dopo l’altro concatenati in modi bizzarri quasi inspiegabili sebbene a volte le spiegazioni si trovino solo sotto la superficie bisogna grattare quella superficie per scoprire cosa c’è sotto bene, al di sotto di questa superficie c’è la parola la parola che è composta di sillabe dalle più dolci alle più crude ma sono sempre parole anche quelle che sto pronunciando sono parole parole piene di valore di significato di quel significato personale e voi potete riempirle con tutto quello che la vostra mente vi suggerisce sono parole di fantasia che un tempo sono state condivise da molti e soprattutto da pochi e quei pochi hanno giocato con queste parole hanno riso con queste parole hanno ascoltato il loro silenzio quando queste parole mancavano e si sono sentiti mancare l’aria nella gola il fiato che più non veniva espresso quei pochi hanno saputo mascherare quelle parole con altre parole hanno saltato da un divario all’altro cercando di compiacersi e di aiutarsi a vicenda per non sentirsi troppo soli in mezzo a troppe persone che non conoscevano il loro stesso linguaggio e spesso le sillabe venivano meno in giorni in cui oltre un muro splendeva il sole e all’interno del muro piovevano frasi di disgusto e insulti a catinelle per la mancata comprensione di un mondo che invece è nato per essere semplice quei pochi hanno colmato settimane con lettere sussurrate nascondigli perfetti tra il bagliore di uno sguardo chiaro per entrambi
    Non abbiatene a male
    Gli occhi azzurri
    Oh chi non ama gli occhi azzurri
    Tutti amano gli occhi azzurri non è vero
    Magari oggi azzurri e un capello nero sottile per accentuare il chiarore dello sguardo
    E sono iridi grandi giganti occhi che raccontano storie ecco anche gli occhi possono raccontare storie avvenimenti di vita vissuta che spesso risultato incredibili a volte scontati ma spesso e volentieri sono opere di fantasia perché altro non resta al narratore che nascondersi dietro un telo trasparente sperando che alcuno riesca a leggerlo e incrociaa le dita il narratore
    Oh certo
    Le incrocia dall’inizio alla fine dello spettacolo
    Sperando che nessuno possa carpire i suoi sentimenti
    Che nessuno possa realmente decifrare la parola nata come codice per i suoi segreti
    E sono preziosi quei segreti sono l’ossigeno che lo mantiene in vita avete mai provato a tenere un segreto così a lungo da sentirlo dentro voi come una morsa allo stomaco come se le interiora stessero in continua e ininterrotta peristalsi è quasi nauseabondo quel segreto che logora il corpo dall’interno senza lasciare speranza senza dare al padrone la possibilità di scelta quando quel segreto è la conseguenza diretta di una presa di posizione che è stata firmata una decisione che può essere giocosa o dolorosa una scelta consapevole piuttosto che irrisoria non ha importanza perché quella scelta quella decisione lancinante è stata presa passeggiando per un rettilineo che presto o tardi è divenuto un bivio scuro illuminato dalla fioca luce di un lampione coperto dalla coltre di nebbia che come un avvoltoio s’arrestava a guardare la sua vittima la sua preda e quel corpo quello stesso corpo è la vittima della decisione del semplice gesto di chiudere una porta alle proprie spalle scegliendo di tacere di non parlare perché le parole si erano esaurite

    Le parole di prima
    Sono venute meno una dopo l’altra come se fosse inevitabile il loro destino e quelle parole che hanno ceduto il posto al silenzio sono state riempite con gesti amichevoli quando altro non poteva esserci se non un’effimera amicizia nel mezzo di una storia che ha un inizio e mai una fine ecco quei pochi sono diventati amici un po’ vicini un po’ lontani come spesso capita nelle migliori coppie e la lontananza permane esiste per cause di forza maggiori contro la volontà di una delle due parti non essendoci altra scelta se non quella di scomparire di dileguarsi oltre le curve di una strada in collina guardando avanti e mai indietro ma è per quello sguardo al di là delle proprie spalle che si è qui ad ascoltare la voce di chi non ha più sillabe nel suo vocabolario repertorio concluso chiedendo grazie per l’ascolto
    Per la pazienza dimostrata
    Ma un attimo
    Un istante ancora per quanto può essere lungo un momento così breve aspettate e aspetta tu ora che con le braccia mi stringo come se avessi freddo e ho freddo brividi lungo la schiena mi scuotono mentre le mani stringono il tessuto di una maglia sgualcita corrosa dal tempo da quegli anni che hanno separato una persona dall’altra e aspetta mi inginocchio aspetta tu guardami in ginocchio ora mentre a terra sollevo lo sguardo per incrociare il tuo impavida nell’atto di riverenza per chiederti di aspettare ancora un solo secondo della tua giornata per pensare ai giochi fatti insieme all’interazione che c’era tra una ragazza e un ragazzo a quei giorni in cui la rabbia aveva ceduto il trono alla tranquillità perché c’era tranquillità nella tua voce ma aspetta ti prego un solo istante di nuovo aspetta per favore ascolta chiudi gli occhi e stringi stringi il tuo esile corpo tra le braccia cullandoti come se fosse qualcun altro a farlo al posto tuo carezzati come se le tue mani non fossero le tue mani e baciati come se a baciarti non fosse la tua bocca ma labbra estranee labbra che si serrano al tuo ricordo bocca che si secca al pensiero di non aver più voce labbra ancora menzognere incerte su quello che era stato scelto non da loro non da lei per te tutto in tuo dono senza mai regali apparenti senza dimenticare del sogno che le hai concesso
    Ad occhi aperti
    Grandi occhi chiari abbagliati dalla luce del sole quando i suoi raggi non ci sono e più non scaldano
    Ad occhi aperti hai permesso di sognare
    Da una scelta non presa
    Dalla dimenticanza di un volto che non può essere dimenticato
    Ricordati abbracciando il tuo ventre di un cuore che batte al posto tuo.

     
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    Mi è piaciuta molto, però... magari mi sbaglio, ma credo (e dico credo) che mi (e dico mi) sarebbe piaciuta ancora di più se tu avessi usato la punteggiatura, avresti potuto destreggiarti meglio con le cesure e quindi dosare meglio gli spazi fra le belle parole che hai disposto nel testo.
    Ma ti piace scrivere così, quindi me ne faccio una ragione :lol: brava comunque, i miei complimenti!

    CITAZIONE
    incrociaa le dita il narratore

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    ci credi che devo esercitarmi a usare la punteggiatura? XD è brutto da dire, ma è una droga il fatto che non la uso più! Ma proverò comunque a seguire il tuo consiglio e ad inserirla!!!! <3
     
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    Aww, se lo fai dopo posta qua, così posso leggere!
     
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    Assolutamente =) anche perché NON ho MAI scritto monologhi in vita mia =P
     
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    come di parola, ecco qui con un po' di punteggiatura per non sforare troppo dall'originale!

    "Tu, sì. Proprio tu, eccoti: fermo lì. Non ti muovere per favore. Non muoverti, avvicinati piuttosto per favore di nuovo non farti pregare sì proprio tu siediti siedi qui davanti a me in modo che io possa parlare a te e agli altri anche voi sedetevi con calma senza spingere non c’è fretta non ho fretta le parole non usciranno dalla mia bocca finché tutti non saranno seduti.
    Ecco.
    Ci siete.
    Bene.
    Posso cominciare.
    Se sì inizio …
    … d’accordo ho capito, ho capito fate sì con il capo per non disturbarmi e tu ascolta per favore, ascolta quanto ho da raccontare, perché è una storia che ha un inizio - dirai che tutte le storie hanno un inizio - ma questa è ben diversa questa storia, è diversa da tutte le altre storie; questa storia ha un inizio ma non ha una fine, ha un suo svolgimento come tutte le storie che si rispettino, ma a differenza di queste, la mia non ha fine: ha uno svolgimento continuo quasi si trovasse dentro il cuore di un ciclone che non vuole arrestare la sua folle corsa…
    … dunque immaginate questo ciclone che velocemente si muove senza lasciare spazio a decisioni si agita, e vuole distruggere tutto. Ecco quel ciclone immaginate che sia il protagonista della storia perché questa non ha personaggi, ha solo fatti eventi che si sono susseguiti uno dopo l’altro concatenati in modi bizzarri quasi inspiegabili sebbene a volte le spiegazioni si trovino solo sotto la superficie. Bisogna grattare quella superficie per scoprire cosa c’è sotto bene, al di sotto di questa superficie c’è la parola la parola che è composta di sillabe dalle più dolci alle più crude ma sono sempre parole anche quelle che sto pronunciando sono parole, parole piene di valore, di significato, di quel significato personale e voi potete riempirle con tutto quello che la vostra mente vi suggerisce sono parole di fantasia che un tempo sono state condivise da molti e soprattutto da pochi e quei pochi hanno giocato con queste parole hanno riso con queste parole hanno ascoltato il loro silenzio quando queste parole mancavano e si sono sentiti mancare l’aria nella gola il fiato che più non veniva espresso quei pochi hanno saputo mascherare quelle parole con altre parole hanno saltato da un divario all’altro cercando di compiacersi e di aiutarsi a vicenda per non sentirsi troppo soli in mezzo a troppe persone che non conoscevano il loro stesso linguaggio e spesso le sillabe venivano meno in giorni in cui oltre un muro splendeva il sole e all’interno del muro piovevano frasi di disgusto e insulti a catinelle per la mancata comprensione di un mondo che invece è nato per essere semplice quei pochi hanno colmato settimane con lettere sussurrate nascondigli perfetti tra il bagliore di uno sguardo chiaro per entrambi.

    Non abbiatene a male.
    Gli occhi azzurri.
    Oh chi non ama gli occhi azzurri.
    Tutti amano gli occhi azzurri non è vero.
    Magari oggi azzurri e un capello nero sottile per accentuare il chiarore dello sguardo.
    E sono iridi grandi giganti occhi che raccontano storie ecco anche gli occhi possono raccontare storie avvenimenti di vita vissuta che spesso risultato incredibili a volte scontati ma spesso e volentieri sono opere di fantasia perché altro non resta al narratore che nascondersi dietro un telo trasparente sperando che alcuno riesca a leggerlo e incrocia le dita il narratore.
    Oh certo.
    Le incrocia dall’inizio alla fine dello spettacolo.
    Sperando che nessuno possa carpire i suoi sentimenti.
    Che nessuno possa realmente decifrare la parola nata come codice per i suoi segreti.
    E sono preziosi quei segreti, sono l’ossigeno che lo mantiene in vita: avete mai provato a tenere un segreto così a lungo da sentirlo dentro voi come una morsa allo stomaco? come se le interiora stessero in continua e ininterrotta peristalsi? E’ quasi nauseabondo quel segreto che logora il corpo dall’interno senza lasciare speranza, senza dare al padrone la possibilità di scelta quando quel segreto è la conseguenza diretta di una presa di posizione che è stata firmata, una decisione che può essere giocosa o dolorosa una scelta consapevole piuttosto che irrisoria non ha importanza perché quella scelta quella decisione lancinante è stata presa passeggiando per un rettilineo che presto o tardi è divenuto un bivio scuro illuminato dalla fioca luce di un lampione coperto dalla coltre di nebbia che come un avvoltoio s’arrestava a guardare la sua vittima la sua preda e quel corpo quello stesso corpo è la vittima della decisione del semplice gesto di chiudere una porta alle proprie spalle scegliendo di tacere di non parlare perché le parole si erano esaurite.
    Sì.
    Le parole di prima.
    Sono venute meno una dopo l’altra come se fosse inevitabile il loro destino e quelle parole che hanno ceduto il posto al silenzio sono state riempite con gesti amichevoli quando altro non poteva esserci se non un’effimera amicizia nel mezzo di una storia che ha un inizio e mai una fine ecco quei pochi sono diventati amici un po’ vicini un po’ lontani come spesso capita nelle migliori coppie e la lontananza permane esiste per cause di forza maggiori contro la volontà di una delle due parti non essendoci altra scelta se non quella di scomparire di dileguarsi oltre le curve di una strada in collina guardando avanti e mai indietro ma è per quello sguardo al di là delle proprie spalle che si è qui ad ascoltare la voce di chi non ha più sillabe nel suo vocabolario repertorio concluso chiedendo grazie per l’ascolto.
    Per la pazienza dimostrata.
    Ma un attimo.
    Un istante ancora, per quanto può essere lungo un momento così breve aspettate e aspetta tu ora che con le braccia mi stringo come se avessi freddo e ho freddo brividi lungo la schiena mi scuotono mentre le mani stringono il tessuto di una maglia sgualcita corrosa dal tempo da quegli anni che hanno separato una persona dall’altra e aspetta mi inginocchio aspetta tu guardami in ginocchio ora mentre a terra sollevo lo sguardo per incrociare il tuo impavida nell’atto di riverenza per chiederti di aspettare ancora un solo secondo della tua giornata per pensare ai giochi fatti insieme all’interazione che c’era tra una ragazza e un ragazzo a quei giorni in cui la rabbia aveva ceduto il trono alla tranquillità perché c’era tranquillità nella tua voce ma aspetta ti prego un solo istante di nuovo aspetta per favore ascolta chiudi gli occhi e stringi, stringi il tuo esile corpo tra le braccia cullandoti come se fosse qualcun altro a farlo al posto tuo carezzati come se le tue mani non fossero le tue mani e baciati come se a baciarti non fosse la tua bocca ma labbra estranee labbra che si serrano al tuo ricordo bocca che si secca al pensiero di non aver più voce labbra ancora menzognere incerte su quello che era stato scelto non da loro non da lei per te tutto in tuo dono senza mai regali apparenti senza dimenticare del sogno che le hai concesso.
    Ad occhi aperti,
    grandi occhi chiari abbagliati dalla luce del sole quando i suoi raggi non ci sono e più non scaldano.
    Ad occhi aperti hai permesso di sognare.
    Da una scelta non presa.
    Dalla dimenticanza di un volto che non può essere dimenticato.
    Ricordati abbracciando il tuo ventre di un cuore che batte al posto tuo.

     
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    Ottimo compromesso. Quelle pause forzate che imponi spezzano il ritmo, cadenzano la lettura secondo la tua volontà, sei tu che decidi quando fermare il lettore e quando fare in modo che assorba le tue parole tutte d'un fiato. De gustibus non disputandum est come sempre, personalmente però mi piace più così! Complimentissimi :)
     
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    Grazie mille di vero cuore =) e sappi che l'ho salvata in questa ultima versione!!!
     
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