Love i s in the air

A capitoli | Romantico | Giallo

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  1. Storm
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    Love is in the air



    _autore: Storm
    _genere: Romantico
    _rating: Giallo
    _tipologia: A capitoli
    _breve descrizione: “Io ero quella che s'innamorava dei protagonisti dei libri, dei cantanti o degli attori. Ero quella che s'innamorava, ma non era neanche sicura fosse davvero innamorata di questi personaggi tanto distanti dalla mia realtà (o del tutto inesistenti), perché dell'amore sapevo e non sapevo. Quindi, decisi di provare a vivere quella che sarebbe stata la mia storia d’amore.”
    _note: Ho scritto questo capitolo (se così si può definire) di getto, non ho programmato nulla riguardo la storia, quindi verrà come e quando viene D: Non sono pratica di scrittura, ma spero che il racconto sia leggibile nel complesso e che risulti simpatico >.<


    Prologo



    Per una volta volevo essere io la protagonista di una commedia romantica. Ché se presti ascolto a ciò che ti raccontano le amiche, l'amore è proprio come lo vedi nei film. Dal canto mio, esperienze personali nel campo non ne avevo mai fatte. Diciassette anni di situazione sentimentale single. Non che la cosa mi sia mai dispiaciuta, diciamocelo... queste cose preferivo sognarle, piuttosto che viverle. Guardavo i miei genitori, del loro rapporto insieme ricordavo solo le lunghe ed esasperanti litigate. Mamma era sempre nervosa e papà sempre fuori, si sommergeva di lavoro pur di non rincasare. Il divorzio sarebbe stata la conseguenza più logica, ma niente, per motivi a me del tutto sconosciuti si ostinavano a restare insieme. Se questo era il "per sempre" delle favole, beh, non mi attirava per niente. Tuttavia, se io e l'amore cozzavamo alla grande, lo stesso non si poteva dire per le mie migliori amiche, le quali, da qualche anno a questa parte, parlavano per lo più di ragazzi. Mi correggo, solo. Io ero quella che s'innamorava dei protagonisti dei libri, dei cantanti o degli attori. Ero quella che s'innamorava, ma non era neanche sicura fosse davvero innamorata di questi personaggi tanto distanti dalla mia realtà (o del tutto inesistenti), perché dell'amore sapevo e non sapevo. Quindi, decisi di provare a vivere quella che sarebbe stata la mia storia d’amore.
    Per prima cosa dovevo designare una vittima. Ah, no, aspetta, gli incontri romantici succedono per caso. Allora dovevo aspettare, tenermi pronta ad una qualsiasi svolta.
    << Macché aspettare e aspettare! L’amore lo devi cercare!>> mi rimproverò Katy.
    << Non ascoltarla, Giò! Io Massimo l’ho conosciuto per caso, è stato il destino a farci incontrare.>> intervenne Norma con lo sguardo sognante.
    << Seh! E quando vi lascerete, allora? Il destino avrà combinato un pasticcio.>> disse sprezzante l’altra.
    << Hei! Noi non ci lasceremo MAI!>> Ed io a quella dichiarazione ci credevo, pensavo ai miei e ci credevo.
    << Va beh, lasciamo perdere. Giò, ma come mai hai preso ad interessarti ai ragazzi?>>
    << Oh, mica sono lesbica io!>> risposi.
    << Vedi che anche le lesbiche s’innamorano.>> mi informò Norma, mentre Katy si corresse << Scusa, riformulo. Come mai hai deciso d’interessarti all’amore?>>
    << Non lo so, Kat. Tu come mai ti sei interessata quand’è stato?>>
    << Oh! Ma come sei acida! Poi io mi ci sono ritrovata in mezzo quando Aurelio, all’epoca, di punto in bianco mi baciò!>> si giustificò la mia migliore amica da sempre.
    Il “per sempre” esiste, vedi? Io e Katy ci siamo conosciute alle elementari, eravamo in classe insieme. I primi tre anni frequentavamo gruppi diversi, poi una ricerca in coppia sugli usi e i costumi delle varie nazioni impostaci dall’insegnante di storia, ci costrinse a rivolgerci la parola e ad allearci per ricevere un bel voto dalla maestra. Da allora non ci siamo mai separate. Alle medie abbiamo stretto amicizia con Norma, la professoressa di italiano le aveva cambiato di posto mettendola di fianco a Katy il primo anno e proprio non andavano d’accordo, poi in seconda hanno casualmente scoperto che le loro passioni si conciliavano, e Norma è entrata ufficialmente nel gruppo. Io ci stavo bene già da prima con lei. Con le ragazze in generale non ho mai avuto difficoltà d’approccio, per timidezza, invece, con i ragazzi era decisamente più difficile. Aurelio, l’ex di Katy, era l’eccezione. Una volta separata dalla mia migliore amica, fu lui il mio compagno di banco per i successivi tre anni scolastici. Legare era la più logica delle conseguenze.
    << Ah, sì. Me lo ricordo bene quando venisti a raccontarcelo.>> disse Norma persa nei ricordi. Lei era una di quelle persone con la testa perennemente fra le nuvole.
    << Era tutta rossa in viso mentre si confidava.>> girai ben benino il coltello nella piaga.
    << GIOVANNAAAA!>> urlò disperata Katy. Urlò così forte che tutte le persone presenti in villa quella mattina si voltarono verso di noi. Fu davvero imbarazzante, ma ce la ridemmo di gusto.
    Avevamo saltato scuola, o meglio, c’era stato sciopero da parte degli studenti e dopo aver partecipato al corteo, noi tre avevamo deciso di aspettare che si facesse orario per tornare a casa sostando nella villa comunale vicino scuola. Idea che ebbero la maggior parte dei ragazzi del nostro liceo.
    << Dovremmo fare sciopero tutti i giorni.>> disse Katy dopo una breve pausa chiacchiere.
    << Non hai bisogno dello sciopero per assentarti da scuola quando ti pare, se non sbaglio.>> osservai.
    << Beh, ma con lo sciopero posso dirlo ai miei! Se faccio sega è tutto un altro discorso.>> ridacchiò.
    I suoi genitori erano due professori, quindi ai voti ci tenevano tantissimo. Per contro, la loro primogenita non era per nulla dedita allo studio e si trovava spesso in contrasto con la madre e col padre. Lo avrei fatto anch’io a prescindere, se mi fossi chiamata Katy in onore dei Pooh. Per mia fortuna (e sua sfortuna), questa triste sorte era capitata alla mia migliore amica.
    << Se t’impegnassi un pochino di più a scuola, potresti fare assenza giustificata tutte le volte che vuoi. Almeno per me è così.>>
    << Nori, di mamme come le tue ne esistono poche, lo sai. La mia potrebbe anche starci, ma poi pretenderebbe ch’io passi la mattinata a pulire casa. Meglio la scuola, dico.>>
    << O far sega.>> aggiunse Kat.
    Ridemmo complici. A disturbare la nostra quiete femminile fu l’arrivò di Aurelio e compagni. Sorrise. << Ragazze!>> esclamò avvicinandosi. Ora, è bene specificare che Aurelio era il mio migliore amico maschio, nonostante i suoi rapporti con Katy non fossero dei migliori. << Anche voi avete aderito allo sciopero, eh?>>
    << Minimo, Lio!>> gli dissi alzandomi da terra per deporre un paio di baci sulle sue guance, in segno di saluto.
    Lo stesso fece Norma, esibendosi in uno dei suoi timidi sorrisi quando incrociò lo sguardo con un amico di Lio. Come biasimarla, quel ragazzo non l’avevo mai visto, ma era davvero bello. Chissà se la sorte stava cominciando a predisporre le carte in tavola per la mia storia d’amore, mi domandai. No, perché lui non mi sarebbe proprio dispiaciuto come protagonista maschile.
    Lio dovette notare che stavo squadrando il bel biondone da capo a piedi, quindi decise di procedere con le presentazioni, ignorando il fatto che la sua ex non avesse mosso un muscolo per salutarlo. << Giò, lui è Valentino. Tino, loro sono Giovanna e Norma. L’asociale, invece, si chiama Katy.>> quest’ultima fece una smorfia in direzione del mio amico.
    << Tanto piacere.>> disse il ragazzo sfoggiando un radioso sorriso.
    Giovanna e Valentino. Non suonava male.
    << Gli altri li conoscete già.>>
    << Essì!>> confermai, poi prendemmo tutti posto accanto a Kat.
    In breve eravamo diventati una vera e propria combriccola di studenti che avevano saltato le lezioni.
    << Meno male che era sciopero a scuola! Non avevo studiato nulla e il prof di storia deve interrogarmi.>> disse Tino fra una battuta e l’altra. Ecco un punto in comune…come con altri mille studenti.
    << Alla faccia, Tì! Meno male che lo sapevi!>> esclamò Lio.
    << Sì, ma sapevo anche che avremmo scioperato.>>
    << Ti sei salvato…per oggi.>>
    << Che amico che sei, eh. Ricordamelo pure.>> disse così e gli diede una piccola spinta, facendogli urtare Kat con la spalla.
    << Idiota, vuoi stare attento?!>> fece lei senza nascondere irritazione.
    << Ohi, ma mica l’ho fatto di proposito!>>
    << Scusa…Katy, vero? L’ho spinto io.>> intervenne prontamente Tino.
    Lei lo squadrò per qualche secondo, si voltò e riprese a parlare con Norma. Da parte mia, invece, c’era solo silenzio. Osservavo quello che avrei voluto fosse l’eroe della mia love story, ma non riuscivo a spiccicare una sola parola. Hai presente quando non trovi mai il momento giusto per inserirti in un discorso? Era quello il caso, ma sapevo che qualcuno, mosso da pietà, prima o poi mi avrebbe rivolto la parola. E quel qualcuno fu proprio Tino (più che per pietà, sarà stata la mia insistenza nel fissarlo a farlo agire).
    << Tu sei…?>> mormorò nella mia direzione.
    << Giovanna.>> rispose Aurelio.
    “Ecchecavolo! Lascia parlare me, stupido!” pensai, ma mi limitai ad annuire.
    << Aaaah! Allora è la famosa Giò!>>
    << Sta' zitto, cretino!>>
    Famosa?! Li guardai perplessa spostando lo sguardo da Tino a Lio e da Lio a Tino. Aspettavo che uno dei due si spiegasse.
    “Chissà cosa gli avrà detto.” Pensavo intimorita.
    << Allora?>> L’incitò Katy, improvvisamente interessata al discorso.
    << Ma niente. Tino fa credere chissà cosa, ma gli ho parlato di lei perché è la mia migliore amica. Tutto qui.>> e sottolineò bene il “tutto qui”.
    Qualcosa mi puzzava, sarò stata anche inesperta nelle questioni di cuore, ma non ero di certo stupida, tanto più se a parlare era Lio che lo conoscevo come le mie tasche.
    << E-esatto!>> convenne Tino che adesso aveva l’espressione di un bambino beccato a rubare le caramelle.
    Fu un attimo, ma ebbi l’impressione che il suo sguardo si fosse spostato preoccupato su Loris, uno dei loro amici lì presenti. Ma Loris continuava a sembrare disinteressato all’intera faccenda. Lasciai perdere, se davvero c’era quel qualcosa in più nelle loro reazioni, come mi era parso di vedere, l’avrei sicuramente scoperto in seguito. Tornai al mio silenzio e tutti gli altri ai loro discorsi. Ben presto si fece ora di pranzo e ognuno di noi si diresse verso casa. Invidiai da morire Norma, la quale si riscoprì a prendere lo stesso treno di Valentino. Nonostante i miei nuovi propositi, il destino mi era proprio avverso.

    Edited by Storm - 12/10/2013, 17:44
     
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    È un buon inizio! Questo non è esattamente il mio genere preferito, però mi pare che come prologo possa funzionare. Hai fatto largo uso dello stile colloquiale nei dialoghi, ti consiglio di dedicare il prossimo capitolo ad uno dei personaggi, con un linguaggio stavolta adatto a darne una descrizione introspettiva.
    Intanto complimenti :)

    CITAZIONE
    diciamocelo...queste cose

    Dopo i tre puntini di sospensione va messo lo spazio!

    CITAZIONE
    per motivi a me del tutto sconosciuti, si ostinavano a restare insieme

    La virgola mi pare superflua ^^

    CITAZIONE
    Con le ragazze in generale, non ho mai avuto difficoltà d’approccio

    Anche questa.

    CITAZIONE
    Urlò così forte che tutte le persone presenti in villa quella mattina, si voltarono verso di noi

    Idem!

    CITAZIONE
    mormorò in mia direzione

    Non credo si possa dire, semmai "nella mia direzione"

    CITAZIONE
    Sta zitto

    Sta'*
     
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  3. Storm
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    Grazie mille! >__< in particolar modo per aver letto nonostante non sia il genere di lettura che preferisci e gli errori segnalati (che ho già corretto da brava u.u ) :3 Chiedo perdono alle povere virgole se ho abusato di loro XD

    CITAZIONE
    Hai fatto largo uso dello stile colloquiale nei dialoghi, ti consiglio di dedicare il prossimo capitolo ad uno dei personaggi, con un linguaggio stavolta adatto a darne una descrizione introspettiva.

    E' un consiglio illuminante ** Non so se sarò davvero capace ad inserire la dovuta introspezione, ma cercherò di farlo ^^

    CITAZIONE
    << Tu sei…?>> mormorò nella mia direzione.

    A proposito di questa frase, a leggerla adesso mi suona male lo stesso. Vedrò di trovare una soluzione migliore!

    Grazie ancora :3
     
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  4. felicie
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    È proprio un prologo, nel senso che presenta i personaggi, desta la curiosità e fa nascere le supposizioni (dai, Aurelio ha una cotta per Giovanna i knowwwww :secsi: ). Secondo me lo stile colloquiale ci sta proprio per un prologo, però se fosse stato un capitolo vero avrei descritto bene anche l'ambiente, magari le espressioni dei volti dei personaggi... ma ti parla una a cui piacciono le descrizioni!! :)
    Sono d'accordo con Ste, dedicarlo ad uno dei personaggi non sarebbe male, però la narrazione è in prima persona, quindi devi trovare un modo per farlo attraverso gli occhi di Gio!
    Non male come inizio
     
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  5. Storm
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    Grazie!! :nhy: I consigli sono sempre ben accetti (soprattutto per me che non sono tanto pratica di scrittura D: ), quindi provvederò ad inserire descrizioni dell'ambiente circostante, ecc. ^^

    CITAZIONE
    (dai, Aurelio ha una cotta per Giovanna i knowwwww :secsi: )

    lol questa frase accompagnata da quel faccino ammiccante, mi ha fatto morire XD e dovevo fartelo sapere u.u

    CITAZIONE
    Sono d'accordo con Ste, dedicarlo ad uno dei personaggi non sarebbe male, però la narrazione è in prima persona, quindi devi trovare un modo per farlo attraverso gli occhi di Gio!

    In futuro potrei sempre cambiare il POV, ma per i primi capitoli è il caso di lasciar parlare Giò XD
     
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    © Terri

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    Che figata xD l'ho trovata una storia molto simpatica e pure i personaggi principali mi sembrano o.k. :3 Mi piace come è scritto, soprattutto la prima parte, dove Giò narra e parla di sé stessa. E' piacevole e scorrevole, per nulla noioso/pesante. Sono curiosa di vedere come prosegue! :3
     
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  7. Storm
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    Grazie, prim! :nhy: Mi ha fatto davvero piacere questo tuo commento, mi sento ricaricata dato che mi ero un po' bloccata nella stesura del prossimo capitolo D: Spero di riuscire a postarlo presto :3
     
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    Ehi! sono arrivata a questa storia solo oggi! *pardon!* XD
    Eheheh ne so qualcosa si storie che si cominciano senza bussola, per cui... sono pronta a seguirti! ahahah XD Dal prologo sembra carina e c'è potenzialità di comicità... non vedo l'ora di leggere il primo capitolo! <3

    Ps.
    sono curiosa a proposito di quello che tacevano i ragazzi... e soprattutto voglio conoscere meglio i sentimenti di Aurelio!! Uaah! :heart:

    Edited by Ryo13 - 1/12/2013, 00:23
     
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  9. Storm
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    Grazie, Rita!! :nhy: Il primo capitolo c'è, ma devo trovare il coraggio di pubblicarlo, soprattutto perché penso di non essere riuscita a seguire neanche un po' i consigli che mi sono stati dati D:

    P.S: Sono curiosa anch'io di sapere cosa tacevano i ragazzi looool
     
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    Ahahaha beh, allora puoi fare due cose:
    - o lo rileggi e cerchi di cambiare qualcosa per seguire i consigli che ti hanno dato;
    - oppure lo pubblichi e aspetti di vedere, dai commenti degli altri, come avresti potuto migliorarlo =)


    ...noooo!!! non dirmi che non sai neanche tu cosa stavano tacendo!! ahahahahah :why:
    *me curiosaaaa* :uff:
     
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  11. Storm
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    Credo che opterò per la seconda, ma una rilettura me la farò lo stesso (la centesima)... è che mi vien di scriverlo così, è difficile azzerare e riscrivere come se nulla fosse, poi. Speriamo bene XD

    ... potevano star tacendo più di una cosa :para: no, ja! Un'idea ce l'ho XD (mi fa piacere t'incuriosisca :3)
     
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    Ahahahah okok... mi sa che per sapere di più devo aspettare il proseguo dei capitoli XD Intando vediamo il primo e poi partiamo da lì :flower:
     
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  13. Storm
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    In questi giorni mi farò coraggio e lo posterò! :culet:
     
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  14. Storm
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    Eccomi col primo capitolo! Purtroppo penso di non essere riuscita a seguire come si deve i consigli che mi sono stati dati, più ci provo, più questa storia mi viene da scriverla in modo leggero, senza troppe pretese... spero comunque sia leggibile e soprattutto che non annoi! :heart:



    Capitolo 01 - Qualcosa bolle in pentola




    << Una festa! Finalmente potrò rivedere Tino!>> esclamai gioiosa mentre passavo per la seconda volta il gloss sulle labbra, ché non si sa mai.
    << Finalmente lo dico io, se permetti! È una settimana che non fai altro che nominarlo!>> mi aggredì Katy e continuò << Hai parlato con lui un nanosecondo, mi spieghi come fai a dire che ti piace?!>>
    << Esiste l’amore a prima vista, sai?>> intervenne Norma in mia difesa.
    L’altra roteò gli occhi al cielo sbuffando. Evidentemente non aveva voglia di mettersi a discutere con lei, in quanto a testardaggine Norma batteva tutte.
    La festa si svolgeva a casa di uno dei tanti amici di Aurelio, quello ricco che aveva allestito lo scantinato di casa in una vera e propria discoteca, c’era persino il palchetto per il disc jockey con tanto di attrezzatura professionale.
    << Caspita! Perché non sono nata anch’io in questa famiglia?!>> chiese lamentandosi Katy una volta arrivate.
    << Puoi sempre conquistare il figlio dei proprietari di questo villone.>> le dissi.
    << Ma com’è che si chiama?>>
    << Ad essere sincera, non me lo ricordo. Lio frequenta troppa gente perché io possa ricordarmi di tutti.>> mi giustificai
    << Però un certo Valentino te lo ricordi eccome, eh.>>
    << Nori, stai zitta! Potrebbe essere nei paraggi e sentirci!>>
    << Tanto meglio, no?>>
    << Scherzi?! Devo prima affascinarlo con la mia persona e poi gli farò capire che m’interessa.>>
    << Che calcolatrice! Ti avrà mica influenzato Kat?!>>
    << Hei!>> esclamò questa indignata.
    Ostentavo sicurezza con le mie amiche per farle ridere, ma in realtà non sapevo che pesci prendere… e credo che anche loro due ne fossero coscienti.
    Con lo sguardo scrutavo fra i presenti alla disperata ricerca del mio principe azzurro ed ero talmente concentrata da non accorgermi che questi si ergeva a pochi passi da me. Appena i miei occhi incontrarono la sua figura, mi sembrò che il mondo fosse in slow-motion: Valentino scuoteva i suoi magnifici capelli biondi e si avvicinava a noi sorridente esibendosi in una camminata figa. Va beh, era una semplice camminata… in slow-motion tutto sembra figo. Sentii le viscere dello stomaco contorcersi. “Ma l’amore fa questo effetto?” mi domandai. Trattenni involontariamente il fiato finché Tino non mi fu davanti con tutto il suo splendore. Indossava una camicia a quadri con le maniche a tre quarti e aperta sul davanti, sotto una canottiera grigia che evidenziava i suoi pettorali ed un paio di jeans.
    << Lo vedi, Kat?! Come si fa a non cadere vittima di tutto questo fascino?!>> sussurrai impercettibilmente alla mia amica.
    << Katy e le ragazze!>> disse lui con entusiasmo.
    Ma no! Perché Katy, maledetto?!
    << Dopo il tragitto in treno, non ricordi neanche il mio nome?>> chiese Nori fingendosi offesa.
    << Scusa, Norma! Certo che lo ricordo!>> fece lui sfoderando un magnifico sorriso a trentadue denti.
    Avrei voluto seguire l’iniziativa della mia amica e rimproverarlo anch’io, ma fui interrotta da una voce spiritata alle mie spalle.
    << Gioooò!>>
    Era Aurelio che senza darmi neanche il tempo di voltarmi mi strinse in un forte abbraccio << Sono contento che sei venuta!>> Lo disse con tale entusiasmo che pensai ci tenesse sul serio alla mia presenza lì. Invece era solo brillo.
    << Cominci bene la serata tu, eh.>> gli disse Katy scansandoci e passando oltre.
    << Antipatica!>> sbiascicò Lio esibendosi in una linguaccia, poi tornò a rivolgersi a me che ero ancora preda della sua morsa di ferro << Giò, meno male che ci sei.>> ed aggiunse << Mari mi ha lasciato.>>
    << Lio…mi dispiace.>>
    Non ero mai stata brava a confortare le persone, almeno a parole. Ricambiai finalmente il suo abbraccio, mentre con la coda dell’occhio intravidi Tino allontanarsi in compagnia di Nori. Dovetti abbandonare l’idea di avvicinarmi a lui dato che il mio migliore amico non mostrava la benché minima intenzione di lasciarmi andare. Ancora avvinghiati, cercai di trascinarlo fuori in giardino. Impresa non da poco considerando che quel polpo non accennava a voler collaborare. << Sto bene così.>> mi diceva teneramente. Io però non stavo “bene così”. Con non poca fatica, riuscii a staccarmelo di dosso e fargli prendere posto su una panchina accomodandomi, poi, di fianco a lui. Restammo in silenzio per un po’, c’era solo la musica poco lontana in sottofondo. Mi guardai in torno preda ad un improvviso imbarazzo, quindi per tenere impegnata la mente mi soffermai sull’aspetto di Lio. Le guance rosse per via dell’alcool e l’espressione imbronciata sul suo viso gli conferivano un tenero aspetto, quasi che fosse un bambino e non seppi trattenermi dall’istinto di accarezzare i suoi capelli così morbidi al tatto. Mi guardò storto. << Non sono così andato da poterti approfittare di me.>> disse, ma appoggiò il capo sulla mia spalla. << Io… io sono uno stupido.>>
    << Come darti torto.>> scherzai.
    Se la rise, poi tornò semi serio. Semi serio perché era ancora sotto i fumi dell’alcool. << Ha detto che si è innamorata di un altro, capisci? Ha detto…>> si fermò come a trovare la forza di continuare. << Ha detto che non la amo più. Che è stanca delle mie continue attenzioni verso di te.>>
    Capisco… Eh? Un momento.
    <<cosa che cosa?! Di quali attenzioni stiamo parlando?!>> esclamai facendo sobbalzare Lio, mentre un’espressione incredula andava a disegnarsi sul mio volto.
    Lui aggrottò la fronte e prese a torturarsi le mani. << Ma che ne so, Giò! Quella è tutta matta!>> sbottò, infine.
    << È matta sì!>> affermai io ancora allibita.
    << Poi io potrei averle detto che mi vedevo con te per consigliarti quando in realtà stavo con amici a guardare le partite di calcio.>>
    <<e bravo lo stronzo!>>
    << Quella era peggio di una cozza! Sempre appiccicata al sottoscritto! Sai che ti dico?!>> esclamò alzandosi in piedi, barcollò e fu sul punto di cascare, ma all’ultimo riuscì a mantenersi in equilibrio << Meglio così, Giò. Meglio così.>>.
    Detto questo si allontanò facendo tappa al tavolo degli alcolici. Io ero ancora sbalordita per come il mio migliore amico mi avesse usata come scusa per non vedere la fidanzata… avrebbe potuto fare un qualsiasi altro nome, perché proprio il mio?! Considerando che Marianna gliel’avevo presentata io e che era una mia compagna di scuola, avrebbe potuto pensarci bene prima di mettermi in mezzo. Pian, piano la sorpresa si trasformò in rabbia, cominciai ad innervosirmi ed ero decisa a cantargliene quattro, ma il mio sguardo andò casualmente a posarsi su Loris, uno dei suoi tanti amici, che stava fermo in un angolo della pista da ballo reggendo un paio di bicchieri. Quando vedevo delle persone in difficoltà non potevo trattenermi dal rivolger loro la parola nel tentativo di allietare quello che sembrava un noioso proseguimento di serata. Ero un po’ restia dal muovermi verso di lui, in primis perché avevo una voglia matta d’insultare il mio migliore amico, in secondo luogo perché con quel ragazzo ci avevo scambiato sì e no due battute in tutta la mia vita. Indecisa sul da farsi mi mossi solo quando gli occhi tristi di lui si posarono su di me. Gli feci cenno col capo e mi avvicinai incerta. Sono sempre stata una ragazza piena di buoni propositi, ma quando si trattava di interagire con esemplari maschili i buoni propositi sembravano sempre delle pessime scelte considerando che non sapevo assolutamente cosa dire. Affiancai Loris e presi a torturare il lembo della mia gonna con le mani, lo sguardo fisso verso il basso. Quant’era difficile formulare una frase di senso compiuto nella mia mente.
    << N-non balli?>> balbettai la più stupida delle domande che potessero balenarmi in testa. È assurdo come quanto più mi sforzo a dire qualcosa d’intelligente, più me ne esco con frasi che d’intelligente hanno ben poco.
    << No.>> fu la semplice e fredda risposta di lui.
    Mi dannai in tutte le lingue possibili per essermi impicciata di mia spontanea volontà in una missione suicida col ragazzo più taciturno che conoscessi. Sembrava quasi che la mia presenza gli recasse disturbo facendomi sentire ancor più a disagio. Il cuore mi batteva a mille dall’agitazione e sudavo freddo, ma presi coraggio commentando la sua risposta con un banale << Non ti piace?>> Si poteva essere più ovvi di così?!
    << Già…>>
    << Neanche a me piace ballare, cioè… non so perché ma in pista mi sento sempre fuori luogo. In casa, però, mi esibisco in seducenti balli che mia madre apprezza ben poco… come se lei fosse tanto più capace di me! Un giorno consumerò la mia vendetta filmandola in uno dei suoi balli strampalati e caricando il video su youtube, vedremo poi…>> Mi fermai rendendomi conto di aver rivelato dettagli imbarazzanti della mia persona, per di più senza che nessuno mi avesse chiesto nulla. Giusto quando pensai di voler sprofondare sotto terra, udii una risata soffocata. Era la prima volta che vedevo Loris aprirsi in un sorriso.
    << Scu-scusami…>> disse non riuscendo più a trattenersi dal ridere e aggiunse << …è che immaginavo come potesse essere “il seducente”…>>
    << Grazie per la fiducia!>> esclamai scherzosamente. Così ci ritrovammo a ridere insieme e la tensione creatasi fra noi andò scemando insieme alle risa.
    Quando Loris si fu moderatamente ricomposto disse << Sei simpatica, Giò.>>
    Tutto sommato non era stata proprio una brutta idea quella di avvicinarmi a lui. << Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?>> gli chiesi, di risposta mi sorrise agitando i bicchieri che aveva fra le mani. << Torno subito.>> gli dissi e mi avviai in realtà alla ricerca di Lio sperando di trovarlo lì dove l’avevo visto l’ultima volta. Purtroppo non c’era, vagai con lo sguardo un po’ ovunque, ma sembrava essersi volatilizzato. Considerando le sue condizioni poco prima, dedussi che in quel momento poteva star rigettando l’anima in bagno.
    << Chi cerchi?>> mi chiese una voce melodiosa.
    << Lio! Devo suonargliele!>>
    << Cos’è successo mentre eravate soli?>>
    << È successo che è un cretino, Nori!>> esclamai voltandomi verso la mia amica.
    << Quello si sapeva già.>> esordì Massimo, l’anima gemella di Norma. Stando a quel che diceva lei, eh. Gli rivolsi uno sguardo sprezzante. Quel ragazzo era tanto alto quanto antipatico, né io né Katy riuscivamo a capire cosa trovasse la nostra migliore amica in lui. “Se lo conosceste meglio, sapreste che ha anche un lato molto dolce.” commentava saccente lei alle nostre critiche. “Indubbiamente ben nascosto.” Aggiungeva sempre Kat con un pizzico di sarcasmo.
    << Dopo devi raccontarmi, allora!>> esclamò Norma con uno strano luccichio negli occhi. Ma quanto poteva amare il gossip lei?! << Adesso aiutami a cercare, Kat! L’ho persa di vista già da un bel po’ ed ha il mio cellulare in borsa!>>
    << Signorsì! Facciamo tappa in bagno, se non ci trovo Lio, ci troveremo quasi sicuramente la nostra bella bionda!>> asserii e con passo deciso mi feci largo fra la folla seguita da Nori ed il babbuino che si ritrovava come fidanzato. Mai mi sarei aspettare di beccare i due in un colpo solo. Stavano amoreggiando in tutta tranquillità (nel bagno). Rimasi interdetta sull’uscio della porta finché non mi raggiunsero gli altri due.
    << Ah! La forza dell’amore.>> sospirò Norma osservando gli ignari amanti.
    “Ah! Gli ormoni.” Pensai io, ma mi trattenni dall’esprimere quel pensiero e far crollare le dolci illusioni della mia amica. A volte mi chiedevo se davvero credeva nelle sue idilliache affermazioni d’amore, anche quando era evidente che d’idilliaco non c’era proprio niente. Persino una principiante come me poteva capire cosa fosse realmente successo fra Lio e Kat. Il primo di certo ubriaco reduce da una fallimentare storia d’amore, la seconda impegnata in un rapporto a distanza che la stava consumando dentro, e poi Lio dalla testa non se l’era mai levato. Erano stati insieme quasi tre mesi, ancora troppo piccoli per capire come portare avanti un rapporto a due, inesperti e concentrati solo su se stessi, su quell’infantile idea che una volta che la persona di cui sei innamorato ricambia i tuoi sentimenti sarà sempre rose e fiori. Su quell’idea d’amore che coltiva ancora oggi Norma, la stessa idea d’amore che io coltivavo all’epoca completamente all’oscuro di ciò che c’era tra il “mi piaci” ed “il per sempre”, ché nei romanzi e nei film chi si ama si trova sempre. Perché nel profondo del mio cuore credevo che anche i miei genitori fossero di quelli che continuano ad amarsi nonostante le difficoltà. Un concetto astratto dell’amore che presto o tardi si sarebbe sostituito con qualcosa di più reale e palpabile per me. L’illusione avrebbe fatto spazio all’esperienza.
     
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    Va beh, era una semplice camminata… in slow-motion tutto sembra figo.

    AHahahahaha bellissimo! XDDD è vero!

    Uhm.... ho dovuto fare attenzione a non confondere i nomi di Lio e Tino! Non sono poi così simili ma soprattutto all'inizio mi sono confuda un sacco e ho riletto due volte i paragrafi! ahah *morta di sonno*

    Eccoci dunque al primo vero capitolo. A me sembra ok, voglio dire... va bene anche se a prevalere è lo stile conversazionale, credo che sia il tuo modo di raccontare e il testo scorre abbastanza bene anche senza che si descrivano troppo gli ambienti o altro ^^

    Per la storia, invece, non credevo che Lio baciasse Kat in bagno... sono ancora convinta che tra lui e la protagonista possa nascere qualcosa nel corso della storia <3

    La frase finale mi ha lasciata inquieta! Nuuuu!!
    CITAZIONE
    L’illusione avrebbe fatto spazio all’esperienza.

    Brava, Mari! :coccole:
     
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30 replies since 11/10/2013, 15:06   412 views
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