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elizabeth;
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Ecstasy
_autore: elizabeth;
_genere: Romantico, Drammatico, Erotico
_rating: Rosso
_tipologia: Storia a capitoli
_breve descrizione: Alex sa di non essere una ragazza facile. Sa di non esserlo mai stata. Alex sente sulle sue spalle la pressione di una vita intera, la sofferenza in troppi ricordi, la paura di tutto quello che sarà. Si ritrova così, dopo il liceo, a rimettere insieme con la colla e lo scotch i vari pezzi della sua vita. Alex è cinica, talvolta stronza, ma è una ragazza forte. E sa che, ora che il college è dietro l'angolo, deve riprendere in mano la sua vita. Un passato difficile porterà Alex a trasformarsi in qualcosa che solo fino ad un paio di anni fa avrebbe ripudiato lei stessa. Farà conoscenze sbagliate, prenderà scelte sbagliate, arriverà ad odiarsi. Ma ci sarà qualcosa, qualcuno, che le ricorderà che non tutto è perso. Che basta poco per ritornare sui propri passi. Che basta molto poco per tornare ad amarsi.
_note: E' una storia che ho in mente da tempo. Più che la storia, ho in mente il personaggio di Alex, su cui ho fantasticato per parecchio tempo. Non è in tutto e per tutto autobiografica, solo a tratti.
PROLOGO
Dovevo preparare l'ultimo scatolone.
Ne avevo preparato altri cinquanta, ormai ero allenata. E la voglia di finire il prima possibile batteva la stanchezza.
Eppure quello era l'ultimo scatolone.
Le ultime cose, quelle lasciate volutamente per ultime.
Avrei potuto chiedere a mia madre di farlo lei, ma avrebbe dubitato ancora una volta della mia salute mentale e avrebbe iniziato un'altra predica sul perché secondo lei era meglio che io aspettassi almeno un altro anno prima di andare al college.
Avrei potuto chiedere a mio fratello, ma era a scuola.
Afferrai lo scatolone con la mano destra, e con la sinistra mi asciugai il sudore sulla fronte.
Promisi a me stessa che appena finito quello strazio, mi sarei fatta un bagno di almeno un'ora e mezza.
C'erano diverse foto sparpagliate sulla scrivania. Iniziai a sistemarle nello scatolone con molta cura.
Cercai di non guardarle, dovevo solo infilarle lì dentro. Non poteva essere così difficile.
Vidi di sfuggita una foto di me da bambina, che tenevo per mano qualcuno. Doveva essere mio padre.
L'afferrai velocemente e la buttai dentro senza pensarci.
C'erano le mie pagelle delle elementari, medie, liceo.
C'erano cartoline.
C'era il mio astuccio di scuola.
Tutti i miei diari.
C'erano le mie vecchie treccine colorate che avevo tanto insistito per averle in seconda media.
C'erano dei dvd dimenticati in qualche angolo della stanza.
C'era "C'è posta per te", il mio film preferito. Sì, so che non è un gran filmone. Di solito quando chiedi a qualcuno qual'è il suo film preferito, ti risponde sempre citandoti un filmone di Tarantino, Allen, Hitchcock. Nel dieci per cento dei casi è vero, nel quaranta non gli è manco piaciuto e nel cinquanta manco l'hanno visto. Ma "C'è posta per te" ha il potere di calmarmi, di tranquillizzarmi. Lo guardo la vigilia di natale, il giorno del mio compleanno, quando sono costretta a stare sul divano per l'influenza, quando fuori nevica.
E poi parla di New York. E parla di quella città in una maniera incredibile, ti fa sentire lì. Ti fa volare in quella città.
E il mio volo era fra qualche giorno. Un volo vero, un aereo vero.
La mia destinazione era New York. Columbia University. School of Journalism.
Tra meno di due settimane avrei iniziato il college.
Mi saliva il cuore in gola solo a pensarci.
Presi "C'è posta per te" e lo riposi delicatamente nello scatolone.
Fissai la scrivania. Era completamente spoglia di tutto. Avevo finito. Era l'ora del bagno.
"Mamma, ti porto l'ultimo! Ho finito" Urlai affacciandomi dalla porta.
Afferrai lo scatolone con due braccia e mi diressi velocemente verso la porta.
Notai che vicino al comodino, dove un tempo c'era la lampada, il libro che stavo leggendo, la sveglia, il cordless e mille altre cianfrusaglie ora c'era solo un sacchettino. Un sacchettino azzurro. Azzurro di Tiffany.
Il cuore iniziò a martellarmi nel petto.
Iniziai a pensare che fosse una stronzata, che non dovevo assolutamente avvicinarmi a quel coso.
Dovevo trattarlo con più cautela di quanto facesse Clark Kent con la kryptonite.
Ma non potevo neanche lasciarlo lì. Mia madre avrebbe capito che non volevo toccarlo.
Avrebbe capito che non avevo ancora superato quella storia, e via con un' altra predica.
Camminai velocemente fino al comodino, afferrai il sacchettino e lo gettai con furia dentro lo scatolone.
Corsi giù per le scale, arrivai fino all'ingresso, lanciai lo scatolone vicino a tutti gli altri e corsi su di sopra.
Avevo in mente di fare il bagno più lungo che avessi mai fatto.
Le mani mi tremavano.
Stavo sudando se possibile ancora più di prima.
Aspettai con pazienza che la vasca si riempisse.
Accesi l'idromassaggio, mi tolsi reggiseno e mutande e mi adagiai lì dentro.
Le mani mi tremavano un po' meno.
Il cuore martellava sempre meno velocemente.
Non sentivo più niente.
Ragazzi non so per che me l'ha messa qui, avrò sbagliato, me la potete spostare in Romance? Scusate. (:. -
Storm .
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Molto carino questo prologo :3 Il personaggio di Alex m'incuriosisce e spero pubblicherai presto un nuovo capitolo ^^
Ho trovato un piccolo errore.SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONEC'era "C'è posta per te", il mio film preferito. Sì, so che non è un gran filmone. Di solito quando chiedi a qualcuno qual'è il suo film preferito,
Senza l'apostrofo ^^
Non me ne intendo molto di scrittura, ma mi sono saltate agli occhi alcune ripetizioni, ad esempio anziché citare il titolo del film "C'è posta per te" una terza volta, potresti usare la parola dvd ^^ Ovviamente questa è solo la mia opinione.
Aspetto il tuo prossimo aggiornamento :3.
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