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snöw..
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_autore: snöw.
_fandom: strayeah
_genere: drammatico | romantico
_rating: giallo
_pairing: emanuele e giorgia
_personaggi: emanuele, giorgia, elisa, sara, lorna, giada, gianluca, anna, massimo, professori (anonimi), anziana signora (anonima), daniel, leonardo, davide, luigi, alessandra, giulia, helena.
_tipologia: fan fiction
_breve descrizione: la protagonista (che sarei io) fantastica sul fatto di poter incontrare un giorno il suo idolo musicale: emanuele. quando meno se l'aspetta giorgia, non solo coronerà il suo sogno di fan sfegata quale è, ma intreccerà una relazione amorosa col ragazzo che le farà vivere emozioni tali da farle battere il cuore. eppure la sua vita non sarà tutta rosa e fiori...
_note: questa è chiaramente una storia di pura invenzione costruita su alcuni aspetti della mia vita realmente accaduti. ho voluto, per dirla tutta, giocare sulla fusione realtà e fantasia.Prologo.
Tutti i venerdì, come di consueto, Helena si reca a casa dei suoi per assicurarsi che ogni cosa sia al suo posto: le piante accuratamente innaffiate e le mensole della sala spolverate. Fortuna sua che c'è sempre ben poco da fare! Sua madre ha appena sfiorato i sessanta e sarebbe ancora in grado di occuparsi della casa, se non fosse per quel maledetto Parkinson che l'ha raggiunta troppo in fretta. Così giovane eppure già vicina allo stadio finale. Suo padre fa tutto il possibile per sua moglie specie quando il lavoro e i ragazzi sottraggono alla sua unica figlia del tempo riducendola ad uno straccio strizzato e privo di ogni impurità.
«Resta pure con mamma, oggi sarò io a prendermi cura dei gerani.» Alla vista di suo padre, una mano all'annaffiatoio e l'altra a sostenere una busta di concime, Helena si precipita ad offrirgli il suo aiuto. Lì per lì non dà cenno di ritirarsi, poi lo vede poggiare il tutto a terra e fare le scale.
Una volta sistemate le piante in giardino e spolverato i punti in cui la polvere sembra attecchire con più facilità, Helena si sposta al piano superiore per andare a sciacquarsi le mani in bagno. I suoi tacchi risuonano forti sul parquet che tappezza il pavimento della casa. Compiuto l'ultimo gradino si dirige spedita verso la porta in fondo al corridoio, quando una folata di vento spalanca lo studio alla sua destra.
"Meglio richiudere prima che sbatta la porta" ma, senza rendersene conto, è già dentro la stanza. Un forte profumo di legno intarsiato le assale le narici mescolandosi all'odore di vecchiume di alcuni volumi ordinatamente disposti sulla libreria. Non le capita di frequente di entrare nello studio di suo padre. La stanza è sempre tenuta sotto chiave, soprattutto quando il più piccolo e vispo dei suoi nipoti è nei paraggi. Persino ad Helena non è permesso di entrare. I soli ricordi legati a questa stanza sono indistinte e fumose tracce dal passato. E quello stesso passato riaffiora a tratti non appena il suo sguardo abbraccia gli oggetti nella stanza; sorride quando le sue iridi color del cielo si soffermano su quello che suo padre definiva il suo tesoro più grande dopo le sue donne.
"È questo, dunque, il tuo angolo di paradiso, papà?" pensa continuando a guardarsi intorno come se si aspettasse di trovare qualcosa d'altro che le provocasse una seppur lieve reminiscenza.
"Ma che diavolo..." O magari qualcosa aveva trovato lei.
Il suo piede picchietta più volte a terra. In quel punto le assi di legno emettono uno strano rumore. Helena si china a terra e batte tre colpi: lì sotto doveva esserci qualcosa. Una delle assi presenta una piccola scheggiatura all'estremità e questo fa sì che appaia sollevata rispetto alle altre. Helena si aiuta con due dita e, con il minimo sforzo, riesce a tirare via il pezzo di legno; infila una mano nel buco estraendone un libro.
"Perché nascondere un libro sotto il pavimento?" si chiede passando una mano sulla copertina polverosa. Uno spesso strato di polvere vola via contaminando l'aria fresca e sana che aveva dimorato nello studio fino a che la finestra non era stata chiusa. Helena si rigira il volume tra le mani pensierosa, poi quasi esitando prende a sfogliarlo.
"Non è un libro, è un diario!" puntualizza passando in rassegna ogni pagina contrassegnata da una grafia infantile e tondeggiante. Noncurante legge qualche rigo e subito capisce trattarsi di un racconto. Probabilmente doveva essere appartenuto alla figlia dei vecchi proprietari della casa.
La donna si sente quasi a disagio e con titubanza si chiede se sia giusto scavare nella testa sognante di quella ragazza. Mai si era permessa di sbirciare i rispettivi diari delle sue figlie, per quale motivo avrebbe dovuto farlo proprio ora? D'un tratto qualcosa attira la sua attenzione: un nome, il suo...
Edited by snöw. - 17/5/2014, 12:36. -
félicie.
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Bellino come inizio; mi piace l'atmosfera quotidiana che hai creato! Non so perché, ma mi sono immaginata la casa dei miei nonni ahah
I prologhi sono così: ti lasciano a metà! Devi postare il primo capitolo, susu!
Per quanto riguarda lo stile, a volte l'ho trovato un pochino pesante (troppi paroloni in una frase... tra l'altro tendo sempre anch'io a metterceli!!). Però hai scritto poco (ovvio, è il prologo!) quindi non posso dire molto (:CITAZIONESuo padre fa tutto il possibile per lei specie quando il lavoro e i ragazzi sottraggono alla sua unica figlia del tempo riducendola ad uno straccio strizzato e privo di ogni impurità.
Non mi è chiaro questo pezzo. Il padre fa tutto il possibile per chi? Per aiutarla ad aiutare la moglie (cioè la madre di Helena)?SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONEFortuna sua che c'è sempre ben poco da fare! Sua madre ha da poco sfiorato i sessanta
Potresti mettere "[...] ben poco da fare! Sua madre ha appena sfiorato i sessanta" Oppure "ha appena raggiunto", che suona meglio.CITAZIONEsarebbe ancora piuttosto in grado di occuparsi della casa
Secondo me è meglio toglierlo il "piuttosto".CITAZIONEgeranei
Gerani.CITAZIONEHelena si precipita ad offrire il suo aiuto.
Sono una rompi, lo so... io avrei messo "offrirgli".CITAZIONELì per lì non dà cenno di ritirarsi,
Di ritirarsi? Nel senso di accettare il suo aiuto?CITAZIONEE quello stesso passato riaffiora a tratti non appena i suoi occhi circoscrivono gli oggetti nella stanza;
Mhmm... non è meglio dire "...non appena abbracciò con lo sguardo ..."? Perché circoscrivere ha un altro significato...CITAZIONE"Perché nascondere un libro sottoterra?"
Sotto il pavimento... no? (:CITAZIONENoncurante legge qualche rigo e subito sovviene trattarsi di un racconto.
Sovviene?. -
snöw..
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Immaginavo mi avresti fatto delle correzioni. Sentivo che c'era qualcosa da rimaneggiare. Eh sì, tendo ad usare troppi paroloni in una stessa frase tanto da non accorgermi di quanto possa diventare pesante. CITAZIONEBellino come inizio; mi piace l'atmosfera quotidiana che hai creato! Non so perché, ma mi sono immaginata la casa dei miei nonni
Ohw almeno qualcosa di positivo sono riuscita a farlo. Sono puntigliosa per natura, quindi tendo alla precisione anche quando scrivo.CITAZIONEGerani
Quello è stato un errore di battitura.CITAZIONENon mi è chiaro questo pezzo. Il padre fa tutto il possibile per chi? Per aiutarla ad aiutare la moglie (cioè la madre di Helena)?
Immaginavo quel passaggio fosse poco chiaro, mannaggia. Sì, intendevo la madre di Helena. Avrei dovuto mettere "Suo padre fa tutto il possibile per sua moglie...".