Très bien

short story / angst / verde

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  1. félicie
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    Très bien



    _autore: félicie/Sara
    _genere: Angst, riflessioni sulla vita, epifany (?)
    _rating: verde
    _tipologia: short story
    _breve descrizione: Un uomo, padre di famiglia, che riflette sulla sua vita.
    _note: Matthieu (= Matteo in italiano): è uno degli evangelisti. Il nome significa uomo di dio, ma può anche essere associato al Mattia Pascal di Pirandello, uomo che vive nella monotonia, privo di certezze.
    Sybille (=Sibilla in italiano): volontà divina. Le sibille venivano venerate nel Medioevo.
    Claire (= Chiara in italiano): chiara, luce, be' il significato è chiaro (LOOL).
    Ceppo di legno: morte, staticità.
    Primo Novembre: giorno dei morti!
    Primavera: la stagione della vita (che si oppone a Novembre).
    Boh il resto interpretatelo voi.


    Matthieu si chinò per raccogliere un ceppo di legno dalla piccola catasta che si trovava vicino al camino. Lo esaminò qualche secondo, indeciso se accendere il fuoco oppure no. Era vero che ormai era quasi Dicembre e cominciava a fare freddo; la temperatura era scesa tutt’ad un tratto ed ormai non si saliva più sopra i due gradi.
    Faceva freddo.
    Tuttavia erano solo le sette di mattina ed i bambini e sua moglie sarebbero usciti presto. Certo, lui sarebbe rimasto a casa. Eppure, essendo chiuso nel suo studio a lavorare, non avrebbe usufruito del fuoco…
    L’arrivo della donna delle pulizie lo distolse dal suo piccolo dilemma e gli fece sollevare lo sguardo. Si aggiustò gli occhiali e, come sempre, sorrise amabilmente.
    « Buongiorno. Come va? », chiese la signora, sfilandosi il cappotto.
    Matthieu stava per rispondere con il suo solito molto bene entusiasta, quando, per la prima volta, qualcosa lo bloccò.
    Si chiese: era vero che tutto andava molto bene?
    Osservò sua moglie che metteva le scarpe al più piccolo mentre gridava nervosamente agli altri di prendere i cappotti e prepararsi. La vide rimproverare il penultimo perché aveva fatto cadere la fetta di pane con burro e marmellata per terra. La sentì dire che non era possibile, che bisognava collaborare perché era molto difficile gestirli tutti, che l’aspettava una giornata estenuante e due ore di macchina sulle strade trafficate della città prima di arrivare a scuola, dove insegnava ad alunni ingrati e mediocri.
    Matthieu guardò il bel viso di sua moglie ed ancora una volta si chiese come potesse essere così perfetta, senza un difetto, così bella da sembrare angelica, sublime, addirittura sovrannaturale.
    Ricordò la prima volta che l’aveva vista, a Parigi, all’università. Lui studiava economia, lei lettere. Rivide i luminosi atri della Sorbonne, quelle grandi finestre da cui entrava una luce pura, che in quel primo Novembre si posava delicatamente sul viso di Sybille, illuminandole i tratti concentrati nello studio del latino.
    Ah, quanto l’avevano invidiato i suoi amici! Sybille non era solo straordinariamente bella ed intelligente, lei era gentile, educata, seria, cattolica… tutto quello che aveva sempre cercato in una donna, tutto ciò che aveva sempre sognato e sperato…! Ed eccoli lì, loro due, insieme, dopo quattordici anni di matrimonio! Con cinque figli ed una bella casa, un buon lavoro e finalmente via, via da quell’orribile città che era Parigi! Non era forse tutto quello che aveva sempre desiderato per sé?
    Matthieu si considerava un uomo di sani principi, un buon cattolico, un buon marito, un buon padre ed un eccellente lavoratore. Sapeva anche di essere una persona sensibile, affettuosa e capace di grande amore. Si sentiva umano. Lo era.
    Ed allora una vocina nella sua testa (o nel suo cuore?) bisbigliava fastidiosamente: “Perché hai sposato una donna fredda, incapace di amore, tanto bella quanto vuota?”.
    In quei momenti, quando quella fatidica domanda vorticava nel suo cervello, incontrollabile e spietata, lui si sentiva come se qualcuno gli avesse rovesciato un secchio di acqua gelida addosso. Gli si bloccava il respiro e sentiva il freddo entrargli nelle ossa, attanagliargli le viscere, raggiungere il suo cuore e tutt’ad un tratto, ma solo per un secondo, sentiva di aver sbagliato tutto nella sua vita. Ed allora pensava solo a come poterne uscire, a fuggire ed a salvarsi. Ma, passato quel secondo, lui tornava alla realtà. Ricordava di aver fatto una promessa davanti a Dio, sì, Mathieu aveva promesso, finché morte non ci separi. Quante volte allora una microscopica parte di lui aveva sperato che lo stress della vita di sua moglie la risucchiasse, portandola via, via, via… ah, come può essere cattivo il cuore dell’uomo! Perché si vuole sempre di più, senza mai accontentarsi di quello che si ha già? Perché Dio l’aveva fatto così?
    Perciò Matthieu fingeva di non provare ciò che provava, di non sentire quell’insoddisfazione che gli mangiava il cuore: negava, negava, negava. Non si permetteva di pensare. Lui non aveva mai espresso rimpianto né risentimento per le sue scelte. Tutto andava bene. Molto bene.
    Eppure, in quel momento, egli sentì tutto il suo corpo scoppiare, e vide un fiume di pensieri repressi uscire dal suo cuore, spingere ed abbattere le barriere di quell’immensa diga di sentimenti mai espressi che aveva custodito così a lungo.
    Provò paura, perché gli sembrava impossibile che la signora non potesse vedere quel disastro uscire dal suo petto, era così reale, poteva toccarlo…
    Ed allora sentì tutto.
    Vide sua moglie tornare a casa alle sei di sera, dopo aver recuperato i bambini a scuola. I suoi piccoli volevano giocare con lei, ma Sybille in qualche modo li respingeva e si chiudeva nel suo studio a lavorare.
    Lavoro, lavoro, lavoro. Cosa aveva fatto alla loro famiglia? Si rese conto che i suoi bambini stavano crescendo selvatici, come degli animali, costretti troppo presto a badare a loro stessi. Li vide picchiarsi ed insultarsi come d’abitudine, ed in quel momento capì che erano soli. Sua moglie gridava di smettere e di stare zitti, perché lei doveva lavorare, lei doveva scrivere i suoi libri e non aveva tempo, non aveva tempo per sistemare le loro stupide discussioni. Così Matthieu, in quel gelido giorno di Novembre, vide l’ambizione nei suoi occhi, la volontà di essere perfetta in tutto, ed allora capì che sua moglie non aveva interesse per i loro bambini né per lui.
    Sua moglie ne aveva solo per sé stessa.
    Divenne evidente che tutto ciò che aveva fatto o detto, tutto convergeva nella sua persona, Sybille. Lei era una buona cattolica, lei scriveva i libri, lavorava, era educata, aveva cinque bei bambini, una magnifica casa, un buon nome, dei bei vestiti, era bellissima: lei era perfetta.
    Arrivò come un fulmine a ciel sereno, inaspettata e devastante, la rivelazione: aveva sposato un guscio vuoto, si era legato per sempre ad un insieme di apparenze.
    Come si sentì stupido in quel momento! Ripensò a tutti i discorsi che aveva propinato ai suoi bambini durante i pranzi della domenica, della società consumistica in cui si trovavano e che bisognava contrastare, che l’unica cosa importante era andare d’accordo tra di loro e volersi bene…
    Dove aveva vissuto fino a quel momento? Che illusione assurda si era costruito?
    Eppure tutto tornava, era tutto vero, quella era la sua vita…
    Non che lui non avesse colpe. Nel fiume vide anche questo: le sue responsabilità. E lui, lui si occupava dei suoi bambini? Lavorava dalle cinque di mattina alle nove di sera, come poteva biasimare sua moglie? Eppure, sentiva che tra loro c’era una piccola, enorme differenza: lui lavorava sodo per i suoi pargoli. Cosa faceva per sé stesso? E sapeva che quando aveva un po’ di tempo, lo passava con loro; lo faceva con sentimento, con affetto sincero. Mentre sua moglie…?
    Forse si era aspettato troppo da lei. In fondo aveva sbagliato lui. Matthieu sapeva che Sybille non sarebbe mai stata capace di restare a casa a fare la mamma, ma nonostante ciò, lui aveva pensato che una volta nati i bambini, lei avrebbe mollato tutto e si sarebbe occupata di loro. Si era sbagliato.
    Perché avevano messo al mondo cinque figli?
    Quella domanda rimase sospesa nella sua mente, a galla nel mare di pensieri che continuava a vomitare.
    Che stupido era stato a sposarsi così in fretta! Quando si è giovani ed innamorati, non si vedono i difetti dell’altro. O perlomeno, non ci si conosce abbastanza per vederli. Sentì di desiderare di aver sposato una persona mediocre o anche stupida o brutta, ma dolce ed affettuosa con i propri figli. Solo non di ghiaccio.
    Fu allora che nel suo fiume vide il viso della mamma della migliore amica di sua figlia. Fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso.
    Claire era una donna piccola ed allegra, con gli occhi ridenti… quante volte si erano ritrovati insieme ad aspettare le figlie dopo scuola! Quante volte era andato a prendere sua figlia a casa di lei e viceversa! Era stato un giorno di primavera, la prima volta che l’aveva vista, fuori dalla scuola… si rese dolorosamente conto di essersi sempre sentito a suo agio con Claire, di non aver mai avuto paura di ridere o scherzare con lei, di comportarsi anche da bambino, da stupido, di essere sé stesso…
    Matthieu sentì il cuore perdere un battito, gli occhi spalancati e lo sguardo incredulo. Come era potuto capitare senza che se ne accorgesse?
    Tutto aveva un sapore diverso, adesso. Tutto era cambiato. Vedeva il mondo con una nuova consapevolezza: aveva vissuto nella menzogna. Doveva andarsene, scappare, prendere i bambini e lasciare sua moglie, doveva…
    Matthieu vide il fiume del suo cuore esaurirsi di fronte a lui. Il viaggio era finito.
    Sì, era tutto finito. Sentì l’ancora delle sue responsabilità e della sua promessa riagganciarlo alla realtà. Ripiegò le vele.
    Quella era la sua vita. Era la vita che aveva scelto per sé. Lui l’aveva scelta, nessun’altro.
    Richiuse la diga e liberò la mente.
    « Bene, molto bene, e lei? », rispose sorridendo.
    Rigirò il ceppo di legno tra le mani. Sì, avrebbe acceso il camino.
    Faceva freddo, tanto freddo.

    Edited by félicie - 4/12/2013, 20:49
     
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  2. *MarÏe
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    CITAZIONE
    Si rese conto che i suoi bambini stavano crescendo selvatici, come degli animali, costretti troppo presto a badare a loro stessi. Li vide picchiarsi ed insultarsi come d’abitudine, ed in quel momento capì che erano soli. Sua moglie gridava di smettere e di stare zitti, perché lei doveva lavorare, lei doveva scrivere i suoi libri e non aveva tempo, non aveva tempo per sistemare le loro stupide discussioni. Così Matthieu, in quel gelido giorno di Novembre, vide l’ambizione nei suoi occhi, la volontà di essere perfetta in tutto, ed allora capì che sua moglie non aveva interesse per i loro bambini né per lui.
    Sua moglie ne aveva solo per sé stessa.

    mi sono sentita sola, mi sono sentita Matthieu, sono diventata Matthieu per un istante. Credo di poter affermare che, se nel leggere un racconto ti immedesimi nei personaggi, beh, l'autore ha fatto centro. E tu ragazza mia ha fatto centro!
    Questa one shot è densa, densissima come il cuore del protagonista; una sperimentazione del flusso di coscienza che oserei dire più che riuscita! Il ritmo, come in un racconto di Joyce, è lento ma mai noioso. Anzi, non lento, ma calcolato, riflettuto e che termina, come da tradizione, con un ripiegamento su se stesso. Un vero piacere da leggere. Spero di poter leggere altre tue sperimentazioni con lo stream of consciousness :)
     
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  3. félicie
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    :miniheart: :happy: :crying: Paragonarmi a Joyce :crying: :happy: :happy: :happy:
    Sei troppo buona, come sempre *asciuga la lacrimuccia
    È un commento bellerrimo :heart:
     
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  4. *MarÏe
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    CITAZIONE
    Sei troppo buona, come sempre *asciuga la lacrimuccia

    io buona?luce dei miei occhi,se tu scrivessi qualcosa che non mi piacesse,ti stroncherei senza pietà.
    l'unica differenza è che un po' dopo ti consolerei via mp :*
     
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    La seconda parte mi è piaciuta molto, è stata quella "preparatoria" a piacermi meno (sempre rispetto all'altra) e tuttavia mi ha convinto perché credo che le sensazioni derivanti dal ritmo trascinante della seconda metà siano anche il risultato di quell'attesa a tratti snervante rappresentata dai pensieri di Matthieu che si mettono lentamente in moto. Ad un certo punto pensavo avrebbe ucciso la moglie, avrebbe fatto molto letteratura russa, LOL.
    Complimenti!


    CITAZIONE
    Matthieu si chinò per prendere un ceppo di legno

    a raccogliere* mi sa di più elegante

    CITAZIONE
    a fare freddo

    sottigliezza: io avrei scritto "far freddo"

    CITAZIONE
    che l’aspettava una giornata estenuante e due ore di macchina sulle strade trafficate della città prima di arrivare a scuola, dove l’aspettavano alunni ingrati e mediocri.

    Non mi piace quella ripetizione!
     
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  6. Storm
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    Sara, questa OS mi è piaciuta tanto. Davvero molto bella! Si riesce a vedere chiaramente tutto quello che succede, tutto ciò che descrivi... anche i sentimenti di Matthieu. Mi ha rapito sin dall'inizio e sul finale tutto è tornato proprio com'è cominciato... quasi come se le riflessioni e la consapevolezza giunti al protagonista non fossero altro che una parentesi della sua vita fine a se stessa. Non mi so spiegare bene -.-" Ad ogni modo, tanti complimenti!! :heart:
     
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  7. félicie
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    Grazie amiciiiii Abbraccio
    CITAZIONE
    La seconda parte mi è piaciuta molto, è stata quella "preparatoria" a piacermi meno (sempre rispetto all'altra) e tuttavia mi ha convinto perché credo che le sensazioni derivanti dal ritmo trascinante della seconda metà siano anche il risultato di quell'attesa a tratti snervante rappresentata dai pensieri di Matthieu che si mettono lentamente in moto.

    Era questo lo scopo *yeaaa
    CITAZIONE
    Ad un certo punto pensavo avrebbe ucciso la moglie, avrebbe fatto molto letteratura russa, LOL.

    Magari… magari… purtroppo non la farebbe mai fuori: rimarrà forevva suo succube nonché suo zerbino
    CITAZIONE
    e sul finale tutto è tornato proprio com'è cominciato... quasi come se le riflessioni e la consapevolezza giunti al protagonista non fossero altro che una parentesi della sua vita fine a se stessa.

    Anche questo era un mio obiettivo Banadance
    CITAZIONE
    Non mi piace quella ripetizione!

    orco non l'avevo notata D: corro a correggere! thanks
     
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  8. MidoriMoe
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    Quoto Spark in a firework, la seconda mi è piaciuta di più della prima.
    Ci sono dei passaggi che io avrei scritto diversamente, o meglio l'uso metaforico l'avrei utilizzato diversamente ma è una questione moooolto soggettiva. (Non era una critica) Comunque bellissimo il flusso di pensieri di Matthieu, molto Gabriele d'annunzio nella prosa "Notturno". Mi è dispiaciuto però che non si sia parlato molto di Claire, cioè alla fine era un personaggio a par mio focale in questa storia, era la cosiddetta donna " salvatrice" da una vita insoddisfatta e monotona ma proibita. Ritaglierei più spazio per questo personaggio, come hai fatto per descrivere la moglie di Matthieu.
    Tuttavia, mi è piaciuta molto:) Scritta bene:)
     
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  9. aphãea
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    Non ho fatto a meno di notare la corrispondenza con la Sibyl Vane di Shakespeare. Vane in inglese si pronuncia come vain, che vuol dire 'vano, vuoto'. Così come il 'guscio vuoto' che hai citato tu.
    La ragazza viene abbandonata dall'uomo che crede di amare, Dorian Gray, perchè questo la considera appunto, una persona vuota e senza espressività.
    Okay, poi continua più tragicamente e si suicida, ma questo non importa.

    Mi piace lo stile della tua scrittura, visionario e concreto allo stesso tempo. Perchè parli di cose non trascendentali in cui tutti possiamo trovarci e senza perdere il suo valore. E' una grande qualità che purtroppo ogni tanto anche grandi scrittori non hanno! :3
     
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  10. félicie
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    grazie mille a tutte e due!
    CITAZIONE
    Non ho fatto a meno di notare la corrispondenza con la Sibyl Vane di Shakespeare. Vane in inglese si pronuncia come vain, che vuol dire 'vano, vuoto'. Così come il 'guscio vuoto' che hai citato tu.
    La ragazza viene abbandonata dall'uomo che crede di amare, Dorian Gray, perchè questo la considera appunto, una persona vuota e senza espressività.

    ma... non era di Wilde?
    in realtà la scelta del nome sibylle è stat più... concreta diciamo x)
     
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  11. aphãea
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    Oddio si certo che è di Wilde ahahahahah ho scritto Shakespeare davvero? cioè, che gaffe assurda lol voglio dire, lo sapevo benissimo avendo letto il libro e visto lo spettacolo ... Ma che cazz ahaha
     
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    Bellissima shot Saruccia cara! <3
    Perfettamente equilibrata e in questo spaccato, in questa incisione di testo metti in luce l'assoluto dissidio interiore del protagonista e la lotta che ogni tanto conduce con sé stesso. L'interiorità di Matthieu, infatti, è un campo minato "al coperto": ogni tanto arriva al punto di ebollizione ed esplode come un vulcano. Subito dopo, però - nel breve tempo di una domana (della domestica) e di una risposta (risposta emblematica: "molto bene") - il fiume di esaurisce, lui scarica le forze e torna alla condizione da cui è partito, di morte.
    La ciclicità del racconto mostra in maniera ancora più netta le ferite e la delusione dell'animo di Matthieu, tanto che puoi vedere il tutto come un taglio "chirurgico" da cui sgorga sangue purulento e infetto.
    Matthieu non è felice. Si rende conto che ha sbagliato le scelte fondamentali della sua vita e si trova "bloccato" dalla sua fede perché non può evadere dal suo matrimonio, dalla sua promessa davanti a Dio. Invece, però, di trovare un modo per accettare o cambiare le cose, si trova fermo, bloccato e accatta la morte della sua vita. Questo spaccato di testo mostra i rari e limitati sprazzi di vita e di "ribellione" del protagonista; ma si tratta sempre di una ribellione fittizia perché si esaurisce in breve e non produce effetto: di fatto, Matthieu non si muove, accetta tutto passivamente.
    Il ceppo, dunque, rappresenta lui stesso: è lui che sceglie di bruciarlo perché ha la consapevolezza di essere inanimato e morto. E sente freddo; il freddo è l'unica cosa che ormai riesce a sentire, nemmeno il fuoco potrebbe toccarlo, solo consumarlo nel silenzio. Questo è già l'inferno.

    CITAZIONE
    Matthieu si considerava un uomo di sani principi, un buon cattolico, un buon marito, un buon padre ed un eccellente lavoratore. Sapeva anche di essere una persona sensibile, affettuosa e capace di grande amore. Si sentiva umano. Lo era.

    Questo passaggio è uno dei più fondamentali perché nell'apparente rivendicazione della sua buona condotta e buona fede, rivela come sia lui stesso ad ingannarsi, ad assegnarsi a categorie positive. Ma in ultimo? Come si risolve?
    Ha sani principi ma NON lotta per essi;
    È un buon marito, ma NON ama la moglie;
    È un buon padre, ma NON sa trasmettere ai propri figli i veri valori familiari - infatti crescono come selvaggi -
    È un buon cattolico, ma NON ha vita né gioia dentro si sé.
    Il punto sta proprio in questa concezione "religiosa" tutta esteriore che pretende di avere, proprio come la sua ipocrita e bugiarda risposta "molto bene": come se l'essere cattolico risieda solo in questo, in una mera esteriorità! E lui stesso, legandosi ad una mera esteriorità, decreta la propria morte spirituale e morale.
    Il suo "arrendesi" al danno, allo sbaglio commesso, l'accettare così passivamente la propria vita, senza fare nulla per cambiarla, non ha NULLA di eroico, né tanto meno di "cristiano". Infatti è vero che l'essenza della religiosità cattolica si gioca tutta sulla croce, sul sacrificio, ma è pur vero che non si esaurisce con la morte ma alla morte è legata indissolubilmente la risurrezione! Il vero sacrificio che ci avvicina a Dio è quello compiuto per AMORE, non per passività; è essenziale avere la volontà di abbracciare la croce perché si tratta di una SCELTA propria, libera e per questo vera ed efficace; il miracolo sta nel trovare in questo la vera VITA, la vera GIOIA, pur nelle sofferenze; si tratta di un accettare tanto il bene quanto il male con una adesione carica di PASSIONE, qualcosa di così grande e fuori di noi che ci viene donata per grazia da Dio quando chiediamo a Lui la forza.
    Una persona come Matthieu che non prova tutto questo ma che anzi, sotto ad una patina di perbenismo nasconde scontento e morte, può consolarsi dicendo di essere un "buon cattolico" ma certo non ha Dio nel suo cuore.

    Ok. Mi sono parecchio animata perché il racconto mi ha preso tanto, e non perché mi sia identificata in Matthieu ma perché ho provato compassione per lui; tanto più l'ho provata pensando che, al mondo, ci sono molte persone che vivono esattamente come Matthieu! Che credono di avere "consolazione" in Dio e non si rendono conto che non l'hanno ancora veramente conosciuto.
    Una storia, questa, della tragedia umana che di consuma quotidianamente... lentamente... inesorabilmente...
     
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  13. félicie
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    Ma Rita! Che commento bellissimo! Hai proprio capito tutto! Ho impostato questa shot come le short stories di Joyce, incentrata ovvero sulla stagnation e, come hai detto tu, la morte. Se in The dead, Joyce identifica la morte nella neve e nell'uniformità del paesaggio, nella mia shot il ceppo che arde indica la rinuncia a quelli che Matthieu scopre essere i suoi veri desideri. Una rinuncia alla vita, appunto —non che voglia paragonarmi a Joyce (magari avessi il suo talento aha)! Le tue considerazioni sono tutte giuste! Sono contenta che tu abbia colto l'essenza della storia (:
    E sono d'accordo anche io: ci sono troppi che vivono come Matthieu... la mia voleva essere anche una denuncia di quella che troppo spesso (a mio parere) è una condizione da una parte inconsapevole, dall'altra causata da una mancanza di coraggio...
     
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    Come vedi sei riuscita a trasmettere nel testo esattamente quello che intendevi, tanto che io sono riuscita a coglierlo, per cui è venuto fuori molto bene =)
    Non bisogna avere il nome di "grandi scrittori" per sapere scrivere, voglio dire... anche Joyce avrà fatto i suoi primi tentativi di scrittura che, anche se non perfetti, avranno avuto il loro valore; quindi alla fine non è tanto il paragonarsi o meno ad un NOME ma il fatto di saper scrivere ed averne l'arte.
    Tu sai scrivere, questo è certo. E comunque, si parte sempre dall'imitazione, dalla rielaborazione di scritti altrui che ci hanno colpito e in qualche modo formato. Ok, non sei Joyce e non hai il suo talento, ma sei Sara e hai il tuo che puoi coltivare xD (Era questo che volevo dire! ahah - in maniera abbastanza contorta -)
    *besito*
     
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13 replies since 2/12/2013, 12:47   220 views
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