The earth is not a cold dead place

Storia a capitoli

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  1. caracatastrofe
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    Titolo



    _autore: caracatastrofe
    _genere: ancora da definire
    _rating: verde
    _tipologia: storia a capitoli
    _breve descrizione: ❝ Annie è così: guarda il mondo con distacco, come se stesse rinchiusa in una cupola di vetro e nulla potesse scuoterla, impegnata com'è ad arricciare intorno all'indice i suoi morbidi capelli che profumano di miele, rossi come il sole di luglio al crepuscolo. ❞
    _note: non ho ancora ben definito la trama di questa storia, per questo motivo non posso dare informazioni precise riguardo al genere. Spero di riuscire a concluderla!


    Prologo.

    But Angie,
    I still love you, baby
    everywhere I look I see your eyes
    there ain't a women
    that comes close to you.
    Come on, baby,
    dry your eyes.


    La pioggia scende fitta, in quest'uggiosa giornata di fine autunno. Si fionda sull'asfalto a dirotto e graffia la pelle come i sogni spezzati che, con lo stesso rumore del cristallo, cadono in frantumi davanti ai nostri occhi. Sono le sette e quarantotto del mattino, la gente corre via velocemente come se scappasse dai propri incubi, gli ombrelli colorati si scontrano e l'immenso cielo grigio domina incontrastato con i suoi grandi nuvoloni. Sento accanto a me gente che impreca, altri assistono alla vita con gli occhi vitrei che riflettono ancora le immagini dei loro sogni notturni, qualcuno sussurra canzoni tristi e lacrimogene. Sono seduto alla fermata del bus da più di un'ora ormai, ma in realtà non aspetto nulla e non sono diretto in nessun luogo: questa è la mia destinazione e lo è ogni giorno da qualche anno a questa parte.
    La verità è che desideriamo sempre spostarci verso mete lontane, aspiriamo a scappare via dalla quotidianità, ma io potrei giurarvi che, se davvero voleste conoscere il mondo, vi basterebbe stare seduti su questa panchina corrosa dal tempo per un solo mattino. Si vede gente di tutti i tipi che passa e va via e io sto qui a scrutare ognuno di loro immaginando la storia che si cela dietro ai loro sorrisi di plastica. Vi potreste imbattere negli impiegati d'ufficio che, tenendo stretta la loro ventiquattr'ore, guardano i circostanti con aria di diffidenza e al contempo di superiorità oppure nelle vecchiette a cui dovrete cedere a malincuore il vostro posto o ancora nelle persone solitarie che si rifugiano tra i paragrafi di un libro. Alla fermata dell'autobus ci sono innumerevoli visi strani e anonimi, facce straziate da incomprensibili tempeste interiori, occhi sognanti, sorrisi celati, mani serrate in un pugno, cuori graffiati, piccoli dettagli di sconosciuti che si intrappolano dentro aggrappandosi alle costole. In mezzo a tutta questa gente, però, se solo foste davvero fortunati potreste incontrare Angie.

    La vedreste alta nel suo metro e cinquantotto con il suo corpo esile composto al 70% da sogni che affogano nell'acqua da cui è formata, con i suoi calzettoni lunghi a righe e le scarpe perennemente slacciate. Vi assicuro che la notereste fin da subito per quello sguardo perso che ti frega sempre, per quegli occhi pieni di vita, neri come il cielo d'inverno quando l'aria è ancora impregnata dal profumo della pioggia. Ha qualcosa, lì dentro, che quando la guardi ci rimani secco e ti sembra tutt'a un tratto di non sapere più nulla del mondo, del luogo in cui sei, di te stesso e, "diamine, come ha fatto quel dannato autobus a passare senza che me ne rendessi conto?". Angie è così: guarda il mondo con distacco, come se stesse rinchiusa in una cupola di vetro e nulla potesse scuoterla, impegnata com'è ad arricciare intorno all'indice i suoi morbidi capelli che profumano di miele, rossi come il sole di luglio al crepuscolo. Ha la pelle diafana cosparsa di lividi, perché - dice - a volte faccio a pugni con i miei sogni e i suoi piccoli polsi sono segnati dalle vene che sono come fiumi pieni d'acqua fresca. E' facile riconoscerla: porta sempre con sé una borsa piena di lettere prive di indirizzo e di libri di tutti i generi, perché - giuro che ha detto proprio così! - ci son momenti in cui non si ricorda più chi è e riesce a ritrovare se stessa solo in qualche riga sottolineata. Dice delle cose, a volte, che c'è da rimanere spiazzati, perché son parole che ti arrivano dritte al cuore e ti si inchiodano inevitabilmente lì.
    Io Angie l'ho incontrata un po' di anni fa sotto questa stessa fermata del bus e vi assicuro che da quel momento la mia vita non è stata più la stessa, perché lei l'ha afferrata con le sue piccole dita e l'ha sconvolta completamente senza neanche accorgersene. Ci son persone che quando ti entrano dentro non vanno più via, sapete?, potesse anche cadere il mondo, loro rimangono lì imperterrite e lei per me è una di queste: nonostante i giorni passino e la mia memoria perda qualche colpo, il ricordo di quell'espressione dispettosa è ancora vivido nella mia mente e, se mi sforzo un po', riesco ancora a sentire la sua voce cristallina che mi parla della sua vita.




    Primo capitolo:

    There are many things
    that I would like to say to you,
    but I don't know how.
    Because maybe
    you're gonna be the one that
    saves me,
    and after all
    you're my wonderwall


    La malinconia dilaga nei suoi occhi spenti come se essi fossero la sua dimora migliore, se n’è mai accorto? Dovrebbe riempirli di qualcos’altro, qualcosa che faccia bene al cuore. Io li nutro di luminosità leggendo libri e cercando di cogliere i dettagli più piccoli di ogni persona che mi circonda: può sembrare sciocco, lo so, ma credo che dovrebbe provarci anche lei, sa? Si possono percepire cose di una tenerezza disarmante che io talvolta ne sono scossa a tal punto che quasi tremo dallo stupore.
    Guardi quel tizio lì, per esempio, quello lì a destra accanto alla nonnina con la busta della spesa, lo vede? Ha dei lineamenti burberi, sembra pericoloso e antipatico, sicuramente riceve quotidianamente innumerevoli occhiatacce. Son convinta che anche lei stesso preferirebbe stargli lontano ed evitarlo, forza, provi a negare! Suvvia, so che è così… E’ sbagliato tutto questo, se ne rende conto?, profondamente sbagliato. Voi vi fermate lì, davanti a quegli occhi scuri e quelle sopracciglia folte e corrucciate e nessuno si accorge mai di quanto sia morbido il profilo dell’incavo del suo collo. Io credo che quell’uomo dalla faccia cattiva sia pieno di mancanze che gli spezzano il cuore ogni sera quando la solitudine preme maggiormente, son convinta che preghi ogni sera Dio affinché gli conceda di avere una donna il cui capo trovi spazio in quella morbidezza, una donna a cui accarezzare i capelli, una donna da stringere e salvare. Salvare.
    Lei ce l’ha una donna? Ma come non le interessa? Si sbrighi, prima che sia troppo tardi! Vada a cercarla al più presto, non capisce che è una situazione di estrema urgenza? Metta che in questo preciso istante, mentre sta ascoltando le parole di una ragazzina sconosciuta, metta che ci sia un’anima persa e sola a seicento chilometri da qui che cerca proprio lei e magari pensa che se domani non trovo delle braccia pronte ad ospitarmi, giuro su Dio che mi ammazzo e quelle braccia forti non le può trovare, perché lei ora sta qui con me e chissà quanti altri giorni della sua vita consuma nell’incoscienza e nell’inconsapevolezza: l’(auto)distruttiva inconsapevolezza della fragilità.
    Fragilità: il tuo nome è donna, scrisse Shakespeare e non so se ci sia frase più vera di questa. Probabilmente lei ora sta pensando che io sono solo una quattordicenne che non sa nulla della vita e quindi cosa vengo a insegnare ad un uomo vissuto e impegnato in questioni più importanti?, ma io la prego di ascoltarmi. Io la prego, davvero, perché è importante che lei capisca che noi donne abbiamo le ossa di vetro e, anche se sembriamo forti, siamo immensamente fragili - di una fragilità dolce, che ci fa brillare e allo stesso tempo crollare, come quelle foglie dei colori più vivaci che però poi, arrivato l’autunno, cadono trasportate dal vento travolgente. Noi donne cadiamo per la paura di non essere mai abbastanza, cadiamo per l’inguaribile desiderio di danzare sulla Luna accanto alle stelle, cadiamo nei monolocali e nei prati infiniti, cadiamo e, diamine, desideriamo solo di esser raccolte da qualcuno, ogni tanto. Ma nonostante la frustrazione, la disperazione e la disillusione che a volte ci assale, quando ci squarciamo il petto fuoriescono miriadi di farfalle colorate che si nascondono dentro di noi nei punti in cui fioriscono margherite e lillà. Le donne hanno bisogno di essere salvate ed è l’amore che salva la gente: dovrebbe preoccuparsene, per far sparire quell’immensa malinconia che le graffia il cuore e neanche se ne accorge.
    Io sono piccola, ho soli quattordici anni e la voglia di sorreggere il mondo intero. Ci son così tante cose che vorrei fare nella mia vita che lei non immagina neanche: progetti, sogni, speranze, lei sa com’è quest’età. Cerco sempre di trovare la bellezza in ogni cosa, anche se non sempre è facile e spesso sono scossa da tristezze oceaniche che gravano sulle mie piccole spalle senza nessuno che mi aiuti a sostenerle. Allora, visto che non posso esser felice, mi impegno intensamente nel far felici gli altri: ogni pomeriggio colgo i petali dei fiori del pesco che ho nel giardino di casa e ci scrivo sopra frasi dolci che un po’ fanno sciogliere le ombre di nostalgia da cui siamo assaliti saltuariamente. Scrivo su milioni di petali, poi li affido al vento con la speranza che li diriga verso quelle persone che hanno bisogno di sentirsi dire che va tutto bene, starai meglio. Arriverà il tuo giorno. Troverai la tua ancora di salvezza.
    Insomma, io cerco di fare per gli altri quello che vorrei che qualcuno facesse per me, solo che ho imparato a capire che certe cose a volte succedono solo nei libri e non ci sarà mai nessuno che mi dirà che io faccio venir voglia di cantare o che scriverà lunghissime lettere che mi facciano mancare un battito e mi spezzino il respiro, non ci sarà mai un’amica che mi guarisca le ferite, non troverò mai dei finali così inaspettatamente felici. Io però non desisto, non mi arrendo e continuo ad aggrapparmi con tutte le mie forze alle speranze e guardo il tramonto ogni giorno e vado al mare ogni sera e lei forse non può immaginare come ci si senta nell’ascoltare il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli mentre una leggera brezza ti scompiglia i capelli. Eppure io il mare dovrei odiarlo, sa? Io il mare dovrei odiarlo con tutta me stessa, perché mi ha distrutta fino al midollo, ma questa è una storia di tanto tempo fa, questa è una storia vecchia e molto triste, ma a lei non importa... È che non importa mai a nessuno, non so se mi spiego...


    Edited by caracatastrofe - 27/5/2013, 14:23
     
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    Tess!

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    Anonymes!
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    lacrimogene

    lacrimogene mi fa pensare alla polizia..non sarebbe più adatto "lacrimevoli"?

    CITAZIONE
    composto al 70% da sogni che affogano nell'acqua da cui è formata

    questa frase è stupenda ♥

    Mi piace davvero DA MORIRE come hai descritto Angie nel prologo, davvero. E' molto intenso
    CITAZIONE
    E' facile riconoscerla: porta sempre con sé una borsa piena di lettere prive di indirizzo e di libri di tutti i generi, perché - giuro che ha detto proprio così! - ci son momenti in cui non si ricorda più chi è e riesce a ritrovare se stessa solo in qualche riga sottolineata. Dice delle cose, a volte, che c'è da rimanere spiazzati, perché son parole che ti arrivano dritte al cuore e ti si inchiodano inevitabilmente lì.

    Questa parte è poesia ♥ Mi piace anche lo stile con cui è narrato ♥

    una curiosità:
    CITAZIONE
    quando ti entrano dentro non vanno più via, sapete?, potesse anche cadere il mondo,

    si può mettere la virgola dopo il punto interrogativo?
    Lo chiedo perché non mi è mai capitato da nessuna parte!

    Btw, storia bellissima, poetica. Clicco il box dell'iscrizione per non perdermi gli aggiornamenti! ♥
     
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    Aww, molto bella la storia! Mi piace in particolare il primo capitolo e il tuo stile è proprio gradevole, scorrevole e "suadente" per il mondo in cui ti rivolgi attraverso le parole della ragazzina, per come mescoli discorso diretto ed indiretto, perché lasci che sia il lettore a disfare l'ingarbugliata tela che componi con quelle belle parole che fanno la spola fra prosa e poesia. Si sente l'influenza di Baricco!

    Aspetterò il seguito, ma intanto i miei più sentiti complimenti! Davvero bella questa parte!


    CITAZIONE
    si può mettere la virgola dopo il punto interrogativo?
    Lo chiedo perché non mi è mai capitato da nessuna parte!

    Oui


    CITAZIONE
    La vedete alta nel suo

    vedreste* per concordanza :)

    CITAZIONE
    arricciare intorno all'indice i suoi morbidi capelli che profumo di miele, rossi come il sole di luglio al crepuscolo.

    profumano*

    CITAZIONE
    There are many things
    that I would like to say to you,
    but I don't know how.
    Because mauybe
    you're gonna be the one that
    saves me,
    and after all
    you're my wonderwall

    Bella la canzone che hai scelto, però è maybe* :)

    CITAZIONE
    E' che non importa mai a nessuno, non so se mi spiego...

    Anche io per comodità scrivo spesso la e accentata maiuscola in quel modo, però è non è corretta, non dimenticarlo.
     
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  4. caracatastrofe
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    Oddio, non mi aspettavo commenti così positivi, grazie mille ad entrambi! Modifico subito le imprecisioni, con la speranza di riuscire ad inserire un seguito al più presto, considerando la mia incapacità di concludere qualsiasi cosa che inizi.
     
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3 replies since 26/5/2013, 16:17   109 views
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