A Human between Claws & Fangs

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    A Human between Claws and Fangs



    _autore: me (beatrice)
    _fandom: claws and fangs ( storia originale: xxx by sylvain. ♥)
    _genere: fantasy | comico
    _rating: verde
    _pairing: nessuno XD
    _personaggi: me, leo, alexander, steve, una strega e jillian
    _tipologia: one-shot
    _breve descrizione: la protagonista, che sarei io, si ritrova catapultata nella storia di jess, claws and fangs, e viene a contatto con i protagonisti di quest'ultima con un compito molto importante (?) da portare a termine ù,ù
    Insomma mi ritrovai dentro questa cavolo di bolla luminescente e vi giuro che pensai ad un rapimento alieno.
    La cosa sotto un certo punto di vista mi faceva sentire lusingata … Sì, sapete … per la storia che gli alieni rapiscono gli esseri umani più intelligenti. Anche se in verità tutte le persone che hanno ammesso di essere state rapite tutto mi sembravano tranne che dei geni. No okay, forse non era così lusinghiera come cosa.

    _note: JESS, perdonami, ti prego X°D


    Me ne stavo davanti al computer, come ogni giorno d’altronde, a fissare lo schermo con aria inebetita mentre il mio cervello elaborava le immagini della favolosa storia che stavo leggendo.
    Da tempo ormai quella storia era parte costante dei miei sogni ed i suoi protagonisti erano alla base delle mie più grandi perversioni. Non avrei mai saputo scegliere fra il tenebroso Alexander, l’indifeso, almeno in confronto ad Alexander, e dolce Leo e il figaccione numero 3, Steve.
    Nella parte più profonda e remota di me stessa, e non sto parlando del basso ventre come pensate voi, l’ideale sarebbe stato averli tutti e tre insieme nella stessa stanza … anche solo per guardarli. Il toccare non sarebbe stato necessariamente coinvolto. Non che mi facesse schifo l’idea tutto sommato. Ma di certo nella mia testa non avrei mai dato vita ad un’orgia in stile E.L. James con catenacci, frustini e stanze rosse delle torture. O almeno non credo …
    Insomma! Ordine! Me ne stavo lì a fantasticare sul loro mondo quando lo schermo si illuminò improvviso di una luce bianca accecante.
    Ora, voi dovete sapere che la sottoscritta è una fifona di prima categoria ma che nonostante tutto si droga con telefilm come Supernatural e affini. Quindi potete ben capire il terrore che m’invase quando sentii la stanza diventare più fredda.
    Nella mia mente stavo già correndo in sala a munirmi di sale per chiudermi in un cavolo di cerchio anti fantasmi/poltergeist/quellochediavoloera quando mi sentii improvvisamente tirare la maglietta verso lo schermo.
    Generalmente nei film, o nei telefilm, qui la protagonista urla come una pazza e si dimena. Io no.
    Perché cazzo la paura è talmente tanta che col cavolo che urli, manco ce l’hai il fiato per urlare … il cervello manco ci pensa ad emettere rumore, ve lo dico io!
    Insomma mi ritrovai dentro questa cavolo di bolla luminescente e vi giuro che pensai ad un rapimento alieno.
    La cosa sotto un certo punto di vista mi faceva sentire lusingata … Sì, sapete … per la storia che gli alieni rapiscono gli esseri umani più intelligenti. Anche se in verità tutte le persone che hanno ammesso di essere state rapite tutto mi sembravano tranne che dei geni. No okay, forse non era così lusinghiera come cosa.
    Dio, ma perché divago così tanto?! A me l’Ulysses mi fa un baffo! –tu e il tuo discorso indiretto libero, ti possino ammazzarellatte-
    Quindi, in breve mi ritrovai sfracellata per terra con la testa affondata in quella che, a occhio e croce, mi sembrava una pozzanghera fangosa.
    Altra cosa che dovete sapere sulla sottoscritta è che io ODIO il fango, odio la terra, odio le cose poltigliose e mi fa senso che mi si spalmino addosso.
    Quello sì che era un momento per urlare!
    Mi tirai su più in fretta possibile e mi guardai disgustata i pantaloni e la felpa completamente sporchi di marrone … per non parlare poi dei capelli. I miei bellissimi capelli!
    Avevo le ciabatte. Mi guardai i piedi pietrificata. Come cavolo ero vestita?!
    Dannazione.
    Mi guardai attorno ed esclusi l’idea che fossi stata rapita dagli alieni. Non potevano certo avere boschi e pozzanghere fangose dentro una cavolo d’astronave … che se ne facevano?
    A guardarlo bene quel posto mi sembrava di conoscerlo. Avrei potuto dire che si trattasse del pianeta Terra. In che parte di Gaia mi trovassi però rimaneva un mistero.
    Ma soprattutto: come caspita c’ero finita là?! Mi veniva da piangere.
    Mi pulii le mani su i jeans, cioè sul culo, con una delicatezza fuori dal comune: per la serie che un camionista zotico sarebbe stato più pieno di charm di me; e mi avviai lungo il bosco.
    Ora: mi trovavo in un bosco, in piena sera, quindi non si vedeva un tubo, col senso d’orientamento di una talpa in coma e la mia fottutissima paura del buio. Che situazione ideale!
    Seguii le luci in lontananza alla ricerca di una strada, di un vicolo, di una persona umana dotata di un minimo di cervello che potesse aiutarmi.
    Uscii dal bosco senza neanche rendermene conto e finii in una strada anonima, come tante altre nel resto del pianeta.
    “Ma che cazzo” piagnucolai dentro di me.
    Mi cacciai con riluttanza la felpa, non era neanche caldo in quel posto della malora, e mi pulii la faccia alla bell’e meglio e buttai la felpa per strada. Sì lo so, è maleducazione, è inquinamento bla bla bla. Cosa dovevo fare? Cercare un cavolo di cestino nel bel mezzo del nulla?
    Insomma proseguii con riluttanza verso una direzione a caso. Altra nota su me stessa: io odio camminare, soprattutto da sola, soprattutto in assenza di vetrine.
    Mi ritrovai improvvisamente davanti ad una specie di locale. Non si sentiva volare una mosca ma c’era una fila di gente da far impressione.
    “In che lingua parleranno questi qua?!” mi chiesi avvicinandomi lentamente al locale.
    Quello che notai subito furono i due buttafuori, una era una donna come tante altre e l’altro era un energumeno tutto dire.
    Poi i miei occhi si posarono sul nome del locale e sentii le gambe divenirmi di gelatina.
    C’era scritto, in corsivo e a caratteri cubitali, il nome “Claws and Fangs” .
    “You gotta be kidding me”.
    Spostai di nuovo lo sguardo su i due buttafuori e piagnucolai sonoramente rendendomi conto che combaciavano alla perfezione con quelli della storia.
    Ok, avevo ricevuto un colpo in testa ed ero finita in coma e la mia mente divagava senza un senso. Doveva essere per forza così.
    -Sei qui per uno scopo- una voce alle mie spalle mi fece letteralmente saltare sul posto e quando mi voltai per poco non collassai.
    Quella era una delle streghe, quale non avrei saputo dirlo.
    -Uno scopo?- chiesi con un filo di voce mentre mi pizzicavo insistentemente il braccio cercando di svegliarmi da quella specie di incubo.
    -Devi mostrare loro la via.
    -Che via?
    Lei sorrise enigmatica e scomparve nel nulla proprio davanti ai miei occhi.
    Ma perché le streghe non parlano mai come i cristiani normali? Perché deve essere sempre tutto un fottuto rebus?
    Cosa ne sapevo io di una via? Che poi che via? Letterale, metaforica, immaginaria?
    Dannata strega!
    Sbuffai. Se proprio dovevo continuare a sognare quanto meno potevo incontrarli, no?
    Mi avvicinai titubate, saltando bellamente la fila, ai due buttafuori e con voce autoritaria proclamai:
    -Devo parlare con Alexander.
    Ora potete ben immaginare la faccia di quei due. Chiamare il proprietario per nome.
    Mi guardarono interdetti per qualche secondo e poi sbottai.
    -Oh che cavolo, mi manda una di quelle streghe del piffero, fatemi entrare!
    Mi perquisirono, manco a dirlo, constatarono che ero umana e quindi sicuramente più innocua di qualunque altra cosa ed entrai.
    Ora, descrivere quello che mi trovai davanti sarebbe particolarmente imbarazzante. Diciamo solo che mi sembrava di essere davvero nella stanza rossa delle torture, non scherzo affatto.
    In tutto quel marasma di persone io mi sentivo estranea, con le mie ciabatte e la tuta e tutti i capelli inzuppati di fango.
    L’ho detto che le mie ciabatte sono a forma di Cucciolo, il nano di Biancaneve?
    Ecco. Entrate in un locale pieno di sesso ed eros con le ciabatte a forma di sette nano e poi ne riparliamo.
    Mi ritrovai davanti una stangona bionda talmente bella da lasciarmi senza fiato per qualche secondo.
    Poi la mia mente iniziò a lavorare e la riconobbi. Era lei! Jillian.
    Il mio cuore perse un corpo e sentii la bocca aprirsi per formare una perfetta “o” di sorpresa.
    -Cosa vuoi dal mio Signore?- chiese alzando un sopracciglio mentre mi squadrava dalla testa ai piedi con aria visibilmente schifata.
    Gesù, che imbarazzo.
    -Non sono affari che ti riguardano- dissi socchiudendo gli occhi mentre tentavo di darmi un certo tono.
    Quella alzò entrambe le sopracciglia e poi socchiuse gli occhi a sua volta guardandomi con aria di sfida.
    Con mia enorme sorpresa non mi staccò la testa sul posto ma mi diede le spalle facendomi segno di seguirla.
    Mi si allargò il cuore nel riconoscere il corridoio in cui mi stava portando. Poi mi si rivoltò lo stomaco all’odore e alle visioni che ebbi lungo la via.
    Io non avevo mai visto un morto, neanche un parente, perché mi terrorizzavano. Stavo per accasciarmi in terra e vomitare quando ci fermammo e lei, dopo aver bussato, aprì cautamente la porta.
    Mi affacciai in certa e quando li vidi mi sentii svenire. Cazzo, erano loro. I miei paladini, le mie fantasie fatte carne ed ossa.
    Oh, ma perché dovevano essere così maledettamente belli?!
    C’erano Leo e Alexander nella stanza, avrei potuto riconoscerli anche a cento kilometri di distanza, erano loro esattamente come erano stati descritti. Ma forse le descrizioni rendevano anche poco rispetto a cotanta perfezione.
    La loro bellezza, l’alone di mistero che li avvolgeva, erano troppo grandi per essere descritti ora a parole.
    Sentii il fiato mancarmi mentre gli occhi verde smeraldo di Alexander si posavano sulla mia sciatta persona. Sul suo viso si era dipinto un sorriso divertito e mi sentii avvampare fino alle orecchie.
    -Cosa mi manda a dire la strega tramite una semplice umana?- c’era una nota di disprezzo nella sua voce vellutata e quasi scoppiai a piangere lì davanti a loro.
    Perché se i miei sogni dovevano realizzarsi dovevo essere vestita in maniera tanto ridicola?
    Leo posò lo sguardo su di me inclinando la testa di lato, con aria pensierosa.
    -Steve- disse improvvisamente, passando oltre con lo sguardo.
    Sentii un brivido corrermi lungo la schiena mentre mi voltavo e mi ritrovavo il vampiro ad una distanza troppo ravvicinata per il mio misero cuore.
    Il sangue mi defluì dal viso mentre mi guardava quasi sorpreso entrando nella stanza con aria corrucciata.
    Ora sì che ero in imbarazzo. Avevo tutti e tre nella mia stessa stanza, Jillian al mio fianco, e non avevo idea di cosa dire o fare.
    L’avevo immaginato così tante volte che ora viverlo era troppo per mettere in pratica anche solo una delle mie fantasie.
    Avrei voluto allungare una mano e toccarli, abbracciarli. Non lo so. Guardare non era abbastanza, dovevo ammetterlo!
    Piagnucolai abbassando gli occhi in terra mentre mi torturavo le mani cercando di dare un ordine logico a tutto quello che mi stava accadendo attorno.
    -Ha detto che avrei dovuto mostrarvi la via- sussurrai sentendo il rossore tornare ad imporporarmi il viso.
    -Di che via parli?- chiese serio Alexander.
    Diavolo riuscivo a distinguere le loro voci anche senza guardarli!
    -Non lo so!- sbottai mordendomi il labbro inferiore sempre più mortificata.
    -Se questo è uno scherzo … - sibilò Alexander avanzando di un passo.
    No che non era uno scherzo! Ma che cavolo.
    I miei incontri con loro non somigliavano neanche lontanamente a quello che stavo vivendo.
    Alzai gli occhi su Alexander e sentii gli occhi bruciare.
    Ecco un’altra cosa che dovete sapere di me: ho la lacrima facile. Non scherzo!
    E quando sono delusa gli occhi mi bruciano da morire. Anche quando sono arrabbiata vorrei piangere.
    Ma cavolo non volevo mica piangere come una scema davanti a loro, neanche se era solo un sogno.
    -Non è uno scherzo- sussurrai con voce tremante.
    Alexander sembrò stranamente colpito dalla mia espressione, qualunque essa fosse e mi guardò con evidente curiosità.
    Sapevo che non aveva un cuore, quanto meno non ne avrebbe avuto con me, e mi sentivo stranamente impaurita.
    Aggrottai le sopracciglia mentre si avvicinava e mi prendeva il mento fra le dita.
    Cavolo, contatto fisico!
    Il cuore mi mancò un colpo e lo stomaco mi si contorse mentre la sua mano fredda mi toccava.
    Mi ritrovai a fissare nei suoi occhi profondi e spalancai la bocca come per dire qualcosa ma era troppo bello perché riuscissi a pensare veramente.
    Scrutò nei miei occhi attentamente, come se stesse cercando di capire se fossi sincera o meno e si avvicinò sempre più a me, mettendomi in soggezione.
    Sapeva di essere bello, sapeva che effetto faceva alle donne e sapeva come usare tutto il suo essere contro di me.
    “Aiutatemi”, pensai.
    -Cosa sei?- chiese all’improvviso lasciandomi andare.
    Come cos’ero? Un’umana, che altro dovevo essere?
    -C’è qualcosa di strano in te- aggiunse mentre spostava lo sguardo su un Leo perplesso.
    Quello che sentiva Alexander sentiva Leo e viceversa. Era incredibile da vedere. Riuscivo quasi a percepirlo.
    Mi strinsi nelle spalle spostando lo sguardo su Steve che se ne stava silenzioso alla fine dalla stanza.
    Fra i tre era quello più rassicurante.
    -Non sono di questo mondo, credo.
    Credo? Certo che non ero del loro mondo!
    Alexander incrociò le braccia al petto ed anche Steve mi guardò con aria costernata.
    Sussultai quando la mano di Jillian mi sfiorò la schiena spingendomi dentro la stanza mentre si chiudeva la porta alle spalle.
    Sentii mancarmi il fiato. Ero in una stanza con tre vampiri ed un licantropo.
    Ma che cavolo, piagnucolai dentro di me.
    Chiusi gli occhi ed inspirai profondamente.
    -Nel mio pianeta terra non esiste niente di tutto questo. Non ci sono vampiri, non ci sono licantropi né streghe né creature di altro genere. Siamo solo noi, gli umani … - sospirai – Abbiamo milioni di storie su di voi e … voi siete una delle storie che amo di più – l’imbarazzo mi salì sul viso con un’ondata – La vostra è una storia scritta da una ragazza come me … voi siete frutto della sua mente …
    Stavo per aggiungere “non esistete” ma mi trattenni dal farlo. Esistevano eccome, ce li avevo davanti agli occhi porca miseria!
    Abbassai lo sguardo a terra tornando a torturarmi le mani mentre i loro sguardi si facevano sempre più intensi.
    Una mano prese le mia, con delicatezza, e dal lieve calore che emanava seppi subito che era Leo la fonte del contatto.
    Alzai gli occhi su di lui, che mi guardava ancora particolarmente interdetto, e sorrisi sentendomi finalmente a mio agio.
    Era la persona che lì dentro si avvicinava di più al mio modo di pensare e di agire, quanto meno in base alla storia che stavo leggendo, e mi confortava l’idea che ci fosse lui ora davanti a me.
    Non riuscii a trattenermi oltre e gli saltai, letteralmente, addosso stringendolo tra le braccia.
    Dio, da quanto lo volevo fare?
    Praticamente mi gli ero aggrappata al collo tipo polipo, considerata anche la mia esegua altezza, e mi sembrava il posto più bello in cui stare. La realizzazione di un sogno!
    Le sue braccia calde finirono col stringermi di conseguenza e per poco non mi misi a piangere di gioia.
    Lo lasciai andare con grande imbarazzo e mi scusai per il mio vestiario poco consono. Spiegare perché ero ricoperta di fango fu la cosa più imbarazzante del mondo.
    Per quanto la mia storia sembrasse priva di senso loro sembravano crederci, con mio grande stupore, e non mi avevano scambiato per una pazza.
    -Non so neanche come diavolo tornare a casa!- dissi improvvisamente rompendo il silenzio che si era creato.
    -Cioè, noi saremmo i protagonisti di una storia nel tuo mondo?- chiese a scoppio ritardato Steve.
    Annuii con poca convinzione alzando le spalle a mo di scusa.
    -E ti ha portato qui una delle streghe per indicarci una via… qualunque cosa questo significhi…
    Annuii nuovamente, confusa almeno quanto loro, e mi strinsi di nuovo le spalle sentendo la disperazione prendere il sopravvento.
    -Noi siamo reali quanto te, questo è certo- disse nuovamente Steve avvicinandosi per sfiorarmi una spalla quasi per accertarsi che fossi io quella vera ed in carne ed ossa.
    Sussultai a quell’improvviso contatto e mi ritrovai a fissarlo negli occhi trattenendo il fiato.
    -Perché proprio te?
    -Bella domanda- sussurrai senza riuscire a distogliere lo sguardo.
    -Solo a me sembra una cosa assurda?!- proruppe improvvisamente Jillian alle mie spalle.
    Mi voltai e la guardai socchiudendo gli occhi ancora una volta.
    Era più odiosa di quanto immaginassi.
    -Anche a me sembra una cosa assurda ma questo non la rende meno reale- risposi, piccata, col viso imporporato.
    La risata di Alexander mi fece trasalire. Era divertito! Da me!
    Sorrisi spostando gli occhi su di lui e l’ironia della situazione finì col cogliere anche me.
    -Una cosa è sicura: non può restare qui- disse Leo riportando tutti alla realtà.
    Era un bellissimo sogno, la realizzazione delle mie fantasie più segrete, ma dovevo tornare a casa. Sempre ammettendo che fosse tutto reale, cosa di cui dubitavo ancora.
    -Tramite cosa sei venuta?- chiese Jillian, sospirando, mentre si arrendeva all’idea che fossi sincera.
    -Il computer di casa mia … mentre leggevo la vostra storia …
    Mi guardò accigliata per qualche secondo.
    -Generalmente l’oggetto di provenienza è lo stesso con il quale si può tornare indietro.
    Alzai un sopracciglio interdetta.
    -Pensi che il mio computer mi abbia seguito qui?!
    -Certo che no. Dicevo che forse il computer è la risposta al nostro problema- rispose con voce glaciale lanciandomi un’occhiataccia.
    Con riluttanza la seguii dunque verso quella che immaginai dovesse essere la sua stanza e mi ritrovai seduta davanti ad un computer.
    -Non succede niente- proruppi circa tre secondi dopo essermi seduta.
    -Questo lo vedo da me, grazie- rispose sempre più glaciale lei.
    -Forse il mezzo è la storia … - sussurrò Steve alle mie spalle.
    E’ così che è nata questa storia.
    Fino a dieci minuti fa continuavo a chiedermi se non stessi sognando tutto o se non stessi morendo in qualche letto d’ospedale o se avessi delle allucinazioni molto vivide, ma ora so che è la realtà.
    Riesco a sentire il respiro calmo di Steve alle mie spalle, sento gli occhi gelidi di Jillian dietro di me e riesco a sentire Alexander e Leo ed il legame che intercorre fra di loro.
    Sento il viso tirare per le lacrime che mi bagnano il viso perché lo schermo si sta illuminando ed io finalmente ho capito.
    Questa è la via che dovevo mostrare loro: la via che collega i nostri mondi. Questa storia è solo un passaggio per andare e tornare fra i due mondi.
    Eppure sento che non tornerò mai più qui, sento che non li rivedrò mai più e il cuore mi si stringe nel petto perché vorrei conoscerli, viverli e non solo continuare a leggere di loro.
    Mi sono voltata per salutarli tutti e mi sono ritrovata le labbra di Alexander sulle mie.
    Mi è mancato il fiato mentre lui ha sussurrato “so che era quello che volevi”.
    Alexander ha dato a me, una semplice e stupida umana, la realizzazione di un altro sogno e adesso non posso far altro che sorridere mentre finisco di scrivere.
    Ho la consapevolezza che loro stanno leggendo le mie parole proprio mentre appaiono sul mio schermo perché compaiono anche nel loro.
    Mi sfioro le labbra e riesco ancora a sentire il suo sapore sulle labbra. Il loro profumo nel naso e la sensazione delle loro mani su di me.
    Ancora non so a cosa serva questo “ponte” e che cosa abbia in mente la strega, ma se prevede la possibilità di rivederli cavolo allora va tutto bene.
    -Certo che ci rivedrai- la voce calda di Steve per ha rischiato di farmi venire un infarto.
    L’ha usato subito il ponte ,lui. Dice che è curioso di vedere questa parte del mondo.
    Grazie strega che ti diverti coi rebus, grazie davvero.

    Jess, perdonami per le cavolate che ho scritto, davvero!
    Avevo voglia di farti divertire con qualcosa ispirato alla tua storia. Penso davvero che sia qualcosa di meraviglioso quello che scrivi, e davvero spesso me li sono sognati, che ti pensi!
    Boh, così XD
    Grazie per questa storia meravigliosa,
    grazie per questi figaccioni e soprattutto grazie se non mi ammazzi ♥
    T’amo, donna ù,ù
    Yours,
    Beatrice (ohyeah)



     
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  2. sylvain.
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    Io ti amo!
    Non sai quanto i miei occhi hanno brillato ad ogni frase letta e quante risate mi sia fatta! Il fatto che una mia storia ti abbia ispirata fino a scrivere una ff mi ha commossa di felicità. Per quanto mi riguarda puoi scriverne quante ne vuoi di queste os perchè le adoro *______________*
     
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  3.     +1   -1
     
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    ahah, grazie sweetie ♥ tutto merito tuo *^* che poi ho tagliato perché sono sei pagine e mi sembravano anche troppo per una ff xD tra poco ci scrivevo un poema XD
     
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  4. lee‚
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    Me la sono letta anch'io alla fine, questa ff...xD
    Devo ancora arrivare ai capitoli fin'ora pubblicati, ma ho gongolato talmente tanto nei semplici primi tre, che ho deciso di leggermela comunque sta storia...u.ù Eccheccavolo. xD
    Fantastica Bea, davvero bellissima ed ironica, e spettacolare lo sbavo per ogni personaggio...*^*
    E alla fine, il bacio con Alexander! *sviene* Quel personaggio ancora non l'ho visto bene (nel terzo praticamente viene presentato e basta) ma so già che me ne innamorerò! ç.ç
    Detto questo bravissima Bea, davvero un'ottima idea questa.
    E si vede quanto claws and fangs ti piaccia!! *^* Ancora complimenti caVa ♥♥

    (e brava anche a Jess, per aver creato l'originale).
     
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    Owwwwwwwww *^* grazie lallina ♥ sono contenta che ti sia piaciuta e sopratutto che t'abbia divertita *^*
    Il bacio di Alex ci stava tutto ù,ù piccolo sfizio personale XD
    Ma una limonata con tutti e tre ci stava ancora meglio, LOL
     
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    Uaaaaaaaaaah!!! ma è bellissima questa FF!! Ma come avevo fatta a non vederla?? l'ho scoperta scorrendo il profolo autore, figurarsi! Ma non è comparsa nella news board?? Bù, ora controllo meglio xD
    Comunque geniale! Mi sono divertita un sacco! x°°D
    Ahahahaha <3
    Ehi, Bea, allora Kaja ha ereditato la lacrima facile da te? XD
    Però ti capisco ù.ù io non posso fare a meno che commuovermi con i film belli, con le storie e purtroppo mi viene da piangere anche quando faccio pensieri tristi, ecc ecc ù///ù Beh, però non posso dire che reagisco col pianto troppo facilmente... se sono arrabbiata o vivo emozioni "negative" mi chiudo semplicemente in un ostinato silenzio... anche se magari mi bruciano gli occhi, col cavolo che verso anche una sola lacrima... sono fin troppo orgogliosa XD ahah

    Sono morta quando ho letto delle ciabatte di Cucciolo!! soprattutto perché lo hai chiamato "sette nano" ahahah! *muore*
    Oh, prima che lo scordi, segnalo un errorino:
    CITAZIONE
    la mia esegua altezza,

    esigua, suppongo, no? ;)
     
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    ahahah, grazie *^* yah, kaja ha ereditato la lacrime facile dalla mia indegna persona.
    Se è per questo Charlie ha ereditato l'acidità e la perfidia e le frecciatine taglienti e Noah la capacità di ascoltare -me lo dico sola- e il complesso di Clark Kent X°D
    Sì, ho il complesso che devo sempre aiutare tutti i miei amici, se posso, a volte anche intromettendomi in cose che non mi riguardano ù,ù
    Le ciabatte le adoro veramente *^* gna gna gnah ♥
    Ora sai come scrivo quando sono fuori dal dramma, LOL
    Tutta la mia stupidità in una sola OS, bello no? XD

    Yah, è esigua °^° thanks ♥



    PS: visto che a Jess è piaciuta tanto forse ci sarà una seconda parte, LOL
     
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    ahahah, grazie *^* yah, kaja ha ereditato la lacrime facile dalla mia indegna persona.
    Se è per questo Charlie ha ereditato l'acidità e la perfidia e le frecciatine taglienti e Noah la capacità di ascoltare -me lo dico sola- e il complesso di Clark Kent X°D

    AHahahha oooh! allora ecco perché difendevi strenuamente Charlie! ahah

    CITAZIONE
    Sì, ho il complesso che devo sempre aiutare tutti i miei amici, se posso, a volte anche intromettendomi in cose che non mi riguardano ù,ù

    Questa è una bella cosa perché magari a volte le persone possono essere infastidite quando ritengono di non dovere spiegazioni a nessuno, però alla fine è un bene e si capisce che uno ci tiene veramente e che è lì per aiutarti e non perché vuole solo farsi i fatti tuoi, ecco XD

    CITAZIONE
    Ora sai come scrivo quando sono fuori dal dramma, LOL
    Tutta la mia stupidità in una sola OS, bello no? XD

    Ahahah! una sorpresa, davvero! bellissima! xDD
    Nooo, macché stupidità?? semplicemente tu! *v* ed è divertentissimo! XDD

    CITAZIONE
    PS: visto che a Jess è piaciuta tanto forse ci sarà una seconda parte, LOL

    uuuh!! sììì! XDD
     
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    Anonymes!
    hahaah ♥
    grazie *^* ho già qualche mezza idea sulla parte II, LOL
     
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8 replies since 12/1/2013, 15:13   149 views
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