Alice

one-shot | narrativa | giallo

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    Alice

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    _autore: kijan (Anna)
    _genere: generale
    _rating: giallo, ma solo per sicurezza - non c'è nulla di che, davvero. Anzi, non c'è proprio niente se non qualche parola specifica.
    _tipologia: one-shot
    _breve descrizione: Alice sembra una ragazza timida e impacciata, ma lo è davvero? La notte del 31 dicembre 1999 può passare in un attimo da una serata tra amiche a qualcosa di completamente diverso.
    _note: ho scritto questa storia per il contest, e ora come ora ne sono abbastanza soddisfatta; è la prima volta che provo a scrivere qualcosa avendo delle linee guida (a proposito, quelle scelte per la mia storia sono queste) ed è la prima volta anche che provo a scrivere non solo in prima persona, ma al presente. Di norma è una cosa che odio, sia da leggere sia da scrivere, ma ho provato più versioni per questa storia e alla fine questo tempo verbale è quello che mi ha convinta di più. Forse il finale è un po' affrettato - mi dà quest'impressione, ma non saprei come diluire ulteriormente il tutto. Potrei allungarlo, forse, ma temo resterebbe lo... stacco? Non so. Conoscendomi immagino che domani rileggendola non mi piacerà più, ma per intanto, già che mi soddisfa, la posto ♥ e vediamo di mettere a tacere le mie seghe mentali.

    P.S. se l'immagine è un problema la tolgo senza problemi.

    « Alice, sei sicura di dovertene già andare? » mi chiede nuovamente Amber, una delle poche ragazze con cui sono riuscita a fare amicizia dal mio trasferimento a Phoenix. È stata lei ad avvicinarmi, ovviamente: io sono sempre stata estremamente timida, anche se a detta di molti a vedermi non si direbbe. Non avrei mai avuto il coraggio di prendere l'iniziativa e parlare con una come Amber, con quel suo corpo da modella, i capelli liscissimi sempre perfetti e quegli occhi azzurro ghiaccio in netto contrasto con la sua pelle ambrata. Non che io sia brutta, ci mancherebbe: so di essere carina, anche se un po' anonima - non ho nulla di particolare che attiri l'attenzione su di me, per fortuna. Penso che potrei morirne, se così fosse. Ad ogni modo, con Amber mi sono subito trovata bene, e anche il suo gruppo di amiche mi ha accolta senza difficoltà. E così, quasi quattro mesi dopo essere arrivata in Arizona, eccomi a festeggiare l'ultimo dell'anno - e del secolo! - con Amber, Jennifer, Lisbeth e Corinne. Abbiamo deciso di passare la sera in un locale del centro, uno dei pochi posti a permettere anche ai minorenni di entrare, sebbene non di consumare alcolici - che comunque siamo riuscite a procurarci facendo gli occhi dolci ad alcuni clienti. O meglio, loro hanno flirtato e ottenuto come ricompensa un cocktail ciascuna. Io non so bene come ho fatto a trovarmi davanti un bicchiere di vodka mista a qualche strano liquido colorato: non ho fatto altro che guardarmi attorno spaesata sin dall'inizio della serata! Forse qualcuno si è fatto impietosire dalla mia timidezza, o forse si sentivano solo - perdonatemi il termine - stronzi ad offrire da bere a tutte tranne che a me.
    « Sì... » rispondo, bevendo un ultimo sorso dal mio cocktail, per poi abbandonare il bicchiere ancora mezzo pieno. « Dee mi aspetta, ve l'ho detto! Ho promesso che la mezzanotte l'avremmo passata assieme... »
    Mi dispiace andarmene così, prima di poter far loro gli auguri e di brindare e ballare e, insomma, festeggiare, ma ho promesso, e io rispetto sempre la parola data. Mi alzo lentamente, instabile sui tacchi alti che le ragazze mi hanno convinta a mettere, mentre con una mano cerco inutilmente di allungare il vestito, di farlo arrivare un po' più giù lungo le cosce. Anche quello me l'hanno fatto indossare loro. Un tubino nero talmente attillato da farmi mancare il respiro, che non lascia nulla all'immaginazione - e intendo davvero nulla. Mi si vedono chiaramente anche le ossa del bacino! Dio, mi sento così esposta, così nuda... mi affretto ad indossare la giacca - corta, di pelle, anche quella gentilmente fornita da Lisbeth, come tutto il resto del mio abbigliamento per la serata. Il mio armadio ha qualche vestito, ma sono tutte cose carine, più che sexy, e di sicuro non ho nulla che mette in mostra décolleté e... be'... sedere!
    « Oh, dai! Ma non potevi invitare qui anche lei? » sento dire da Corinne. Sono settimane che mi chiedono di conoscere “la famosa Dee di cui parlo sempre”, completamente ignare che Dee non è affatto una ragazza - anche se ammetto che con quei capelli potrebbe tranquillamente passare per tale. Mi sono sempre guardata dal dir loro che Dee non sta per Denise, Desirée o Danielle, come pensano loro, ma per Declan. Non che non mi piacerebbe vantarmi - insomma, Declan è davvero un bel ragazzo, alto, forte, con il sorriso perenne e una cascata di capelli rossi che mi fanno morire d'invidia. È che ho paura. Non tanto di Amber, lei è un'amica, non ci proverebbe mai con Dee, né tantomeno di Lisbeth; non sono sicura siano in molti nella nostra scuola a saperlo, ma per me non è un mistero che Lisbeth preferisca le donne, nonostante la sua relazione con uno della squadra di basket. No, a preoccuparmi sono Jennifer e Corinne, sempre pronte a saltare addosso a qualsiasi uomo o ragazzo si presenti loro davanti. Non voglio farmi rubare Dee. Quindi, per loro Dee è e rimarrà una ragazza, una cara amica con cui trascorro le serate che non passo con loro.
    Decido di non rispondere a Corinne, limitandomi a sorridere e avviarmi verso l'uscita. Le saluto con la mano, cercando contemporaneamente di sistemarmi la borsetta sulla spalla e di non cadere da quei trampoli che ho ai piedi. Come fa Lisbeth ad indossarli tutti i giorni? Non lo capirò mai.
    Sono riuscita ad arrivare fino alla porta senza scivolare né rompermi una caviglia, e di questo non posso che essere contenta. Proprio mentre sto passando davanti ai buttafuori, però, un ragazzo - più alto di me di tutta una testa e decisamente ubriaco - mi urta e mi fa perdere l'equilibrio. Faccio giusto in tempo ad urlare, prima che due forti braccia accorrano in mio soccorso, frenando la mia caduta ed evitandomi di spiattellarmi al suolo. Dio, ho il cuore che mi batte all'impazzata. Ho sempre avuto una paura folle di cadere davanti a tutti e fare una figuraccia. Non posso credere mi sia successo proprio oggi, proprio qui davanti a tutta la gente in coda per entrare nel locale! Mi sento bruciare, devo essere diventata rossa.
    Mi ci vuole un po' per realizzare che non sono seduta per terra. Anzi, a giudicare da come vedo il mondo direi che sono ancora in una posizione piuttosto verticale. Come è possibile? Ho sentito qualcuno afferrarmi, ma pensavo mi avesse solo rallentato la caduta, non che mi avesse tenuta in piedi! Lentamente, al colmo dell'imbarazzo, alzo lo sguardo verso il mio salvatore. È uno dei buttafuori. Quello carino.
    « Tutto bene? » mi chiede. Credo si sia accorto del mio imbarazzo, perché mi sorride in modo gentile, non con quel ghigno impertinente che gli ho visto regalare alle altre ragazze.
    « Uh... s-sì... u-um... gra-zie... » balbetto, cercando di rimettermi dritta e abbassando lo sguardo. Mi odio. Perché sono così dannatamente timida? Sono qui, tra le braccia di un ragazzo - okay, uomo; avrà almeno venticinque anni - carinissimo, che mi ha appena salvata dal finire con il fondoschiena spalmato sull'asfalto, e faccio fatica non solo a ringraziarlo, ma anche a guardarlo! Voglio sotterrarmi. Non è possibile essere così impacciata!
    Quando finalmente riesco a riacquistare l'equilibrio, il mio primo istinto è quello di scappare a gambe levate. E lo avrei fatto, se non avessi rischiato nuovamente di finire a terra al primo tentativo di muovermi. Solo la sua mano sul mio gomito mi evita di cadere. Cavoli, questo tizio mi sta salvando a ripetizione! Se prima ero rossa, ora so di essere bordeaux. Sento la mia bocca aprirsi, per ringraziarlo nuovamente, penso, ma il cervello non collabora e non esce nulla, così la chiudo, spostando lo sguardo ovunque tranne che su di lui. Lo sento ridacchiare. Ecco, fantastico. Ora penserà che sono una poverina che non è nemmeno capace di camminare, cosa che sono più che sicura pensino già tutti gli altri che hanno assistito alla scena. Sento gli occhi iniziare a bruciarmi, e so che devo allontanarmi subito da lì. Non voglio piangere davanti a degli sconosciuti. Non voglio essere così patetica. E poi, Dee mi sta aspettando, devo muovermi! Mi accorgo di aver parlato solo quando il buttafuori mi risponde. Dannazione, sto perdendo il controllo. Se sono fortunata penserà che sono ubriaca.
    « Va bene, ma lascia che ti accompagni. Non vorrei che qualcuno ti fermasse per strada. »
    Nemmeno ora riesco a trovare il coraggio per guardarlo in faccia. Si sta davvero preoccupando per me? O mi sta prendendo in giro? Dal tono non sembra... oh, sono così in imbarazzo! Lo sento girarsi verso il suo collega e dirgli che si prende una pausa, come se quello non avesse visto e sentito tutto. Ha ancora la mano sul mio gomito. Non posso nemmeno andarmene - sì, ok, non è che ci riesca, comunque. Le mie gambe stanno tremando e mi sento il cuore in gola, ho troppa paura di cadere per fare un solo passo. Sono così concentrata sulle crepe nell'asfalto che non mi accorgo che il buttafuori è tornato a rivolgersi a me, e sussulto quando cambia la presa, passandomi un braccio attorno alla vita, per sostenermi. Non ce la faccio, non posso guardarlo. Non posso neanche resistergli, però, perché è molto più forte di me. Così quando mi spinge in avanti sono costretta a muovere un passo, e poi un altro. Con lui a sostenermi non perdo più l'equilibrio, ma non basta di certo a farmi sentire meglio. Oh, spero che nessuno lo dica ad Amber e alle ragazze! Sono mie amiche, sicuro, ma questo non evita loro di prendermi in giro quando faccio una figuraccia! È così che si fa tra amiche, no? Ci si copre le spalle e ci si sostiene, ma si ride l'una dell'altra. Credo. Non ho avuto molte esperienze prima di uscire con Amber. Sono sempre stata piuttosto solitaria... non sempre per mia scelta, anche se mi piace lasciarlo credere agli altri.
    Sono così assorta nei miei pensieri che quasi mi dimentico di scrivere a Dee per dirgli che sto arrivando. Il buttafuori non ha più detto una parola, si limita ad assicurarsi che io non cada, e di questo gli sono estremamente grata. Non ce la faccio a parlare. Lo so che perdere l'equilibrio non è tutta questa gran cosa, che capita a tutti, ma non riesco proprio a convincermi che non sia nulla. Nella mia mente vedo tutti che mi guardano, che mi additano, che ridono di me. Oh, Dio!
    Ci metto un po' a trovare il cellulare, anche se la borsetta è piccola. Le mani che tremano non aiutano di certo, e quando finalmente riesco a trovarlo faccio cadere anche quello. Dannazione! Ora ho davvero voglia di mettermi a piangere. Mi viene da chiedermi se Corinne non mi abbia lanciato una maledizione perché le ho abbandonate. Non è possibile che da quando sono uscita dal locale non me ne vada bene una!
    Quando il telefono è caduto mi sono fermata di colpo, e così ha fatto anche il buttafuori. Non mi sono chinata a raccoglierlo, troppo scossa, arrabbiata, frustrata. L'ha fatto lui per me, mentre le mie mani erano occupate a correre ai miei occhi per cercare di arginare le lacrime. Ho voglia di piangere, ma non accetto di farlo davanti a lui! Mi accorgo che mi sta porgendo il telefono, e per qualche istante tutto quello che la mia mente riesce a pensare è quanto sembri piccolo il mio cellulare, verniciato di rosa con lo smalto per unghie, nelle sue mani. Nelle mie è enorme!
    « G-grazie... » rispondo ancora una volta con voce tremante, afferrando il telefono con una mano e asciugandomi una lacrima ribelle con l'altra. Più che vedere, sento il sorriso nella sua voce, quando mi dice di non preoccuparmi, che non è nulla. Poi ricomincia a spingermi lievemente, e riprendiamo a camminare.
    Riesco a scrivere a Declan e ad infilare il telefono nella borsetta senza più incidenti, e mi lascio guidare per il resto del tragitto, dandogli indicazioni ad ogni incrocio. Lui non dice nulla, per un po', ma poi comincia di nuovo a cercare di rassicurarmi. Preferivo quasi quando se ne stava zitto, quando eravamo solo io e i miei pensieri. Almeno potevo cercare di convincermi che non fosse successo realmente, che non avessi fatto una figuraccia davanti a tutti. Invece no, lui ha deciso di parlare, e continua a farlo. Ci vuole un po' prima che le sue parole passino da rassicurazioni a complimenti. Mi dice quanto sono bella con quel vestito, quanto siano morbidi i miei capelli. Quanto gli piacciano le bionde. Siamo quasi arrivati, e glielo dico, ma a lui non sembra importare. Sento la mano che aveva attorno alla mia vita scivolare più in basso, avvicinarsi al bordo del vestito, mentre l'altra va a posarsi sul mio seno, piccolo ma pur sempre presente. Oh, Dio, no!
    « Lasciami... » gli intimo mentre cerco di divincolarmi, ma la mia voce è ancora debole, tremante. Sono ancora scossa, e i suoi gesti non aiutano. Mi accorgo che in queste stradine non c'è quasi nessuno, segno che la mezzanotte è vicina: sono tutti in piazza, pronti a festeggiare in compagnia, o in qualche bar, o in casa. Nessuno può sentirmi urlare, sempre ammesso che io ci riesca. Perché adesso mi è chiaro quali sono le sue intenzioni. Non mi ha voluta accompagnare spinto da generosità. Non è il buon samaritano che credevo. Ha visto una ragazza innocente, una ragazza vulnerabile, e ha deciso di approfittarne. Mi lascio sfuggire un gemito al pensiero di cosa immagino voglia farmi. Di cosa so vuole farmi.
    Eh no, caro. Non questa volta. Non con me.
    Sono riuscita a portarlo esattamente dove volevo, in un vicolo buio, in quel vicolo buio, lontano da sguardi indiscreti. Crede di essere lui, il padrone della situazione. Crede di avermi messa con le spalle al muro - letteralmente. Non potrebbe sbagliarsi di più. La luce proveniente dalla strada gli illumina solo la metà destra del viso, ma è abbastanza perché io riesca a vedere lo sguardo affamato nei suoi occhi. C'era anche prima? Avrei dovuto guardarlo, ma ero davvero in imbarazzo per aver rischiato di cadere, almeno la seconda volta. Quella parte non l'ho finta. Continuo a divincolarmi, a cercare invano di resistergli. Se volessi potrei liberarmi, so che potrei farlo. Ma non è nei piani. Non è così che deve andare.
    Nell'istante stesso in cui i fuochi artificiali annunciano la mezzanotte sorrido, e la sua testa esplode davanti a me. La presa sui miei polsi si allenta, e sono in grado di spostarmi di lato mentre il suo corpo senza vita cade a terra. Sono tutta sporca di sangue e materia cerebrale, bleah! Mi viene da vomitare. Non mi abituerò mai alla vista della testa di un uomo colpito da un fucile di precisione. Be'... di quel che ne resta. Mi chino a strappare un pezzo della sua maglietta, l'unico angolo non imbrattato di sangue, che uso per darmi una ripulita mentre mi allontano con passo sicuro, nonostante i tacchi alti. Anche quello non l'ho finto, non li sopporto.
    Sento il mio telefonino suonare e mi affretto a recuperarlo, rispondendo con un « Pronto! » secco. Quell'idiota poteva almeno aspettare che mi spostassi, dannazione! Ora come lo spiego a Lisbeth che i suoi vestiti sono da buttare? E poi, sono ancora arrabbiata - e imbarazzata - per la mia figuraccia. Dio, Dio!
    « Tutto bene sorellina? » mi chiede Declan. Sbuffo, alzando lo sguardo verso il tetto del palazzo di fronte al vicolo, regalandogli una smorfia. Riesco a immaginarmelo perfettamente: steso sul bordo del palazzo, i lunghi capelli rossi mossi dal vento ,il fucile ormai abbandonato di fianco a sé e il binocolo fisso su di me. Declan è fin troppo prevedibile, a volte, ma gli voglio un mondo di bene. È tutto ciò che mi è rimasto, da quando i nostri genitori sono morti, lasciandoci da soli a portare avanti le tradizioni di famiglia.
    Mi chiamo Alice Baaiman, e ho ventidue anni, nonostante sembra che io possa passare tranquillamente per una sedicenne. Mi sono infiltrata in un liceo di Phoenix, Arizona, e ho stretto amicizia con alcune ragazze locali, guadagnandomi un'immagine da studentessa innocua e innocente. Per tutto questo tempo io e mio fratello Declan abbiamo progettato l'omicidio di Jasper Donovan, buttafuori del Mystique responsabile dello stupro di sei ragazze, tutte minorenni. Tra loro c'è anche la figlia di Harper O'Leary, l'uomo che ci ha assunti. Donovan è - era furbo, non ha mai lasciato alcuna traccia dietro di sé. La testimonianza delle ragazze non è stata ritenuta valida perché erano tutte ubriache. È stata valida per noi. Ora non ci resta che riscuotere la nostra paga. È questo che io e Declan facciamo, la tradizione della nostra famiglia. Siamo killer professionisti. Da generazioni.



    Edited by kijan - 5/5/2014, 23:58
     
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  2. félicie
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    Ma che carina, Anna!! Mi è piaciuta tantissimo la parte in cui descrivi l'imbarazzo di Alice: sei scesa nei minimi dettagli senza però esagerare né risultare ripetitiva. Bravissima!
    Poi mi è piaciuta la scena del vicolo, quando Alice si imbratta tutta: me la sono proprio immaginata bene mentre la leggevo! Resti di sangue e cervello BUAHHAHA ben gli sta u_u
    Come hai detto tu, forse la fine è un po' affrettata, ma tutto sommato ci sta!! Io forse avrei concluso la storia con Alice e Dee che riscuotono il pagamento e da lì svelare la loro vera identità, ma sono scelte personali x) Questa è la tua storia e mi è piaciuta così! Brava!!
    E, ah, ottima grammatica e stile di scrittura: scorre liscio e fluido!
     
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    Io forse avrei concluso la storia con Alice e Dee che riscuotono il pagamento e da lì svelare la loro vera identità, ma sono scelte personali x)

    Ma sai che in realtà c'ho pensato? XD Ho passato due giorni a scrivere e riscrivere (alla fine me la son anche sognata di notte...) ma non so, non mi sentivo in grado di descrivere bene come immaginavo la scena - sia loro che riscuotono il pagamento, sia un'altra versione in cui lei non parla con Dee ma si incontrano in albergo/al loro appartamento e parlano lì, e viene svelato lì tutto, o anche un'altra in cui restava mezzo misterioso il perché l'hanno ucciso e tutto. Magari uno di questi giorni mi ci metto e provo a scrivere uno o tutti questi "finali alternativi" lol
    Sono contenta risulti scorrevole, comunque ^^ ho sempre paura di scrivere cose incomprensibili, o che annoiano dopo due frasi >.<
     
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  4. Storm
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    Non me l'aspettavo un finale così ahahah però, chissà perché, le intenzioni del "buon samaritano" mi sono state chiare sin da subito XD Mi è piaciuta molto questa OS, complimenti! Inizialmente, mi ci sono anche rispecchiata in Alice ché anch'io sono un tipo che s'imbarazza facilmente, a cui non piace stare al centro dell'attenzione e che di solito non porta tacchi alti D: (giuro, non sono una serial killer in incognito XD) Immaginavo che Dee non fosse il ragazzo di Alice quando lei ha detto d'essere invidiosa dei suoi capelli, non so bene perché, ma da lì sono stata sicura che lui non fosse il fidanzato! A me, comunque, non dispiace come hai concluso il racconto :3
     
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    Non me l'aspettavo un finale così ahahah

    Yay, sono riuscita nel mio intento allora! Ahahahahah

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    Mi è piaciuta molto questa OS, complimenti!

    Ti ringrazio ♥

    CITAZIONE
    Immaginavo che Dee non fosse il ragazzo di Alice quando lei ha detto d'essere invidiosa dei suoi capelli

    Ahahahah pensa che invece l'invidia per i capelli di lui l'ho "rubata" da un'amica, invidiosa dei capelli del suo ragazzo perché sono lisci e morbidi senza che lui faccia nulla çWç anche io sono invidiosa dei suoi capelli, sigh!

    Sono contenta che ci si riesca ad immedesimare in Alice, almeno nelle prime parti ^^ yay!
     
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    Ben scritta e molto piacevole da leggere! Un po' lento l'inizio, ma hai recuperato terreno in fretta e la parte finale poi è decisamente intrigante. Complimenti!

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    addosso a qualsiasi uomo o ragazzo si presenti loro davanti. Non voglio farmi rubare Dee. Quindi, per loro Dee è e rimarrà una ragazza, una cara amica con cui trascorro le serate che non passo con loro.

    troppi "loro" ^^

    Peraltro, ho notato che lasci lo spazio con le virgolette basse; non è che sia un errore, la formattazione è molto variabile dal punto di vista digitale, tuttavia di norma non si lasciano quegli spazi. ^^
     
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    Azz... non me n'ero nemmeno accorta di tutti quei "loro" D: appena riesco a trovare un modo per sistemare lo faccio. Grazie per avermelo segnalato! C:
    Per le virgolette, ah °-° ammetto di essere ignorante in materia e che non avevo idea non ci volesse lo spazio, ma effettivamente andando a guardare (sì, ho afferrato il primo libro che mi è capitato a tiro, che fortunatamente aveva le virgolette basse XD) sono sempre attaccate al testo, esattamente come le virgolette alte. Alle quali, per altro, non mi verrebbe neanche in mente di mettere uno spazio. Ahahah ^^" oh, be', ora lo so C: grazie!
    E niente, grazie in generale per il commento ♥ molto apprezzato!
     
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    Allora, anzitutto devo farti i complimenti per come scrivi: sei molto dettagliata, non ci sono errori, e il testo risulta ben articolato =D La storia riserva una bella sorpresa sul finale e mi sono divertita a leggere questa storia :3
    Devo solo farti notare una cosa - o un passaggio - una sorta di imprecisione dal mio punto di vista: capisco che non si doveva far capire nulla delle intenzioni di Alice, soprattutto non il collegamento col buttafuori, tuttavia nello scorrerei dei suoi pensieri si evidenza una contraddizione sottile e latente. È come se ci fosse un incongruenza di senso perché piuttosto che avere un piano in mente sin da principio, appare come se le cose cambiano di colpo ad un certo punto.
    Cerco di spiegarmi meglio perché sospetto di non starci riuscendo molto bene.
    La protagonista ha un piano sin dall'inizio: isolare il maniaco e toglierlo di mezzo. Nello svolgimento della trama, il gioco letterario vuole che i lettori non si avvedano di questa intenzione sino al disvelamento, ovvero alla conclusione della storia. Tuttavia, i pensieri di Alice devono essere in linea con quanto lei sa, non con quanto sappiamo noi all'esterno. Dunque i pensieri andavano costruiti in modo tale che non tradissero nulla del piano effettivo ma, al contempo, che non dicessero nulla che fosse in contraddizione (altrimenti sarebbe come se Alice adottasse la finzione persino nel privato della sua mente, il che risulterebbe strano e assurdo).
    CITAZIONE
    Perché adesso mi è chiaro quali sono le sue intenzioni. Non mi ha voluta accompagnare spinto da generosità. Non è il buon samaritano che credevo. Ha visto una ragazza innocente, una ragazza vulnerabile, e ha deciso di approfittarne. Mi lascio sfuggire un gemito al pensiero di cosa immagino voglia farmi. Di cosa so vuole farmi.

    Le parti che ho colorato sono l'esempio di ciò che ho spiegato. Se scrivi "adesso" fa presupporre che prima Alice stessa non sapesse che quello era un maniaco, ergo non regge la scusa che lo ha volutamente trascinato in un vicolo buio.
    Allo stesso modo "Non è il buon samaritano che credevo" ci dice chiaramente che per lei è una sorpresa tutto quello che sta succedendo, mentre dopo afferma che è stato tutto architettato nel dettaglio, da qui la contraddizione che ti dicevo.
    Si può ovviare al problema modificando queste piccole espressione, ad esempio scrivendo in questo modo:
    Nessuno può sentirmi urlare, sempre ammesso che io ci riesca: finalmente ha mostrato quali erano le sue intenzioni sin da principio. Non mi ha voluta accompagnare spinto da generosità. Non è il buon samaritano che si voleva dimostare. Ha visto una ragazza innocente, una ragazza vulnerabile, e ha deciso di approfittarne. Mi lascio sfuggire un gemito al pensiero di cosa immagino voglia farmi. Di cosa so vuole farmi.
    [...]

    Anche questa frase ti consiglierei di sistemarla in maniera differente, per eliminare un'altra contraddizione latente: "Continuo a divincolarmi, a cercare invano di resistergli. Se volessi potrei liberarmi, so che potrei farlo. Ma non è nei piani. Non è così che deve andare." (scritto così, sembra che lei tenti davvero, con tutte le sue forze, di liberarsi ma non ci riesca; in realtà finge solamente)
    Sarebbe meglio scrivere una cosa così: "Continuo a divincolarmi, facendogli credere di non avere le forze per resistere. Se volessi potrei liberarmi, so che potrei farlo. Ma non è nei piani. Non è così che deve andare."

    Sottolineo questi aspetti perché, a mio avviso, a questo punto della storia, quando è stato svelato il plot-twist, è importante far notare proprio la differenza di percezione tra ciò che crede l'assalitore e ciò che succede realmente (il punto di vista di Alice).

    Al di là di tutto questo, prima che lo dimentichi, volevo dirti che ho apprezzato nella narrazione soprattutto la descrizione dell'imbarazzo di Alice ** Il racconto era a tal punto focalizzato su di lei e su ciò che provava che tutto il resto appariva come lontano, come se ci fosse una barriera: persino il buttafuori non parla direttamente, ma lo vediamo "velato" attraverso i pensieri di Alice. Ritengo che con questo modo di scrivere sei riuscita benissimo a trasmettere la "chiusura" della protagonista, completamente presa dall'imbarazzo e impossibilitata a far caso a altro che era all'esterno xDD
    Complimenti (e scusa per il papello che ho scritto v.v)
     
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    Oh, non preoccuparti per la lunghezza del commento, è stato un vero piacere leggerlo e ti posso assicurare che ti sto amando. ♥ Ho cercato di concentrarmi sull'imbarazzo di Alice (cosa che a quanto pare mi è riuscita, immedesimandomici XD) proprio per nascondere quel che lei sa in realtà. Diciamo che non sapevo bene come giocarmela, appunto per quel bisogno di mantenere lineari i suoi pensieri (che poi ho completamente perso nelle frasi che hai evidenziato) ma al contempo di non far capire cosa lei sa in realtà, qual'è il suo piano. Nella prima versione lei faceva apposta a provocarlo, e lo svelava chiaramente nei suoi pensieri, anche se non dice per quale ragione lo fa; non era imbarazzata per nulla, ma mi sembrava che poi il finale fosse meno a sorpresa. Dire chiaramente che lei lo trascina in un vicolo, anche se apparentemente con intenzioni diverse (nella prima versione Alice si comportava un po' da - passatemi il termine - puttana) fa tutto un altro effetto rispetto all'essere assalita dall'imbarazzo e restare "annebbiata" fino al momento di agire, quando il bisogno di fare il suo compito la risveglia dal torpore (?) che le ha avvolto la mente. E poi diciamolo, Alice me la immaginavo meglio come una ragazzina davvero timida e facile all'imbarazzo, l'esatto contrario di come mi immagino suo fratello. Quindi, l'imbarazzo. Il problema è sorto quando, come hai evidenziato tu, lei si trova a dover effettivamente affrontare il buttafuori. Temo di non averci proprio pensato al fatto che noi (lettori) SIAMO nella mente di Alice, e quindi se lei sa anche noi sappiamo. Ti ringrazio davvero tanto per avermelo fatto notare ♥ ho paura che altrimenti non me ne sarei mai resa conto.

    Ah, domanda: su word sto già correggendo tutto quello che mi avete segnalato; correggo anche qui, modificando il primo post? O la ri-posto in risposta al topic e linko la versione rivista nel primo post? Come è meglio? Non ho mai postato da nessuna parte ciò che scrivo, non so come comportarmi >.<
     
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    all'essere assalita dall'imbarazzo e restare "annebbiata"

    Ecco! Era questo ciò che intendevo! L'effetto "annebbiamento" è venuto benissimo xDD

    Comunque hai ragione, l'effetto sorpresa salta più all'occhio con questa seconda versione :smile:

    CITAZIONE
    Temo di non averci proprio pensato al fatto che noi (lettori) SIAMO nella mente di Alice, e quindi se lei sa anche noi sappiamo.

    Ahah vabbè, non ha fatto molto danno: l'incongruenza era abbastanza sottile e come vedi per nasconderla è sufficiente modificare leggermente poche frasi =)


    CITAZIONE
    Ah, domanda: su word sto già correggendo tutto quello che mi avete segnalato; correggo anche qui, modificando il primo post? O la ri-posto in risposta al topic e linko la versione rivista nel primo post? Come è meglio? Non ho mai postato da nessuna parte ciò che scrivo, non so come comportarmi >.<

    Io in genere correggo il post originale, quindi non penso che ci siano problemi anche se questa shot è, diamo, "in gara" ^^ Perché comunque si tratta di dettagli infinitesimali, non credo abbiamo peso nel giudizio complessivo e comunque non modificano la trama =D Per sicurezza, comunque, meglio chiedere ad una staffer perché le regole le fanno loro e se c'è qualche divieto a questo proposito io non lo conosco eheh
     
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    Ahahahahah ♥

    Vabbè dai, posso sempre postare la versione corretta dopo che il contest è finito! ;D
     
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    Mi è piaciuta molto *^*
    Soprattutto perché la carta del "plot-twist" te la sei giocata meravigliosamente eseguendone addirittura due! Da: forse Alice cadrà vittima della tentazione posta dal buttafuori gentile e carino, passando per "oddio, adesso finisce che la violenta" per finire con la rivelazione finale che io proprio non mi ero aspettata!
    Davvero brava ^^
     
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    Molto carina! Non mi aspettavo un finale di questo genere e l'ho apprezzato molto, appunto perchè non è banale. Quindi.. complimenti!!
     
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12 replies since 5/5/2014, 22:23   247 views
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